Muore di meningite a 50 anni: salva altre vite con espianto pluriorgano
Dopo oltre 10 anni, all’ospedale Cardarelli di Campobasso, è stato eseguito un espianto pluriorgano: cuore, reni e fegato
Riccardo Petrarca, 50enne di Fornelli, provincia di Isernia, aveva contratto una meningite batterica alcune settimane fa, a inizio giugno 2024. Dopo due settimane di ricovero, l'uomo, non ce l'ha fatta ma il suo altruismo ha commosso tutti, con un ultimo atto di generosità.
Ed è così che, dopo oltre 10 anni, all’ospedale Cardarelli di Campobasso, è stato eseguito un espianto pluriorgano. Cuore, reni e fegato donati da Riccardo per salvare altre vite.
Muore di meningite a 50 anni: salva altre vite con espianto pluriorgano
I medici hanno dichiarato la morte cerebrale di Riccardo, a causa di una meningite, due settimane dopo il ricovero; ma l'uomo, Riccardo, conosciutissimo per il suo impegno sociale, ha lasciato disposizioni di gran altruismo.
“Abbiamo eseguito un prelievo d’organi presso il blocco operatorio – ha spiegato il responsabile Vincenzo Cuzzone – dove da molti anni questo tipo di procedure non venivano effettuate. Il nostro ringraziamento va alla famiglia del donatore che ha compiuto una scelta nobile e non sempre facile. Il percorso è stato molto lungo. È partito dalla Rianimazione, dove è stato eseguito un accertamento morte tramite apposita commissione per stabilire l’idoneità alla donazione. È stato un grande lavoro di squadra. Abbiamo lavorato tutti con attenzione e con il massimo rispetto del donatore. Concentrazione e professionalità per consentire a tutte le equipe chirurgiche, giunte da diverse parti d’Italia, di lavorare nel miglior modo possibile”.
“L’intervento di espianto pluriorgano – ha sottolineato in merito il direttore generale dell’Asrem Giovanni Di Santo – rappresenta un tassello importante nella riorganizzazione dell’attività clinica e scientifica, più in generale, delle attività che si svolgono al Cardarelli. Questo espianto di cuore, reni e fegato è importante perché diventa un momento di sinergia anche con altre strutture ospedaliere, quali il policlinico di Bari, il Gemelli di Roma e l’ospedale dell’Aquila. Fondamentale il ruolo del dottor Cuzzone, eccellenza del nostro ospedale. Momento che diventa ancora più importante, perché grazie all’attività scientifica c’è un momento di umanizzazione importante, rappresentato dalla donazione di organi, da un atto di amore per la vita. Altre persone avranno una nuova vita grazie a questo intervento”.
A Fornelli, paese d’origine di Petrarca, il sindaco del paese Giovanni Tedeschi ha indetto una giornata di lutto cittadino, svoltasi il 22 giugno.
I precedenti in Molise
Il dramma di Riccardo è soltanto l'ultimo, in ordine di tempo, in Molise. A inizio aprile, a una bambina di due anni a Isernia era stata diagnosticata meningite da meningococco B, poi due settimane più tardi un'anziana di 88 anni era stata ricoverata al reparto Malattie infettive dell'ospedale Cardarelli di Campobasso, dopo esser stata visitata all'ospedale di Termoli, sempre per una meningite batterica.
Infine è capitato a un trentenne di Larino, ricoverato sabato mattina (25 maggio 2024) al Pronto Soccorso del San Timoteo di Termoli e poi trasferito nel reparto di Malattie Infettive dell'ospedale Cardarelli di Campobasso (proprio come nel precedente caso della pensionata).
Due casi fatali in Maremma
Due casi fatali anche in Maremma. Tutto nel giro di sei mesi e di un centinaio di chilometri: in provincia di Grosseto. A Capodanno era morto un 27enne trevigiano in vacanza, nelle scorse settimane, a perdere la vita, è stato un bimbo di soli sei mesi.
I sintomi tipici
Ogni anno, a circa 2,5 milioni di persone viene diagnosticata la meningite. In particolare, la malattia meningococcica invasiva descrive due principali malattie causate dal batterio Neisseria meningitidis o meningococco: meningite e setticemia. Fino a una persona su sei che contrae questo tipo di meningite muore, con circa 135.000 decessi all’anno.
In Italia oltre mille persone contraggono la meningite e circa una persona ogni due viene colpita da meningite meningococcica.
Secondo i dati epidemiologici dell’Iss, la meningite meningococcica provoca il decesso nell’8-14% dei pazienti colpiti. In assenza di cure adeguate, il tasso di mortalità sale addirittura al 50%. Quanto al sierotipo B, oltre ad essere particolarmente aggressivo con altissima letalità, è responsabile da solo di circa l’80% dei casi in età pediatrica, con una massima incidenza soprattutto nel primo anno di vita, tra il 4° e l’8° mese (dati Iss e del Comitato nazionale contro la meningite). Esistono vaccini specifici per i diversi ceppi.
Per ciò che riguarda, invece, i sintomi a cui prestare attenzione la “triade clinica” indica: febbre alta improvvisa; rigidità nucale; vomito. Due dei tre sintomi della “triade clinica” si manifestano in circa il 95% dei pazienti; il 41-51% dei pazienti mostra tutti e tre i sintomi.
I vaccini
Sono 3 i tipi di vaccino anti-meningococco:
1. vaccino coniugato anti-meningococco C
2. vaccino coniugato tetravalente che protegge dal meningococco A, C, W e Y
3. vaccino anti-meningococco B.
Il Ministero della Salute raccomanda la somministrazione del vaccino coniugato tetravalente (A, C, W135, Y) a tutti i nuovi nati ad almeno 12 mesi compiuti. Viene somministrato come dose di richiamo negli adolescenti a partire dai 12 anni, anche se sono già stati vaccinati nell'infanzia contro il solo meningococco C.
Inoltre, il vaccino coniugato tetravalente è indicato per tutte le persone che potrebbero essere esposte agli altri sierotipi diversi dal C (A, W135 e Y), per esempio durante un viaggio internazionale in una zona dove questi sierogruppi sono più comuni.