Morte di Ramy: il rapporto della Polizia locale conferma l'urto fra il motorino e l'auto dei carabinieri
Le analisi video e planimetriche suggeriscono che vi fosse una certa distanza tra i due veicoli, escludendo un contatto diretto immediatamente prima della caduta fatale
Un nuovo scenario emerge dall’indagine sull’incidente che ha provocato la morte di Ramy Elgaml, diciannovenne egiziano, durante un inseguimento notturno nelle periferie di Milano la notte del 24 novembre 2024. Secondo la relazione preliminare della polizia locale, depositata agli atti dell’indagine per omicidio stradale, il contatto tra il TMax condotto da Fares Bouzidi (alla guida dello scooter su cui viaggiava anche la vittima) e l’auto del Radiomobile, una Giulietta, potrebbe essere avvenuto in prossimità dell’incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta, a metri di distanza dal punto in cui lo scooter ha perso il controllo. La dinamica, se confermata dalla perizia tecnica della Procura, potrebbe ridisegnare le responsabilità dell’episodio.
La collisione potrebbe esserci stata ma non è detto, stando ai rilievi, che sia stata responsabile del sinistro fatale.
Ramy: i nuovi elementi
L’incidente è avvenuto durante un inseguimento iniziato intorno alle 3:40 di domenica 24 novembre. La pattuglia dei carabinieri aveva intercettato il TMax in viale Monte Grappa e lo aveva seguito per otto chilometri tra semafori rossi non rispettati e tratti di strada percorsi contromano. Le fasi finali del tragico evento sono state ricostruite grazie ai rilievi della polizia locale, che ha utilizzato immagini delle telecamere di sorveglianza e disegni planimetrici per stabilire la posizione dei veicoli nei momenti cruciali.
Secondo quanto emerso, poco dopo l’incrocio con via Pasinetti, la Giulietta ha effettuato una manovra per superare un’auto lenta, avvicinandosi pericolosamente al TMax. Alle 4:03 e 37 secondi, i due veicoli erano quasi affiancati lungo la carreggiata di via Ripamonti, direzione centro, percorsa contromano dallo scooter. L’ipotesi è che un contatto leggero, simile a una strisciata, sia avvenuto in quel momento, lasciando tracce sulla carrozzeria del motorino: un segno sopra la pedaliera destra e una scalfittura sulla staffa della marmitta.
L’impatto e le conseguenze
Le immagini della telecamera posizionata in via Solaroli forniscono ulteriori dettagli. Nei frame analizzati si nota un lieve spostamento dello scooter, compatibile con un piccolo urto, seguito dalla perdita di controllo. Alle 4:03 e 38 secondi, il TMax appare ancora stabile, ma un secondo dopo tenta di affrontare una curva a sinistra all’incrocio con via Quaranta. La moto, però, non completa la manovra e prosegue dritta sulle strisce pedonali, finendo contro il cordolo di un’aiuola. Il giovane Elgaml viene sbalzato violentemente sul marciapiede, senza possibilità di salvezza.
Il ruolo della pattuglia
La Giulietta, alle calcagna dello scooter, sembra frenare per evitare un impatto diretto durante la curva. Nonostante ciò, finisce contro il palo di un semaforo, mentre il motorino ha già perso equilibrio. Le analisi video e planimetriche suggeriscono che, almeno fino alla metà dell’attraversamento pedonale, vi fosse una certa distanza tra i due veicoli, escludendo un contatto diretto immediatamente prima della caduta.
Le indagini in corso
L’indagine, coordinata dai pubblici ministeri Marco Cirigliano e Giancarla Serafini, punta ora a chiarire i dettagli della dinamica attraverso una perizia tecnica. La ricostruzione cinematica sarà determinante per stabilire se il contatto iniziale tra la Giulietta e il TMax abbia contribuito in modo significativo alla perdita di controllo del mezzo o se la tragedia sia stata il risultato di altri fattori.
I carabinieri indagati per il video cancellato
Parallelamente, sono stati iscritti per i reati di frode processuale e depistaggio e per favoreggiamento personale, due carabinieri indagati in un nuovo filone dell'inchiesta sulla morte del 19enne.
Un testimone asserisce che, gli indagati, l'avrebbero invitato a cancellare i video relativi al tragico incidente. Resta indagato per omicidio stradale anche il carabiniere che guidava la vettura che ha inseguito i giovani.
Io sto con i Carabinieri. Dovevano fermarsi . Con questo andazzo, i carabinieri non interverranno più e così gli altri appartenenti alle forze dell' ordine . È faranno bene . Mi auguro che i magistrati non creino un precedente .