Morta a 20 anni per un tiramisù non vegano (ma dichiarato tale). I produttori patteggiano: risarcimento da 10mila euro
La giovane, intollerante ai latticini, è morta per choc anafilattico nel 2023 a causa di un dolce che, in realtà, conteneva latte ma veniva dichiarato sicuro
La vicenda giudiziaria legata alla tragica morte di Anna Bellisario, morta a 20 anni a Milano , nel 2023, per un tiramisù contaminato, si conclude con un patteggiamento. Pagheranno 10mila euro a testa coloro che, avrebbero dovuto vigilare sui prodotti, ed erano stati accusati di omicidio colposo.
Il tiramisù era contaminato, patteggiamento per la morte di Anna Bellisario
Giuseppe Loiero e la madre Giovanna Anoia, rispettivamente legale rappresentante e responsabile delle linee produttive della Glg srl, hanno concordato una pena di un anno, commutata in una sanzione pecuniaria di 10.000 euro ciascuno. Erano accusati di omicidio colposo in concorso per la morte della ventenne Anna Bellisario, avvenuta dopo aver consumato un tiramisù etichettato come vegano, ma contenente mascarpone, letale per la giovane a causa della sua allergia.
Il dessert non era realmente vegano
Le indagini condotte a Milano hanno rivelato che Anna Bellisario è deceduta il 5 febbraio 2023, dopo dieci giorni di coma, in seguito a uno choc anafilattico causato dal tiramisù "Tiramisun" del marchio Mascherpa. Nonostante fosse venduto come vegano, il prodotto conteneva mascarpone, e quindi tracce di latte, cui la ragazza era gravemente allergica. La quantità di caseine rilevata nel dolce ha dimostrato che il mascarpone era un ingrediente effettivo e non una semplice contaminazione, risultando fatale per Bellisario.
La causa della contaminazione
Secondo la Procura, la contaminazione è avvenuta perché i prodotti vegani e non vegani venivano preparati nello stesso ambiente e sullo stesso tavolo, contemporaneamente. Questo ha permesso il contatto tra ingredienti di origine animale e quelli di origine vegetale. A seguito del patteggiamento, è stata revocata la misura interdittiva nei confronti degli imputati, e si è proceduto con un "pieno risarcimento delle parti civili", come comunicato dal difensore. La famiglia di Bellisario e il fidanzato hanno ricevuto un risarcimento. Inoltre, sono state adottate tutte le misure necessarie per garantire che l'azienda operi ora in conformità alle normative vigenti.