INDAGINI DELLA DIGOS

Minacciava di licenziare le dipendenti se non votavano suo figlio alle elezioni

Doppio filone investigativo della Polizia di Stato a Foggia. Sotto la lente degli agenti le Comunali del 2019 e le Regionali del 2020.

Minacciava di licenziare le dipendenti se non votavano suo figlio alle elezioni
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Minacciava di licenziare le dipendenti se non votavano suo figlio alle elezioni. E' il quadro che è emerso dall'attività investigativa della Digos nei confronti di Ludovico Maffei, un imprenditore di Foggia. L'uomo titolare di una cooperativa, secondo le indagini portate avanti dalla Polizia di Stato, avrebbe minacciato le lavoratrici prospettando loro un licenziamento oppure il mancato rinnovo del contratto se avessero votato per suo figlio, Danilo Maffei, candidato alle elezioni Amministrative che si sono svolte nel 2019.

Chiedeva alle dipendenti il voto per il figlio, altrimenti minacciava di licenziarle

Nella fattispecie, la cooperativa era a quel tempo concessionaria di un appalto pubblico per la fornitura di servizi per gli asili nido comunali a Foggia.

Assecondare la richiesta dell'imprenditore aveva una conseguenza molto pratica e molto semplice. Per alcune delle dipendenti una vera e propria necessità di vita: conservare il proprio posto di lavoro garantendosi, nella maggior parte dei casi, in un contesto storico e geografico particolare, l’unico mezzo di sostentamento economico per se stesse e le proprie famiglie.

A quella tornata elettorale, Danilo Maffei ottenne 913 preferenze (ovvero 913 persone che di fatto avevano scritto il suo nome sulla scheda) per la lista "Foggia Vince".

Il capo d'accusa per l'imprenditore

Il capo d'accusa per l'imprenditore avrà ora un seguito giudiziario ed è allo stato attuale dei fatti piuttosto pesante.

L'uomo è accusato di reati di violenza o minaccia a un pubblico, violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, istigazione alla corruzione, violenza privata, violenza o minaccia ad un elettore.

Il secondo filone dell'inchiesta: le Regionali

Ma non solo. Danilo Maffei si candidò anche alle elezioni regionali del 2020. In questo caso non riuscì però ad essere eletto.

Ma proprio da questa seconda in ordine di tempo campagna elettorale, dopo un esposto dell’attuale assessore regionale al Welfare Rosa Barone, fu aperto un secondo filone di inchiesta che vedono ora indagate 21 persone alle quali è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini per corruzione elettorale.

Vicende che interessano periodicamente il mondo della politica "nostrana".

Denaro o regali per votare un candidato

Secondo l’accusa queste persone, in cambio di denaro o regali, avrebbero espresso il proprio consenso in favore di un candidato.

Le persone "contattate", sempre secondo l'ipotesi accusatoria, fornivano come prova del voto una foto scattata nella cabina elettorale.

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