Milano-gate: il "trucco" dell'edilizia residenziale sociale, oggi gli interrogatori dei sei arrestati
Marinoni, Scandurra, Tancredi, Pella, Catella e Bezziccheri davanti al giudice per le indagini preliminari

Il 22 luglio 2025 è esplosa a Milano un’indagine giudiziaria di proporzioni imponenti, destinata a lasciare il segno sul futuro urbanistico e politico della città.
La Procura ha scoperchiato un presunto “sistema deviato” che, secondo gli inquirenti, avrebbe condizionato per anni le decisioni più strategiche in materia di trasformazione urbana. Al centro dell’inchiesta ci sono scambi di messaggi, consulenze milionarie, e una fitta rete di relazioni tra costruttori, amministratori pubblici, professionisti e imprenditori privati.
L’escamotage dell’edilizia residenziale sociale
Un punto cruciale dell’indagine riguarda l’uso strumentale dell’edilizia residenziale sociale (ERS) nei grandi progetti urbanistici milanesi, in particolare nell’ambito delle cosiddette Porte Metropolitane. Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza, l’allora presidente della Commissione Paesaggio, Giuseppe Marinoni, avrebbe discusso con l’ex assessore Giancarlo Tancredi la possibilità di “aumentare una buona quota di ERS” all’interno di questi piani, con l’obiettivo di conferire loro una parvenza di interesse pubblico.

Un’operazione che, stando agli atti, mirava non tanto a rispondere ai bisogni abitativi della città, quanto a facilitare l’approvazione dei progetti stessi.
L’ERS, pensata per garantire alloggi accessibili a famiglie a basso reddito, si sarebbe così trasformata in una leva per sbloccare interventi edilizi ad alta densità e di forte valore speculativo, con il rischio di svuotare di senso una delle politiche sociali più rilevanti del settore abitativo. A confermare la strategia ci sarebbe anche una conversazione di Marinoni con l’ex assessore alla Casa Guido Bardelli, che avrebbe espresso apprezzamento per l’idea.
"Tangenti travestite da consulenze"
Dall’analisi delle carte emergono anche compensi per centinaia di migliaia di euro, versati sotto forma di consulenze, ma che la Procura interpreta come tangenti vere e proprie. L’architetto Federico Pella, ex manager dello studio J+S, avrebbe ricevuto quasi 370mila euro per influenzare decisioni all’interno della Commissione Paesaggio. Marinoni, secondo l'accusa, sarebbe stato una figura chiave di raccordo, un “procacciatore di affari” che metteva in contatto grandi gruppi privati con i centri decisionali comunali su temi come mobilità, rigenerazione urbana e sviluppo immobiliare.
Conflitti d’interesse e dichiarazioni mendaci
Fra gli indagati figurano anche Giorgio e Alessandro Scandurra, entrambi membri della Commissione Paesaggio. Il loro coinvolgimento diretto in incarichi professionali finanziati da costruttori, almeno 13 per Marinoni e 9 per Scandurra, rappresenta per i magistrati un evidente conflitto d’interessi, aggravato da presunte false dichiarazioni nelle sedi ufficiali. L'accusa sottolinea come l’ambiguità nei criteri di valutazione abbia alimentato una dinamica opaca nella gestione del territorio.
Flussi finanziari internazionali e offshore
La rete, però, non si limita a dinamiche cittadine. La Guardia di Finanza ha intercettato movimenti bancari sospetti per milioni di euro, in parte destinati a conti offshore. Le tracce portano a Bluestone, società riconducibile ad Andrea Bezziccheri, e a fondi situati a Jersey e Lussemburgo. È emerso anche un bonifico da 2.000 euro inviato da Real Step srl — attiva nel settore immobiliare — a favore della campagna elettorale del sindaco Giuseppe Sala, datato ottobre 2021. Sebbene la cifra sia modesta, il contesto solleva interrogativi sull’intersezione tra politica e finanza immobiliare.

Le prime reazioni politiche
Le prime risposte non si sono fatte attendere. Giancarlo Tancredi si è dimesso e ha già affrontato l’interrogatorio con i magistrati. Il sindaco Sala, intervenuto in aula il 21 luglio, ha difeso il proprio operato affermando: “Le mie mani sono pulite”.
In attesa di sviluppi, ha temporaneamente affidato le deleghe all’urbanistica alla vicesindaca Scavuzzo. Il centrosinistra ha fatto quadrato attorno al sindaco, mentre il centrodestra ha colto l’occasione per chiederne le dimissioni: “Milano merita di meglio”, è il messaggio lanciato dai banchi dell’opposizione.

Interrogatori chiave e ipotesi di reato
Nella giornata di oggi, 23 luglio 2025, iniziano gli interrogatori davanti al giudice per le indagini preliminari, Mattia Fiorentini. Verranno ascoltati i sei indagati per i quali la Procura ha chiesto l’arresto. Il primo a comparire sarà Giuseppe Marinoni, seguito da Alessandro Scandurra, Giancarlo Tancredi, Federico Pella, Manfredi Catella (presidente di Coima), e infine Andrea Bezziccheri.
L’inchiesta è guidata dai pubblici ministeri Marina Petruzzella, Paolo Filippini, Mauro Clerici, sotto il coordinamento dell’aggiunta Tiziana Siciliano. Tancredi è accusato di corruzione, falso e induzione indebita, reati per i quali potrebbe rischiare fino a 10 anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici. Le sue dimissioni, tuttavia, potrebbero evitargli una misura cautelare restrittiva.
Anche Catella, coinvolto in progetti di grande rilievo come Scalo Romana e Pirellino, è accusato di corruzione e falso, rischiando il carcere e l’esclusione da futuri appalti pubblici. Le accuse per Marinoni sono analoghe, con l’aggiunta dell’induzione a promettere utilità. Per lui, la Procura ipotizza un ruolo centrale nel cosiddetto “Pgt ombra”, una gestione parallela e occulta del piano urbanistico della città.
Un terremoto sistemico, non individuale
Lo scandalo non si limita a episodi isolati di malgoverno o corruzione personale. Tocca le fondamenta stesse del “modello Milano”, basato negli ultimi anni su una narrativa di rigenerazione urbana, innovazione e crescita sostenibile.

Secondo gli inquirenti, dietro questa facciata si sarebbe nascosto un sistema fondato su avidità, opacità decisionale e accordi stretti lontano dalle sedi pubbliche. Un “Pgt parallelo”, costruito nell’ombra, dove l’interesse pubblico veniva spesso sacrificato per favorire pochi soggetti privati.
In attesa delle decisioni del giudice, l’indagine prosegue con una portata che potrebbe allargarsi ancora, ridefinendo il rapporto tra amministrazione pubblica, urbanistica e interessi immobiliari a Milano. La città, che si era proposta come modello di sviluppo urbano contemporaneo, si trova oggi a fare i conti con le sue contraddizioni più profonde.