Meningite: muore bambina di 5 mesi
Dopo il 17enne ricoverato a Belluno, a Padova è morta una bimba di 5 mesi, Leda Canova
E' allerta meningite in Veneto. Dopo il caso del 17enne di Belluno ricoverato in ospedale (le sue condizioni sembrerebbero in miglioramento), una notizia shock arriva da Padova, dove Leda Canova, una bambina di soli cinque mesi è morta di meningite a Teolo.
Leda Canova, morta di meningite a 5 mesi
La bambina - secondo quanto ha raccontato il padre Marco Canova - ha iniziato a sentirsi male il 27 ottobre. Aveva una febbre lieve e un po' di tosse. Sembrava dunque una sorta di influenza stagionale o un virus tipico dei bambini. E così è stata trattata con un po' di tachipirina. Ma dopo un iniziale miglioramento, le sue condizioni sono peggiorate.
A quel punto i genitori l'hanno portata alla clinica pediatrica di Padova, dove Leda è stata inizialmente trattata per una bronchiolite. La situazione però si è aggravata, tanto da suggerire il ricovero in Terapia intensiva e nuovi esami, che hanno rivelato che la piccola era stata colpita da una forma di meningite acuta che non le ha lasciato scampo.
Donati gli organi: Leda salverà altri bambini
Un dolore terribile per la famiglia. I genitori Marco e Eva - entrambi infermieri - hanno però trovato la forza di compiere in un momento così drammatico un gesto di grandissima responsabilità e generosità. Hanno scelto di donare gli organi della piccola, che potranno salvare le vite di altri bambini.
Come ha fatto Leda a prendere la meningite?
Resta un mistero come la piccola abbia potuto contrarre la meningite che le è stata fatale. La piccola, secondo quanto ricostruito, sin dalla nascita non aveva mostrato alcuna forma di malessere. Era una bambina sana, come tanti altri della sua tenerissima età.
Meningite in Veneto: la situazione
Da tempo non se ne parlava. Ora la meningite torna a far paura, soprattutto in Veneto. Un 17enne di Quero Vas (Belluno) si trova infatti ricoverato da sabato 4 novembre 2023 nel pomeriggio all'ospedale di Feltre. L'allerta coinvolge anche la provincia di Treviso dato che il ragazzo colpito dalla meningite studia in un istituto superiore di Valdobbiadene.
Lo studente si trova ricoverato in prognosi riservata: le sue condizioni sono stabili e resta sempre sotto stretto monitoraggio.
Nelle ore immediatamente successive alla diagnosi e al ricovero, era iniziata la profilassi per i contatti del 17enne e, come ricorda anche l'azienda ospedaliera, le linee guida su questa malattia raccomandano la somministrazione di una dose di antibiotico, a scopo preventivo, ai contatti stretti scolastici ed extrascolastici.
Nel dettaglio sono state rintracciate le persone che hanno avuto contatti stretti con il giovane nei 7 giorni precedenti l’inizio della sintomatologia, dal 27 ottobre in poi.
Meningite: in pochi riconoscono subito i sintomi
In occasione della Giornata mondiale della meningite – che cade il 5 ottobre – il mese scorso stato organizzato un sondaggio internazionale di Ipsos condotto su oltre 4mila persone in sei Paesi: USA, Brasile, Germania, Francia, Spagna, Regno Unito e Italia.
A gran sorpresa l’Italia ne esce bene - circa la consapevolezza in merito a questa patologia che, se non riconosciuta e trattata adeguatamente può portare a gravissime conseguenze, anche letali – ma qualche ombra rimane.
Ecco una panoramica generale e le informazioni fondamentali da tenere a mente per tutelare la propria salute e quella dei propri bimbi.
Meningite: il 93% dei genitori non la riconosce
Il 79% degli italiani riconosce la malattia e ne percepisce la gravità, 9 genitori su 10 seguono il pediatra per le scelte vaccinali e si affidano alle sue indicazioni. Ma salta all’occhio anche un altro dato preoccupante: su scala internazionale, ben il 93% dei genitori non è in grado di identificare i tre i sintomi più comuni della meningite.
Circa 8 mamme e i papà italiani su 10 riconosce la Meningite da meningococco e ne percepisce la gravità e ben 9 su 10 si informano dal pediatra, o comunque fanno riferimento ad un medico, per le scelte vaccinali. Fortunatamente si affidano molto meno al “dottor Google” e alla “vox populi”, rispetto agli abitanti di altri Paesi europei. Ottimo risultato.
Il tallone d’Achille, sia in Italia che nel resto d’Europa è invece la scarsa consapevolezza sui sintomi che caratterizzano le fasi iniziali della patologia, spesso rapidissima ad evolvere in poche ore.
Meningite: il quadro internazionale
Ogni anno a circa 2,5 milioni di persone viene diagnosticata la meningite. In particolare, la malattia meningococcica invasiva descrive due principali malattie causate dal batterio Neisseria meningitidis o meningococco: meningite e setticemia. Fino a una persona su sei che contrae questo tipo di meningite muore, con circa 135.000 decessi all’anno.
Meno della metà (48%) dei genitori intervistati ha detto di sapere che la meningite può portare alla morte e quasi un terzo (28%) ha affermato di non avere alcuna conoscenza della patologia1. La meningite può essere una patologia difficile da diagnosticare perché i segni e i sintomi sono spesso simili a quelli di altre malattie. Almeno un sopravvissuto a malattia meningococcica invasiva su cinque può presentare gravi effetti a lungo termine come cicatrici cutanee, amputazione/i degli arti, perdita dell’udito, della vista, della memoria e danni cerebrali.
La meningite in Italia
In Italia oltre mille persone contraggono la meningite e circa una persona ogni due viene colpita da meningite meningococcica. In particolare, i sierogruppi B e C sono particolarmente diffusi nel nostro Paese. Secondo i dati epidemiologici dell’Iss, la meningite meningococcica provoca il decesso nell’8-14% dei pazienti colpiti. In assenza di cure adeguate, il tasso di mortalità sale addirittura al 50%. Quanto al sierotipo B, oltre ad essere particolarmente aggressivo con altissima letalità, è responsabile da solo di circa l’80% dei casi in età pediatrica, con una massima incidenza soprattutto nel primo anno di vita, tra il 4° e l’8° mese (dati Iss e del Comitato nazionale contro la meningite).
Da qui l’importanza di continuare a sensibilizzare sui rischi legati a questa patologia e sulle modalità di prevenzione vaccinale. Fortunatamente l’88% degli intervistati italiani considera la vaccinazione “cosa buona e giusta” per i suoi bambini.
E il rapporto privilegiato con il pediatra diventa anche la chiave per comprendere come mai il 79% degli italiani intervistati riconosce la malattia e ne percepisce la gravità. È la percentuale più elevata in Europa. In Spagna si viaggia poco sopra il 70% e in Francia si scende al 64%.
Infine, più di 8 italiani su 10 (81% del totale degli intervistati) sa che esiste un vaccino ed è disponibile.
L’attenzione alle indicazioni degli esperti si conferma anche quando si analizzano le fonti più autorevoli per le decisioni di mamma e papà sulla salute: i professionisti sanitari, come detto, sono la voce più ascoltata. Rispetto ad altri Paesi, solo il 29% dei genitori si affida ad internet. Siamo invece a 1 su 2 nel Regno Unito e al 43% in Germania, mentre in Francia la percentuale di chi si affida al web cala al 21% e poco più di 3 su 10 chiedono informazioni ai familiari.
Vaccini e sintomi
Nonostante gli italiani sappiano che esiste un vaccino, uno su due ignora che ci sono vaccini specifici per i diversi ceppi, anche perché la conoscenza sui vari tipi di meningococco è davvero ridotta. Quasi uno su tre riconosce l’esistenza di A B e C ma solo circa uno su cinque sa che esistono W e Y. E questo, ovviamente, incide anche sulla percezione dell’importanza di vaccini specifici per questi batteri.
“Questi dati confermano che c’è ancora strada da fare per sensibilizzare le persone sul rischio legato alla meningite da meningococco ed alla conseguente malattia invasiva, oltre che sulla possibilità di prevenire l’infezione attraverso la vaccinazione, sulla base delle indicazioni del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale – commenta Sara De Grazia, Medical Head Vaccini GSK Italia – in occasione della Giornata Mondiale dedicata alla meningite è importante riportare l’attenzione su questa malattia che, oltre a poter essere mortale, può lasciare sequele pesanti e invalidanti su chi sviluppa i quadri più gravi”.
E proprio in Italia nei Centri Gsk, di Siena e Rosia, sono stati scoperti e vengono prodotti i vaccini contro la meningite. Rosia, centro di eccellenza per la produzione dei vaccini batterici, è l’unico al mondo dove si producono vaccini contro tutti i principali ceppi del meningococco (A, B, C, W, Y) e altri vaccini di grande rilevanza come quello contro l’Herpes Zoster e il virus respiratorio sinciziale (RSV). Nel 2022 il sito ha prodotto circa 30 milioni di dosi di vaccino, distribuite in circa 60 paesi nel mondo.
Per ciò che riguarda, invece, i sintomi a cui prestare attenzione la “triade clinica” indica: febbre alta improvvisa; rigidità nucale; vomito. Due dei tre sintomi della “triade clinica” si manifestano in circa il 95% dei pazienti; il 41-51% dei pazienti mostra tutti e tre i sintomi.