Massacra l'ex moglie a calci e coltellate in strada: "Ho fatto quello che dovevo"
Dopo il delitto l'uomo ha preso a calci il cadavere oramai esanime della moglie e si è seduto su una panchina ad aspettare i carabinieri

Ennesimo femminicidio, stavolta nelle Marche, a Tolentino, sotto gli occhi di decine di testimoni. Gentiana Hudhra, una donna albanese di 45 anni, madre di due figli, è stata uccisa dall’ex marito in mezzo alla strada mentre andava al lavoro. L’anziana che accudiva l’aspettava sabato sera, ma lei non è mai arrivata.
Uccide l'ex moglie in mezzo alla strada
Gentiana Hudhra lavorava come badante e si stava recando a casa dell'anziana di cui si occupava. Attorno alle 19.45 di sabato 14 giugno 2025, però, in viale Benadduci, in pieno centro a Tolentino, vicino a un parco pubblico, ha incontrato l'ex marito, Nikollaq Hudhra, 55 anni, da cui era separata da un paio d'anni.
Come racconta E' Tv Marche, televisione del gruppo Netweek, l'uomo la raggiunge in monopattino, nei pressi del Bar Chinatown. Tra i due nasce una discussione. Al culmine del confronto, Nikollaq Hudhra estrae un coltello e sferra diversi fendenti, poi addirittura prende a calci il corpo esanime della povera donna, riversa sul selciato.
"Ho fatto quel che dovevo"
A quel punto il presunto assassino si siede su una panchina e lì aspetta, gli occhi fissi sulla donna madre dei suoi due figli, fino all’arrivo dei carabinieri. I militari, sentite anche le numerose testimonianze, lo fermano e lo conducono in caserma.
“Resto qui – avrebbe detto inizialmente il presunto killer – ho fatto tutto quello che dovevo fare”.
Le testimonianze
Fondamentale per la soluzione dell’omicidio l’aiuto delle persone che erano presenti sul posto e hanno chiamato il 112 raccontando l’accaduto agli inquirenti. Sul posto si sono precipitati i carabinieri e il 118, ma all’arrivo dei sanitari la donna era già morta.
I militari del Reparto operativo e della Compagnia di Tolentino hanno trovato l’omicida ancora sulla panchina. Senza opporre resistenza li ha seguiti in caserma per essere interrogato dal pubblico ministero di turno Enrico Riccioni. Sul posto anche il comandante provinciale Raffaele Ruocco con il medico legale Antonio Tombolini.
Uno dei testimoni oculari racconta:
“Ho sentito urlare e ho visto quell’uomo mentre la colpiva con i calci".
e lo chiamate "presunto"?