Si è spento a 53 anni

Lutto nel calcio, è morto Sinisa Mihajlovic

L'ex calciatore e allenatore serbo, purtroppo, si è dovuto arrendere alla leucemia, un male che lo tormentava dal 2019.

Lutto nel calcio, è morto Sinisa Mihajlovic
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Una notizia che lascia un vuoto profondo nel mondo del calcio: oggi, venerdì 16 dicembre 2022, si è spento all'età di 53 anni Sinisa Mihajlovic, ex calciatore e allenatore serbo che da tempo lottava contro la leucemia.

Il mondo del calcio in lutto per la morte di Sinisa Mihajlovic

A tre anni dal fatidico annuncio della malattia, purtroppo, Sinisa Mihajlovic non ce l'ha fatta. Come un fulmine a ciel sereno, nella giornata di oggi, venerdì 16 dicembre 2022, l'ex calciatore e allenatore serbo si è spento all'età di 53 anni. La famiglia, al momento, si è voluta esprimere con un semplice comunicato stampa:

"La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic".

Dalla scorsa domenica, 11 dicembre, l'ex mister del Bologna Calcio era stato ricoverato presso la clinica Paideia, per un'infezione divenuta da subito grave a causa del sistema immunitario compromesso dalla malattia stessa e dalle pesanti terapie.

La malattia, purtroppo, è gravemente peggiorata in modo improvviso, cogliendo tutti in controtempo, persino lo stesso Sinisa che qualche giorno prima parlava entusiasta dei suoi programmi futuri, a partire dal desiderio di ricominciare da gennaio. La sua ultimissima uscita in pubblico era avvenuta qualche giorno fa durante la presentazione del libro dell'allenatore Zdenek Zeman.

Da lunedì 12 dicembre le condizioni di salute di Mihajlovic si sono aggravate in modo irreversibile, coi medici che lo hanno messo in coma farmacologico nel tardo pomeriggio.

Stretto nell'intimità della sua famiglia, con l'amata moglie Arianna sempre accanto, si è spento oggi.

Un lottatore dentro e fuori dal campo

Tra tutte le sue immense qualità, Sinisa Mihajlovic, nato il 20 febbraio 1969 a Vukovar (Croazia), si era sempre contraddistinto per essere un vero e proprio lottatore sia dentro che fuori dal campo.

Nel corso della sua lunghissima carriera calcistica è stato prima calciatore: partito dal campionato serbo è passato a quello italiano militando nei top team di Serie A come Roma, Sampdoria, Lazio e Inter. Celebri i suoi calci di punizione, un mancino forte e tagliente, imprendibile per qualsiasi portiere.

Una volta appesi gli scarpini al chiodo ha deciso di continuare a lavorare nello sport che più amava, prima affiancando nell'Inter il suo amico Roberto Mancini e poi diventando lui stesso allenatore ufficiale. Tantissime le squadre di Serie A allenate da Mihajlovic: dalla prima esperienza al Bologna ha poi guidato in ordine Catania, Fiorentina, Nazionale serba, Sampdoria, Milan, Torino, Sporting Lisbona e di nuovo Bologna, a chiudere un cerchio di una carriera intensa e ricca di soddisfazioni, durante la quale ha sempre avuto il coraggio di metterci cuore, grinta e faccia.

Dal 2019 gli è stata diagnosticata la leucemia

Dal marzo 2019, però, Mihajlovic ha cominciato a dover fare i conti con l'avversario più difficile: la leucemia. La malattia, contro la quale aveva combattuto come un leone, lo aveva tenuto lontano dal campo per diverso tempo, ma Sinisa non ha mai mollato, riuscendo a più riprese a tornare in panchina col suo Bologna.

Da settembre, dopo essere stato sollevato dal suo ultimo incarico in panchina a Bologna, l'ex difensore e tecnico aveva ricominciato a combattere contro il male, con l'intenzione di non arretrare di un millimetro nonostante le sofferenze fisiche che doveva sopportare. Alla fine ha dovuto invece alzare bandiera bianca, come molto raramente gli era capitato nella sua carriera sportiva.

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