Università di Padova

Lo studio: il crollo della Marmolada provocato dal surriscaldamento globale

L'enorme massa d'acqua generata dalle temperature insolitamente alta. La conformazione dei crepacci avrebbe fatto il resto. Morirono undici persone

Lo studio: il crollo della Marmolada provocato dal surriscaldamento globale
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Una tragedia che fa ancora male rivivere e che ancora oggi non ha una spiegazione. O almeno, secondo alcuni. Perché a distanza di un anno dal crollo della Marmolada costato la vita a undici alpinisti l'Università di Padova dà una motivazione all'accaduto, che sarebbe colpa del surriscaldamento globale.

Il crollo della Marmolada provocato dal surriscaldamento globale

La memoria di quel giorno è ancora viva in tutti noi. Era il 3 luglio 2022 quando un enorme distaccamento di ghiaccio collassò e si staccò dal ghiacciaio della Marmolada sulle Dolomiti. Tonnellate di acqua e detriti diedero origine a una spaventosa valanga, potente, si stima, come un terremoto, e che si fermò solo dopo aver percorso circa tre chilometri lungo il pendio.

Undici persone rimasero uccise, sette ferite. 

Lo studio dell'Università di Padova

Ora, però, e questa è la novità sulla vicenda, c'è uno studio, condotto dal docente Aldino Bondesan dell'Università di Padova, che ha messo insieme un vero e proprio team internazionale di ricercatori, per indagare sulle cause che avrebbero innescato il violento e terrificante fenomeno naturale.

Fenomeno naturale, certo, ma, secondo quanto si apprende e come riporta la Repubblica, non proprio "fisiologico". Di diverso dal solito, infatti, in quella zona, in quella precisa area (il versante Nord della Marmolada, quota oltre 3mila metri) c'era un enorme volume d'acqua.

Era lì, in un crepaccio che aveva "accolto" l'acqua di disgelo generato, si legge, dalle temperature anomale. In quota, più o meno Punta Rocca, lo ricordiamo, si erano toccati gli oltre 10 gradi. Il cedimento, in altre parole, è stato innescato dal surriscaldamento globale. La rete dei crepacci presente, e altre caratteristiche morfologiche, hanno fatto il resto, generando le condizioni per il collasso del ghiacciaio.

Crollo della Marmolada: chi furono le undici vittime

  1. ITA: Tommaso Carollo, 48 anni, nato a Thiene ma residente a Zanè (Vicenza), guida alpina
  2. ITA: Paolo Dani, 52 anni di Valdagno (Vicenza), guida alpina
  3. ITA: Filippo Bari, 27 anni, di Isola Vicentina (Vicenza), alpinista (faceva parte del gruppo del Cai di Malo)
  4. ITA: Liliana Bertoldi, 58enne di Levico Terme (Trento)
  5. REP. CECA: Pavel Dana, 47 anni
  6. REP. CECA: Martin Ouda, 48 anni
  7. ITA: Davide Miotti, 51 anni, di Tezze sul Brenta (Vicenza)
  8. ITA: Erica Campagnaro, di Tezze sul Brenta (Vicenza), moglie di Davide Miotti
  9. ITA: Gianfranco Gallina, cuoco, 36 anni, di Montebelluna (Treviso)
  10. ITA: Emanuela Piran, 33 anni, di Bassano del Grappa (Vicenza) fidanzata di Gianfranco Gallina
  11. ITA: Nicolò Zavatta, 22 anni, di Barbarano Mossano (Vicenza)

Le vittime Venete

A pagare un prezzo altissimo fu soprattutto il Veneto, con ben sette vittime: ecco le loro storie.

Il 27enne Filippo Bari  qualche minuto prima della tragedia aveva inviato un selfie alla famiglia.

Il 27enne Filippo Bari

Davide Miotti, 52enne guida alpina originario di Cittadella e titolare di un negozio a Tezze sul Brenta con la moglie Erica Campagnaro 45enne, come lui grande appassionata scalatrice. La coppia viveva a Cittadella, lasciano due figli di 25 e 16 anni.

Davide Miotti, 52enne guida alpina originario di Cittadella e la moglie Erica Campagnaro, 45 anni

Tommaso Carollo, 48enne originario di Thiene e residente a Zané, appassionato di montagna e manager. Un volto molto noto nell’Altovicentino, purtroppo anche lui è rimasto travolto dalla “cascata” di pietre e ghiaccio.
La compagna di Carollo è invece miracolosamente sopravvissuta ed è tra i feriti ricoverati all’ospedale di Trento.

Il manager Tommaso Carollo

Altre due salme appartengono a Gianmarco Gallina, 36enne geometra originario di Montebelluna e residente a Villa d’Asolo (Treviso). Con lui è deceduta anche la compagna, Emanuela Piran, 36enne di Bassano del Grappa, impiegata.

Gianmarco Gallina, 36 anni, ed Emanuela Piran, 36 anni

Per giorni si è cercato Nicolò Zavatta, 22enne di Barbarano Mossano (Vicenza), purtroppo anche lui deceduto. Venti minuti prima della tragedia il giovane aveva chiamato la madre Francesca. Papà Michele ha anche fatto pubblicare sul gruppo Facebook "DoloMitici!" una foto del ragazzo felice mentre si arrampica. Nel post si legge:

"Arrivederci Nicolò Zavatta , il tuo papà Michele ti ha voluto regalare un ritratto d'onore nel gruppo di cui facevi parte con orgoglio.
22 anni ed il sogno di un vero alpinismo, ti hanno portato sui fianchi della Regina.
Non era la vetta la tua destinazione, ma qualcosa di più grande: un corso di sicurezza e salvamento in crepaccio, insieme a Paolo Dani.
Ti dobbiamo un favore, quello di ricordarti così, risoluto nella tua vocazione tra queste rocce, ora felice per sempre.
Un abbraccio immenso alla tua famiglia da tutti gli admin DoloMitici! e da tutti i componenti del gruppo.
A tutte le famiglie addolorate.
E al Dio del cielo e Signore delle cime, una preghiera."

Nicolò Zavatta, 22enne di Barbarano Mossano

Tra le vittime c'è anche Paolo Dani, 52enne di Valdagno. Il 52enne era noto per essere un’esperta guida alpina. Secondo quanto ricostruito, Paolo era partito con un gruppo di amici per una cordata domenicale.

Data la sua esperienza, per lui la regina delle Dolomiti non aveva segreti e il 52enne spesso portava gli escursionisti in quota, fino a Punta Penia.

Paolo Dani, 52enne di Valdagno
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