L'incomprensibile comportamento di Scientology nel caso Verzeni
Non c'entrava niente, eppure la Chiesa, da quando è entrata nella vicenda, ha alzato un vero e proprio muro
E' trascorso quasi un mese e mezzo dall'omicidio di Sharon Verzeni, barista 33enne di Terno d'Isola (in copertina, a sinistra, sul posto di lavoro), in provincia di Bergamo, è stata uccisa e solo due settimane (ma sembra ormai un'eternità) da quando il giallo sulla sua uccisione è stato risolto con la confessione del 31enne Moussa Sangare.
Scrivevamo il 5 agosto scorso, una settimana dopo il delitto:
Il discrimine è: si è trattato di un fatto casuale oppure no?
Sharon è stata ammazzata in maniera tanto violenta e repentina da presupporre, di primo acchito, un movente forte. Insomma un fatto deliberato e magari anche preordinato. Eppure sinora le indagini sulla vita della vittima ne hanno riconsegnato un'immagine specchiata. Gli inquirenti hanno sentito, parenti, colleghi e amici della ragazza, vicina anche alla chiesa di Scientology: nulla che potesse far pensare a qualcuno in grado, ma soprattutto motivato a compiere quanto accaduto.
Una rapina finita in tragedia del resto non avrebbe senso: alla ragazza non è stato portato via nulla, nemmeno il cellulare con cui ha chiamato lei stessa i soccorsi. E questo dettaglio potrebbe essere significativo: se qualcuno voleva ammazzarla e poi coprire le proprie tracce, per prima cosa si sarebbe impossessato del telefonino.
Al momento la pista del folle solitario sembrerebbe, insomma, quella più gettonata: sarebbe una coincidenza incredibile, ma purtroppo possibile.
Ovvero, Sharon è uscita serenamente per una passeggiata e ha incontrato per caso la morte, forse aggredita da uno squilibrato senza una particolare ragione.
Un movente insomma legato alla follia di un singolo, piuttosto che il piano di qualcuno che conoscendo le sue abitudini, l'ha aspettata in un punto centralissimo del paese, piuttosto che attenderla in un altra zona ben più isolata, lungo i 700 metri di distanza fino all'abitazione in estrema periferia.
Il fatto che, in base all'autopsia, sia stata colta di sorpresa, sembrerebbe confermarlo: tre coltellate su quattro sono arrivate da tergo e la ragazza forse aveva nelle orecchie le cuffiette attaccate al cellulare per ascoltare musica e non s'è accorta dell'arrivo dell'assassino.
Alla fine, quella coincidenza incredibile si è purtroppo rivelata realtà.
Poteva succedere a chiunque, insomma. Non solo a Terno, ma in tutti i paesini della cosiddetta Isola bergamasca che Sangare girava con la sua bicicletta.
E se l'assassino poco prima non si fosse limitato a minacciare due ragazzini col suo coltello non si sarebbe innescata neppure la sterile diatriba sul femminicidio, casistica che presuppone un tipo di sopraffazione non legato alla casualità.
A proposito dei due ragazzini minacciati da Moussa a pochi chilometri e poco prima del delitto, semmai, sono altre le considerazioni da fare. Quando il killer ha confessato di averli incontrati, gli investigatori non credevano alle loro orecchie e devono aver pensato a una boutade, un'invenzione:
"Ma figuriamoci, se la stessa sera del delitto fosse successa una cosa del genere, sarebbe sicuramente saltato fuori"
E invece anche in qui l'incredibile si è rivelato realtà, complice anche l'omertà dei genitori dei minorenni coinvolti, per "non avere rogne": se non avessero ammantato nel silenzio quanto accaduto ai figli, forse le indagini non si sarebbero protratte per un intero mese.
L'incomprensibile comportamento di Scientology nel caso Verzeni
Comunque sia, Sharon è stata assassinata da un folle solitario che non aveva mai incontrato prima.
E in un colpo sono state spazzate via decine di ipotesi diverse: per un mese non si è parlato d'altro, complice anche la mancanza di notizie nel mese di agosto, i giornali ogni santo giorno si sono inventati qualche aggiornamento sulla vicenda, anche quando non c'era nulla da aggiungere.
A questo proposito, com'è finita la faccenda del dna sul corpo e sui vestiti di Sharon: c'era davvero quello di Sangare? Chissà se lo sapremo mai... E quello dei presunti messaggi ricevuti dalla ragazza prima di morire era davvero un "giallo"? Senza contare chi si diceva sicuro, contando i secondi, che la 33enne avesse avuto un incontro prolungato col suo assassino o che fosse impossibile che avesse coperto il suo percorso tanto lentamente...
L'epilogo ha cancellato con un colpo di spugna, in un secondo, tutte le fantasie.
In primis il coinvolgimento del fidanzato Sergio Ruocco, negli ultimi giorni prima della svolta, sempre più sottoposto al pressing mediatico, come fosse uno che non la raccontava giusta fino in fondo...
Ma fra le tante ipotesi di quelle convulse settimane, è saltato fuori anche il coinvolgimento della Chiesa di Scientology, più volte tirata in ballo perché la 33enne di Terno d'isola pare si fosse avvicinata alla filosofia religiosa di origini statunitensi per intercessione di alcuni colleghi della gelateria di Brembate dove lavorava, che seguisse alcuni incontri vicino a Terno e che addirittura potesse aver avuto discussioni con il compagno sul costo di alcuni corsi.
E in effetti poteva suonar strano il fatto che il parroco di Bottanuco (paese natale della ragazza), amico di famiglia, raccontasse che lei e Ruocco avevano fatto il corso fidanzati, che erano pronti a sposarsi: insomma, una nota apparentemente stonata l'abbracciare un'altra Fede (malgrado Scientology sia in culto molto particolare, basato soprattutto sulla presa di coscienza personale, in cui è l'individuo il protagonista, senza alcun bisogno di divinità astratte).
Tuttavia, da quando Scientology è entrata nella vicenda, ha alzato un vero e proprio muro. Nessun esponente della Chiesa nazionale o della congregazione di Bergamo (con sede a Gorle, vicino al capoluogo) s'è mai espresso, dicendo nemmeno una parola sulla vicenda.
Non è andata meglio neppure a noi giornalisti. Un collega della redazione di Bergamo News si è recato a Gorle, ha chiesto di parlare con qualche responsabile, è stato lasciato in attesa, poi lo hanno rimbalzato e infine gli hanno detto di scrivere un'email (alla quale nessuno ha mai risposto). E la stessa cosa hanno tentato altri, col medesimo risultato.
Forse Scientology in Italia non sarà cosi popolare, vista da alcuni col dubbio che si tratti di una "americanata", inventata da uno scrittore di fantascienza (peraltro neppure così noto rispetto a contemporanei del calibro di Asimov, Dick o Matheson), ma non sarebbe un motivo sufficiente per giustificare una chiusura così ermetica.
Anche perché in ogni caso, alla fine appunto Scientology col caso Verzeni non c'entrava nulla: non c'entravano nulla i colleghi di lavoro, le presunte discussioni col compagno sul costo dei corsi, estranei allo stesso modo i partecipanti agli incontri di preghiera che frequentava Sharon.
Che senso ha avuto rimanere in silenzio?
daniele.pirola@netweek.it
Non sapendo niente, non hanno parlato a vanvera. Perché avrebbero dovuto?
Si alzano i muri perchè Scientology è una SETTA si entra al 99% solo su presentazione.....