SCANDALOSO

Libero per un cavillo il 15enne che diede 23 coltellate a una runner

Scaduti i termini della custodia cautelare, si è verificato un errore di notifica che ha reso libero il giovane. Il quale si è subito reso irreperibile.

Libero per un cavillo il 15enne che diede 23 coltellate a una runner
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È libero per un errore burocratico il ragazzo di 15 anni condannato in primo e secondo grado per aver ridotto in fin di vita Marta Novello, la 26enne ferita con 23 coltellate mentre faceva jogging in un viottolo di campagna in località Marocco di Mogliano Veneto, in provincia di Treviso.

15enne diede 23 coltellate a una runner

E' il 22 marzo 2021 e Marta appena uscita di casa per andare a correre si imbatte nel giovane che la aggredisce e la pugnala ripetutamente.

Una vittima scelta a caso, spiegherà poi al magistrato che gli chiedeva conto della violenza, perché voleva rapinare una persona per acquistare stupefacenti.

L'aggressione causò la ragazza danni gravissimi agli organi interni e furono necessarie diverse operazioni per garantirne la sopravvivenza.

Marta Novello

Libero per un cavillo

E adesso, come riporta Prima Treviso, oltre al danno pure la beffa: dopo una perizia psichiatrica che ne aveva confermato la capacità di intendere e volere, il 15enne era stato condannato in primo grado dal tribunale dei minori a 6 anni 8 mesi di reclusione; in appello nell'aprile dello scorso anno, la corte di Venezia aveva ridotto la pena a 5 anni per tentato omicidio e tentata rapina, confermando la prescrizione di sicurezza di 2 anni da scontare successivamente alla pena detentiva, alla luce della pericolosità sociale del ragazzo.

Poi l'intoppo: il 21 luglio scorso, in attesa del terzo grado di giudizio, l'imputato è stato scarcerato a Napoli dove era stato nel frattempo trasferito, per scadenza dei termini per la custodia cautelare in prigione; a quel punto avrebbe dovuto essere immediatamente portato in una comunità, ma qualcosa non ha funzionato; nessuno al momento di uscire dalla cella gli ha notificato nulla, condizione indispensabile perché la misura disposta dal giudice fosse eseguibile.

Il motivo? Pare sia stata indicata erroneamente la data del 20 settembre invece che del 20 luglio come termine entro il quale comunicargli la decisione del passaggio dal carcere alla comunità, una svista di cui ragazzo ha approfittato subito per lasciare l'Italia e dirigersi a Londra dove ha raggiunto la madre.

Ora si cerca di rimediare e anche la ministra della Giustizia Marta Cartabia ha chiesto di far luce sull'accaduto.

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