L'esperto alpinista-fotografo Loris De Barba precipita e muore sulle Torri del Camp: cercava lo scatto perfetto del tramonto
Il 71enne di Limana, in provincia di Belluno, non ha più fatto rientro a casa. Fatale una scivolata che l'ha fatto precipitare senza concedergli scampo
Morto il 71enne Loris De Barba, fotografo di montagna ed alpinista esperto. A tradirlo proprio quelle montagne bellunesi che conosceva alla perfezione e delle quali restituiva la bellezza nei suoi scatti.
Partito ieri nel pomeriggio di domenica 8 settembre 2024, per andare a fotografare il tramonto sulle Torri del Camp, Loris De Barba, 71 anni, di Limana, in provincia di Belluno, non ha più fatto rientro a casa. Fatale una scivolata che l'ha fatto precipitare senza concedergli scampo.
Morto l'alpinista e fotografo Loris De Barba: tradito dalle sue montagne
Quando la sera non è rientrato e la moglie, preoccupata, si è rivolta a un amico e soccorritore di Belluno verso le 23, che ha allertato il Soccorso alpino di Agordo. Dopo aver verificato che la macchina di Loris, fortissimo alpinista, profondo conoscitore delle montagne bellunesi e stimato fotografo, era ancora parcheggiata a Malga Framont, i soccorritori di Agordo, assieme al soccorritore bellunese, sono risaliti dove il sentiero dell'Alta via incrocia il rientro della Ferrata e la traccia che sale alle Torri.
Come riporta Prima Belluno, dopo aver perlustrato la parte bassa sotto le pareti e avere raggiunto la cengia mediana, una squadra ha proseguito il controllo della cengia, una si è avviata verso il Campanile degli Zoldani, l'ultima si è diretta verso la forcella che divide la seconda e la terza torre.
Superata la forcella, arrivati sotto la Seconda Torre di Camp, attorno alle 3 i soccorritori hanno individuato il corpo dell'uomo, una ventina di metri più in basso rispetto alla traccia, a 2.300 metri di quota. Dopo essersi calati e averne purtroppo verificate le condizioni, i soccorritori si sono riuniti e sono rientrati al vicino Rifugio Carestiato, dove hanno atteso le prime luci, per poi tornare al campo base a Malga Framont. Da lì in 4 sono stati imbarcati su Falco 2, in supporto alle operazioni. L'elicottero li ha quindi trasportati in quota e lasciati assieme al tecnico di elisoccorso, per poi procedere con un verricello al recupero e al trasporto a valle della salma.
Probabilmente l'alpinista si trovava in cima alla seconda torre, non si sa se in fase di salita o discesa, con tutto il materiale fotografico nello zaino, quando è scivolato sopra una parete verticale, perdendo la vita e fermandosi una cinquantina di metri più sotto, prima di un salto di roccia.
L'amore per la montagna e le sue imprese
Nel suo blog personale, De Barba, si descriveva così:
"Abito a Limana, Belluno, da più di 35 anni frequento la montagna preferendo le zone poco frequentate e le salite sui 4000 delle Alpi. La passione per l’ambiente invernale e in particolare la pratica dello scialpinismo mi hanno portato a scoprire delle zone poco o per niente frequentate. Alla passione per la montagna ho associato quella della fotografia, senza comprendere però quale delle due sia predominante".
Il 71enne era un grande amante delle montagne di casa, e prediligeva le zone poco frequentate. La sua passione per l’ambiente invernale, e in particolare la pratica dello scialpinismo e lo sci ripido, lo aveva portato a scoprire aree meno conosciute.
Numerose le sue prime discese in tutte le Dolomiti, spesso insieme a Francesco Vascellari con il quale ha vinto il prestigioso Pelmo d'Oro per l’alpinismo in attività.
Quattro alpinisti dispersi sul Monte Bianco
Ed è delle ultime ore un'altra emergenza ad alta quota. Due alpinisti di quaranta anni sono dispersi sul Monte Bianco, a 4.600 metri di altitudine e a 200 dalla vetta. Sono rimasti bloccati nella morsa della nebbia dalle 17 e 30 di sabato pomeriggio, 7 settembre 2024.
"Non vediamo nulla, veniteci a prendere, rischiamo di morire congelati", questo il contenuto di uno dei messaggi inviati ai soccorritori.
Anche due cittadini coreani risultano dispersi. Ma di loro i soccorritori non conoscono nemmeno la posizione.
Il rischio è il decesso per ipotermia. Un primo tentativo di recupero è fallito nella giornata di domenica, 8 settembre 2024: impossibile proseguire per il vento e per la nebbia. Oggi si punta a ritentare, sperando non sia tardi.