Tamponate a 150 Km/h e uccise al casello della A4: il video dell'incidente
Le immagini del terribile incidente in A4 costato la vita a Laura Amato e Claudia Turconi testimoniano le prime rilevanze dell'indagine
Due donne che tornano dopo una serata allegra, in cui una ha festeggiato il compleanno. Laura Amato e Claudia Turconi erano praticamente ferme al casello di Milano Ghisolfa, sulla A4 Milano Torino, quando alle loro spalle è sopraggiunta un'altra auto, lanciata come un proiettile, che le ha centrate a 150 chilometri orari. Un impatto devastante, che ha ucciso le due donne. Ora le immagini delle telecamere di Autostrade - diffuse dalla Polizia - confermano le prime ricostruzioni dei fatti.
Tamponate a 150 all'ora in A4: morte due donne
Laura Amato, 54 anni, lavorava come operatrice sanitaria a Milano e abitava a Robecchetto con Induno; Claudia Turconi, 60 anni, risiedeva a Rescaldina. La prima lascia due figli, la seconda quattro.
Qui il video dello schianto (attenzione, immagini forti che possono urtare il pubblico più sensibile):
Nella notte tra venerdì 17 e sabato 18 febbraio 2023 le due tornavano dalla festa di compleanno di Laura, a Milano, e stavano rientrando a bordo di una Lancia Y. All'altezza del casello, sono state tamponate in maniera violentissima dalla Lancia Musa guidata da un 39enne originario del Marocco.
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Nelle immagini si nota come non ci sia nessun cenno di frenata da parte del conducente della seconda vettura. La Lancia Musa del 39enne arriva a velocità elevata, mentre l’auto delle due amiche si stava lentamente avvicinando al casello per pagare.
Poi lo schianto, con l’auto dell’uomo che travolge e - per la potenza dell'impatto - spinge dall’altra parte del casello il mezzo delle due donne.
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Positivo a cannabis e benziodazepine
Paolo Filippini, titolare dell'inchiesta, ha incaricato la Polstrada di Novara di sentire la moglie del 39enne di Pontenure, in provincia di Piacenza, dove risiede, e di acquisire le cartelle cliniche dell'ospedale di Piacenza dove era entrato giovedì 16 febbraio dopo aver dato in escandescenza. Dalle cartelle cliniche e dalle testimonianze dei medici, gli inquirenti e gli investigatori puntano ad accertare se le benzodiazepine gli sono state somministrate dal personale sanitario e se l'uomo sia stato dimesso oppure abbia lasciato volontariamente l'ospedale.
Il 39enne è ora ricoverato nel reparto di Psichiatria dell'ospedale San Carlo di Milano. Per capire se negli istanti prima dell'incidente mortale fosse al telefono o stesse inviando messaggi gli è stato sequestrato il cellulare. Stando ai filmati delle telecamere si vedrebbe una macchina che tira diritto ad alta velocità come se l'autista non avesse visto il casello o guidasse bendato. Per questo si vuole appurare se fosse distratto o sotto gli effetti di un cocktail di benzodiazepine e stupefacenti.