DRAMMA FAMILIARE

L'Aquila, medico uccide moglie e due figli e si toglie la vita

Autore del terribile gesto con una pistola uno stimato primario di Urologia andato in pensione da circa un mese

L'Aquila, medico uccide moglie e due figli e si toglie la vita
Pubblicato:
Aggiornato:

Un'altra, l'ennesima tragedia familiare che ha colpito drammaticamente il nostro Paese aggiornando un elenco ormai senza fine e le pagine di cronaca nera.

Una notizia che arriva da L'Aquila in Abruzzo dove un medico ha ucciso la moglie e i due figli e poi si è tolto la vita.

Uccide moglie e figli, poi si suicida: l'ennesima tragedia

E' accaduto in una villetta a Tempera, una frazione dell'Aquila. Autore del terribile gesto è stato un medico molto conosciuto sul territorio, Carlo Vicentini, primario di urologia all'ospedale di Teramo.

L'uomo, da quello che si è potuto apprendere, da chi lo conosceva e dai colleghi di lavoro, era in pensione da un mese.

 La dinamica dell'accaduto: una tragedia nella tragedia

Secondo le prime ricostruzioni operate dagli inquirenti, il medico avrebbe usato una pistola regolarmente denunciata.

Con questa avrebbe ucciso il figlio Massimo, di 43 anni, disabile e attaccato ad un respiratore, la seconda figlia Alessandra, di 36 anni, anche lei dottoressa nutrizionista, e la moglie, operatrice della ASL di L'Aquila.

Il tentativo di salvarsi della moglie e della figlia

La ricostruzione della dinamica del triplice omicidio è decisamente inquietante.

Lo stimato professionista (che nel 2013 aveva avuto anche un braccio di ferro al Tar proprio con l'Asl di L'Aquila) avrebbe sparato ai suoi familiari mentre erano a letto: il figlio disabile è stato infatti ritrovato sotto le coperte.

La figlia (nella foto qui sotto) ha invece tentato di nascondersi, dal momento che è stato ritrovata sotto al letto.

E anche la moglie avrebbe cercato di fuggire a quei momenti di follia: il suo corpo è infatti stato trovato nel corridoio, presumibilmente nel disperato tentativo di mettersi in salvo.

Il medico si sarebbe tolto la vita nella sua stanza.

Il biglietto e il dramma della depressione

Sempre secondo è stato possibile apprendere dalle fonti investigative che stanno cercando di far completa luce su quanto accaduto, l'ex primario avrebbe lasciato un biglietto dove sarebbero stati trovati scritti pensieri farneticanti.

Secondo gli inquirenti sembrerebbe che il medico, dopo la pensione, depresso e preoccupato per le gravi condizioni di salute del figlio, non avrebbe premeditato la strage.

Ma le indagini proseguono e nessuna ipotesi ulteriore di movente viene al momento scartata.

Tre disabili uccisi in tre mesi in Abruzzo

Il dato ancor più inquietante è che salgono ora a tre i disabili uccisi in tre mesi in Abruzzo.

Eventi che hanno poi avuto il successivo suicidio o tentato suicidio di un familiare.

Sono scenari cui gli inquirenti e gli operatori del sociale guardando con grande preoccupazione perché sembrerebbe esserci un disagio crescente tra chi vive una situazione di disabilità in famiglia in questo territorio.

 

Seguici sui nostri canali