linguaggio nuovo

L'appello di Gino Cecchettin ai cantanti (soprattutto rapper): "No a stereotipi tossici, di dominio e violenza"

L'invito a riflettere sui testi misogini, mentre, nelle scorse ore, si consumava nel Paese l'ennesimo tentativo di femminicidio, in provincia dell'Aquila

L'appello di Gino Cecchettin ai cantanti (soprattutto rapper): "No a stereotipi tossici, di dominio e violenza"
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Mentre, nelle scorse ore, si consumava nel Paese l'ennesimo tentativo di femminicidio, in provincia dell'Aquila, in Abruzzo, il padre di Giulia Cecchettin, Gino, rendeva pubblico un appello a favore delle donne. L'uomo, si è rivolto ai cantanti e alla musica, in generale, invitando a promuovere una cultura che unisca e che non rafforzi stereotipi, soprattutto di genere.

L'appello di Gino Cecchettin alla musica, contro gli stereotipi di genere

Una voce carica di dolore, ma anche di speranza e determinazione: Gino Cecchettin - padre di Giulia, giovane vittima di femminicidio, uccisa l’11 novembre 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta, poi condannato all’ergastolo - manda un messaggio al mondo della musica. Una tragedia che ha profondamente segnato l’opinione pubblica e che ha dato vita a una mobilitazione culturale attraverso la Fondazione Giulia Cecchettin, nata con l’obiettivo di promuovere l’educazione al rispetto e combattere la violenza di genere.

L'appello di Gino Cecchettin ai cantanti (soprattutto rapper): "No a stereotipi tossici, di dominio e violenza"
Giulia Cecchettin

L’occasione per rilanciare un messaggio forte e diretto è stata l’edizione 2025 dell’Aperyshow Charity Event, manifestazione dedicata alla beneficenza e alla sensibilizzazione sociale. È qui che Gino Cecchettin ha rivolto un appello sentito e incisivo ai protagonisti della scena musicale italiana: cantanti, autori, produttori e case discografiche. L’invito è chiaro: usare la musica come veicolo di un cambiamento culturale, rinunciando a testi e messaggi che, anche in modo inconsapevole, rafforzano stereotipi tossici e narrazioni di dominio e violenza.

"Le parole che scegli, i messaggi che trasmetti arrivano a migliaia di giovani, e lasciano tracce. Ti invito a considerare la possibilità di lasciare da parte quei contenuti che – consapevolmente o no – possono alimentare una cultura della sopraffazione", ha dichiarato Cecchettin durante l’evento.

Due vademecum per un linguaggio nuovo

La Fondazione ha realizzato due vademecum, uno pensato specificamente per i cantanti e l’altro per le case discografiche. Entrambi i documenti contengono linee guida e suggerimenti concreti per favorire un linguaggio più rispettoso della parità di genere e dell’inclusione. L’obiettivo è chiaro: stimolare una riflessione collettiva sul potere delle parole e su come queste influenzino i comportamenti, specialmente nei giovani.

L'appello di Gino Cecchettin ai cantanti (soprattutto rapper): "No a stereotipi tossici, di dominio e violenza"
Gino Cecchettin ospite da Fazio

La musica, come sottolineato più volte da Cecchettin, ha un’enorme capacità di influenzare la società: può unire, educare, raccontare, ma anche – se usata con leggerezza – può diventare un mezzo per normalizzare comportamenti tossici, perpetuare stereotipi di genere e consolidare una cultura che giustifica la violenza o il dominio.

Tra i principali destinatari dell’appello vi è il mondo del rap, genere che più di altri è finito sotto accusa negli ultimi anni per l’uso frequente di linguaggi machisti e misogini. Festival come Sanremo hanno spesso acceso il dibattito, portando alla luce testi che raccontano dinamiche relazionali improntate al possesso e alla sopraffazione.

Educare all’emotività, promuovere l’inclusione

Secondo la Fondazione, la chiave per un vero cambiamento culturale sta nella consapevolezza emotiva. I testi musicali, si legge nei documenti diffusi, dovrebbero incoraggiare l’esplorazione sana e riflessiva delle emozioni, evitando invece di glorificare relazioni distruttive o di incitare a comportamenti violenti. "Le ingiurie non sono argomenti, denigrare non è arte" è uno dei passaggi più forti contenuti nei vademecum.

L'appello di Gino Cecchettin ai cantanti (soprattutto rapper): "No a stereotipi tossici, di dominio e violenza"
Giulia Cecchettin e Filippo Turetta

L’appello non si ferma ai testi: è un invito all’intero comparto musicale a promuovere una vera parità di genere. Le case discografiche sono esortate a garantire pari accesso a opportunità e spazi per le donne, parità salariale e una presenza femminile equa in tutti i ruoli, dalla produzione alla dirigenza. La Fondazione chiede di celebrare tutte le identità di genere e orientamenti sessuali, creando una scena musicale inclusiva, capace di valorizzare le voci diverse e contrastare le narrazioni omogenee e oppressive.

"Incoraggia la diversità e l'inclusione. Crea una scena musicale che valorizzi voci diverse e contrasti le narrazioni omogenee e oppressive", afferma il documento, definendo questi strumenti come un primo passo verso un’azione culturale più ampia.

Un appello che risuona nel presente

Il messaggio di Cecchettin è arrivato in un momento tragicamente simbolico. Nelle stesse ore, l’Italia ha registrato un nuovo tentato femminicidio: una donna di 38 anni, originaria della Bulgaria, è stata aggredita dall’ex compagno a Luco dei Marsi, in provincia dell’Aquila.

L’uomo, un 33enne di origini magrebine, l’avrebbe colpita al collo per motivi legati a gelosia e questioni economiche riguardanti il mantenimento del figlio. La donna è sopravvissuta e si trova ora in gravi condizioni, ma fuori pericolo. L’aggressore è stato fermato con l'accusa di tentato omicidio.

In questo contesto culturale e sociale, la Fondazione Giulia Cecchettin, con la forza dell’amore di un padre che ha trasformato il dolore in impegno, si rivolge a un mondo – quello musicale – capace di parlare a milioni di persone ogni giorno. L’invito è semplice ma potente: cambiare spartito, per cambiare società.

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