L'agghiacciante serie di omicidi senza un (apparente) perché: Nuoro, Como, Cesano, Modena, Viadana, Paderno, Terno e Preganziol
Otto inquietanti casi di cronaca in soli te mesi, da luglio a fine settembre
Omicidi senza un (apparente) motivo. L'ultima, in ordine di tempo, è la strage di Nuoro, dove un uomo ha sterminato la famiglia - colpendo anche un vicino e l'anziana madre - per poi togliersi la vita.
Da Sharon Verzeni alla terrificante strage di Paderno Dugnano, nelle ultime settimane la cronaca ha restituito una serie di pagine nere che restano, almeno per ora, senza un movente.
Nuoro e gli altri: una serie recente e agghiacciante di omicidi senza un perché
Mercoledì mattina 25 settembre 2024 a Nuoro, in Sardegna, il 52enne Roberto Gleboni, dipendente di Forestas, l’agenzia forestale della regione, incensurato, ha preso la sua pistola detenuta legalmente e ha ucciso la moglie, due dei loro figli e un vicino di casa incrociato sull'uscio durante la strage. Ha sparato anche al terzo figlio, 14 anni, che si è salvato con delle ferite non gravi.
Poi si è recato a casa dell'anziana madre: ha fatto fuoco anche contro di lei (che miracolosamente è rimasta solamente ferita). Infine si è tolto la vita.
Per il momento non sono state avanzate ipotesi sul movente degli omicidi, e le indagini sono ancora in corso: vicini e conoscenti hanno raccontato che Gleboni e la moglie si stavano separando, ma nei suoi confronti non c’erano state segnalazioni o denunce di violenze in famiglia. L’unico figlio sopravvissuto ha raccontato agli investigatori che poco prima della strage sua madre e suo padre avevano litigato.
Ponendo dunque che (l'ingiustificabile) fattore di stress fosse la separazione, perché prendersela con figli, vicino e anziana madre?
Ex vicesindaco ucciso nel Comasco: ignoto il movente
E poi c'è il tragico omicidio che ha scosso la tranquilla comunità di Garzeno, in provincia di Como. Candido Montini, un uomo di 76 anni, ex vice sindaco del paese e titolare di un negozio di alimentari, è stato trovato senza vita nella sua abitazione nella frazione di Catasco, situata sulle montagne della Valle Albano, nell'alto lago di Como. Si ipotizza che il delitto possa essere avvenuto nella serata di martedì 24 settembre 2024.
A scoprire il corpo senza vita è stato il fornaio del paese, che si è insospettito quando Montini non si è presentato a ritirare le consuete ceste di pane e ha trovato la bottega chiusa, un fatto decisamente anomalo. Decidendo di recarsi presso l'abitazione del pensionato, ha fatto la drammatica scoperta e ha immediatamente allertato le forze dell'ordine.
Una prima analisi del medico legale ha rivelato che l'anziano è stato vittima di un brutale omicidio. Sul corpo sono stati rinvenuti segni di numerose coltellate, concentrate soprattutto all'addome e al collo, colpi che sarebbero stati fatali. L'orario esatto dell'aggressione resta ancora da chiarire.
La Procura ha avviato un'indagine per omicidio e ha disposto l'autopsia per accertare ulteriori dettagli. Al momento, non sembra che la rapina sia il movente dell'aggressione, poiché non sono stati rilevati oggetti di valore mancanti all'interno della casa. I carabinieri stanno conducendo una serie di interrogatori tra familiari, conoscenti e persone vicine alla vittima, inclusi i due figli. C'è solo un dettaglio che stona: poco distante dall’abitazione, vicino a un pollaio a una ventina di passi dall’ingresso di casa della vittima, è stato trovato il suo portafogli nero. Completamente vuoto. Potrebbe trattarsi, anche, di un tentativo di depistaggio.
Candido Montini era una figura ben nota e apprezzata in paese. Nonostante l'età e la perdita della moglie, continuava a gestire il suo piccolo negozio di alimentari, punto di riferimento per la comunità locale. La sua attività politica aveva segnato la storia di Garzeno, dove aveva ricoperto il ruolo di consigliere comunale fino all'anno scorso e, negli anni Ottanta, era stato anche vice sindaco.
Imprenditore brutalmente aggredito con una mazza da baseball: fermato un minorenne
In Brianza, un tentato omicidio.
A distanza di 36 ore dalla brutale aggressione subita martedì sera 24 settembre 2024 intorno alle 22 da un imprenditore 60enne a Cesano Maderno, provincia di Monza, i Carabinieri hanno fermato un minorenne, ora indiziato di tentato omicidio.
La vittima è stata colpito alla nuca con diversi colpi di mazza da baseball, nel corsello dei box condominiali. A dare l’allarme un vicino di casa dell’uomo che, rincasando, l’ha trovato a terra, con vistose ferite alla nuca. L'imprenditore era in stato di semi incoscienza, riverso a terra, con vistose macchie ematiche sul capo.
Una giornata di indagini hanno portato alla svolta: un ragazzino 16enne è stato fermato con l’accusa di essere l’autore dell’aggressione.
Nella sua abitazione hanno trovato gli abiti intrisi di sangue e nella sua stanza sono state trovate anche sigarette artigianali contenenti marijuana. Il giovane aggressore, di cui non sono ancora chiari i motivi del gesto, è stato sottoposto a fermo su disposizione della procura per i minorenni di Milano. Attualmente, il ragazzo si trova in un istituto penale per minori, in attesa dell'udienza di convalida del fermo.
Ancora ignote le motivazioni del massacro: quando ha parlato ai magistrati, il minore, non è riuscito a dare un movente al suo folle gesto: "Non so perché l’ho fatto”, ha detto mostrandosi confuso e facendo fatica a parlare.
La confessione shock davanti alle telecamere: "Ho sentito un istinto"
E poi c'è la confessione horror, davanti alle telecamere di Pomeriggio Cinque, di Lorenzo Carbone. Il presunto omicida, dopo aver vagato per ore, si è presentato a casa proprio quando era in corso una diretta, ha ammesso di aver strangolato la madre nella giornata di sabato 21 settembre 2024. Perché?
"E' stato un istinto", ha detto in stato catatonico.
Il 50enne si è auto-accusato dell'omicidio della madre Loretta Levrini, trovata morta nel suo appartamento al secondo piano di una palazzina a Spezzano di Fiorano, in provincia di Modena.
"Nell'ultimo periodo aveva un po' di demenza e mi faceva arrabbiare. Prima (per ucciderla) ho usato il cuscino poi la federa e infine i lacetti. E' stato un istinto e ho tenuto stretto un fazzoletto".
Il ritrovamento del corpo di Maria Campai: fermato un 17enne
Era scomparsa venerdì 20 settembre 2024 e probabilmente è stata uccisa proprio quel giorno. E' stata ritrovata senza vita nel Mantovano giovedì 26 settembre una 42enne di origini straniere residente a Parma.
Ufficialmente la trasferta mantovana si rendeva necessaria per un colloquio di lavoro. Ma il quadro che emerge, dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Maria Campai in una villetta abbandonata di Viadana, suggerisce un altro scenario.
La 42enne di origine romena, residente a Parma, Emilia, separata con figli, si sarebbe fatta accompagnare da un amico in Lombardia per un incontro intimo pianificato online con un 17enne del posto. Lo stesso giovane che ora è accusato di averle tolto la vita. Il movente, al momento, non è chiaro.
I Carabinieri, grazie a un’intensa attività investigativa, hanno rinvenuto il corpo senza vita di Maria Campai nascosto in un giardino, vicino a una villetta abbandonata, un rudere situato nel centro cittadino. La posizione del corpo, in una zona difficilmente accessibile, ha reso particolarmente arduo il ritrovamento.
Le prime analisi effettuate dal medico legale Antonello Cirnelli indicano che Maria sarebbe stata colpita più volte alla testa e forse soffocata. Tuttavia, l’esatta causa del decesso sarà stabilita nei prossimi giorni dall’autopsia, che potrebbe chiarire molti aspetti ancora oscuri della vicenda. Nel corso delle indagini, l'attenzione dei Carabinieri si è subito concentrata sul 17enne, residente proprio a Viadana.
Il ragazzo è stato accompagnato in caserma per essere interrogato, alla presenza del padre e di altri familiari. Secondo una prima ricostruzione, i due si sarebbero conosciuti online e durante il loro incontro, prima dell'omicidio, sembra che abbiano avuto un rapporto di natura intima. Si sospetta che il 17enne abbia convinto Maria a raggiungerlo nella sua abitazione. Durante l'incontro, qualcosa sarebbe andato terribilmente storto. Le indagini suggeriscono che il giovane potrebbe aver colpito violentemente la vittima alla testa e cercato di soffocarla, uccidendola. Successivamente, avrebbe nascosto il corpo nel giardino della villetta abbandonata, sperando forse di sfuggire alle conseguenze del suo gesto.
L'abisso indecifrabile della strage di Paderno Dugnano
E poi c'è l'abisso in cui è precipitato un 17enne, di Paderno Dugnano, in provincia di Milano, che nella notte del 31 agosto 2024 ha preso un coltello da cucina e sterminato la sua famiglia: prima il fratellino 12enne, poi a turno il padre e la madre. Perché?
"Vivevo questo disagio, un'angoscia esistenziale, ma non pensavo di arrivare a uccidere, non mi so spiegare cosa mi sia scattato quella sera, purtroppo è successo". Queste le sue spiegazioni per quelle 68 coltellate inferte alla famiglia.
Il perché della mattanza è la grande domanda, la procuratrice (facente funzioni) del tribunale per i minorenni di Milano Sabrina Ditaranto, ha evidenziato:
"Dal punto di vista giudiziario non abbiamo un movente tecnicamente inteso, dal punto di vista sociologico sono aperte più strade. Anche lui non si dà una spiegazione logica".
Molti esperti appartenenti alla comunità psichiatrica, però, rigettano la versione della famiglia modello e del ragazzo senza ombre che, improvvisamente, impugna un coltello e compie una strage.
Lapidario il professor Paolo Crepet:
“Ovvio, un ragazzino di 17 anni prende in mano un coltello e fa una strage, non ci sono segnali? Stiamo scherzando? Smettiamo di parlare di “famiglie per bene”, Turetta dove abitava? Nel Bronx? All’epoca di Novi Ligure sono stato preso per i fondelli, dicevano che banalizzo soltanto perché chiedevo se in quelle famiglie – e all’epoca non c’erano i social – alla sera, a cena, ci si chiede anche come va. Figuriamoci oggi con i social”.
Al momento, però, nessun elemento ulteriore è emerso a spiegare quel terrificante plurimo omicidio.
Sharon Verzeni: "L'ho vista e ho deciso di ucciderla"
"Perché" avrebbe chiesto Sharon Verzeni al suo assassino, mentre la accoltellava a morte in strada, a Terno d'Isola (Bergamo), il 29 luglio 2024.
"L'ho vista e ho sentito il desiderio di ucciderla", avrebbe spiegato Moussa Sangare agli inquirenti.
Nel corso dell'interrogatorio Sangare ha confessato quasi subito di essere lui l'autore dell'omicidio, sostenendo di essere stato preda di un improvviso "raptus", senza riuscire a spiegare le ragioni del gesto: "L'ho vista e l'ho uccisa", ha dichiarato. Poco prima di colpire Sharon, l'uomo aveva già minacciato con un coltello, lo stesso usato per l'omicidio, due adolescenti di 15 anni, che però erano riusciti a fuggire.
Ma siamo proprio sicuri che non vi fosse alcun segnale? Nella casa occupata dell'imputato gli investigatori hanno trovato una sagoma di cartone utilizzata come bersaglio per il tiro al coltello. Casa occupata perché? Il giovane era stato invitato dalla madre e dalla sorella ad andarsene di casa in seguito a violenze e minacce di morte al loro indirizzo. Le donne aveva segnalato il problema anche agli assistenti sociali. Ma nulla si è mosso.
Fino alla notte in cui, sulla propria strada, Moussa con i suoi fantasmi ha incontrato Sharon, con i suoi progetti. E' stata lei ad avere la peggio. Nessuna ragione per ucciderla, ma i segnali della pericolosità del giovane c'erano già tutti.
Omicidio Vincenza Saracino, l'assassino fuggito in Venezuela
Spostandoci in Veneto, provincia di Treviso, al momento movente sconosciuto anche per la morte di Vincenza Saracino, l'assassino sarebbe fuggito in Venezuela portando con sé la verità. Per l'omicidio della 50enne uccisa lo scorso 3 luglio 2024 a Preganziol, la Procura ha infatti emesso un ordine di carcerazione internazionale per rintracciare il killer. Il presunto assassino avrebbe lasciato l'Italia circa 12 ore dopo aver accoltellato per cinque volte Vincenza Saracino all'interno di un casolare abbandonato. Come confermato dall'autopsia, nessuna traccia di violenza sessuale. Secondo diverse fonti si tratterebbe di una persona con problemi psichiatrici.
Da quanto sia apprende, il killer avrebbe avvicinato la vittima mentre tornava a casa in bicicletta dal luogo di lavoro, un sexy shop gestito dal marito a Preganziol.
Secondo alcune indiscrezioni, Vincenza conosceva l'assassino, che potrebbe essere un parente di persone che vivono nel suo stesso quartiere. Dettagli che tuttavia non sono stati ancora ufficialmente confermati. Il movente rimane un mistero, sul corpo della vittima non sono stati riscontrati segni di difesa.
I parenti della vittima sono convinti che possa essersi trattato di un caso come quello di Terno d'Isola: un folle solitario, insomma, un tragico quanto imprevedibile destino.
Le ragioni oscure sotto le patine di esistenze "normali"
Moventi ignoti, tanti, o forse solamente nascosti sotto i tappeti di "vite normale". Ma forse, in ognuna di queste drammatiche vicende, qualche segnale di disagio si poteva cogliere. Solamente forse. Certo è che di quel "senno di poi", tragicamente, in queste ultime settimane, si sono riempite davvero le fosse.