La confessione

"L'abbiamo soffocata con un sacchetto in testa": gli agghiaccianti dettagli dell'omicidio della vigilessa

Mirto Milani, fidanzato bergamasco della primogenita della vittima, ha raccontato dal carcere come hanno ucciso la 55enne Laura Ziliani.

"L'abbiamo soffocata con un sacchetto in testa": gli agghiaccianti dettagli dell'omicidio della vigilessa
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Una brutale confessione che chiude il cerchio del terribile omicidio di Laura Ziliani, la vigilessa 55enne scomparsa lo scorso 8 maggio 2021 e trovata senza vita nel fiume Oglio l'8 agosto 2021. A toglierle la vita sono state le due figlie, Paola e Silvia Zani, con l'aiuto del fidanzato della primogenita, Mirto Milani. Quest'ultimo, in carcere dal 24 settembre scorso, ha raccontato tutti gli agghiaccianti dettagli del delitto nel corso di un lungo interrogatorio. Una confessione che coinciderebbe con quanto ricostruito dalla Procura di Brescia durante tutto l'arco delle indagini. Il movente dell'omicidio sarebbe di natura econimica.

"L'abbiamo soffocata con un sacchetto in testa"

Emergono nuovi e inquietanti dettagli sull'omicidio di Laura Ziliani. Come raccontato da Prima Bergamo, Mirto Milani, 28enne bergamasco, di Roncola San Bernardo, fidanzato della primogenita dell'ex vigilessa 55enne, nel corso di un lungo interrogatorio in carcere ha confessato il terribile delitto:

"Le abbiamo dato i farmaci. Poi le abbiamo messo un sacchetto in testa e lo abbiamo chiuso. Laura non moriva e io e Silvia le abbiamo stretto le mani al collo".

Sono questi gli agghiaccianti dettagli raccontati dal bergamasco e riportati da diversi quotidiani nazionali. Una descrizione che coinciderebbe con quanto ricostruito dalla Procura di Brescia: Ziliani, 55enne e vedova, secondo le prime ipotesi sarebbe stata soffocata con un cuscino prima di essere seppellita tra la vegetazione.

Laura Ziliani

Un omicidio per motivi di natura economica

Il movente sarebbe di natura economica. L'obiettivo delle due figlie Paola e Silvia Zani – che proprio ieri ha confessato l'omicidio della madre, a ventiquattr'ore di distanza dal fidanzato – era quello di incassare i soldi della madre appropriandosi del suo patrimonio immobiliare.

Dei tre soggetti in carcere, Paola aveva già confessato lo scorso 24 maggio. Durante l'interrogatorio i tre hanno inoltre ammesso un altro tentativo di omicidio risalente al 16 aprile, quando somministrarono a Ziliani una tisana che la addormentò per oltre quarantotto ore.

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