La Procura indaga anche sulle uova di Pasqua griffate Ferragni, l'influencer manca sui social da cinque giorni
Entrambi i fascicoli sono senza indagati o accuse specifiche, ha specificato il procuratore aggiunto Eugenio Fusco
Le critiche non si fermano neanche in politica. È stata infatti aperta da Fratelli d'Italia Milano una petizione per la revoca dell'Ambrogino d'oro all'imprenditrice digitale conferitole nel 2020 dal Comune.
Seconda indagine della Procura per Chiara Ferragni
L'influencer cremonese Chiara Ferragni si ritrova ancora una volta al centro di un'indagine della Procura di Milano. Dopo lo scandalo del caso Pandoro Pink Christmas, anche le sue uova di Pasqua sono oggetto di investigazione. Senza indagati o accuse specifiche, il procuratore aggiunto Eugenio Fusco ha avviato un'inchiesta.
L'obiettivo è accertare se le operazioni commerciali legate ai dolci pasquali griffati dalla Ferragni nascondano una presunta strategia di marketing mascherata da iniziative benefiche. Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza è stato incaricato di svolgere approfondimenti sull'operazione pubblicitaria delle uova pasquali di Dolci Preziosi a seguito delle dichiarazioni dell'azienda che ha chiarito di non essere coinvolta nella vicenda benefica.
Si indaga anche sulle uova di Pasqua griffate
Gli investigatori intendono scoprire se sia il pandoro Balocco, oggetto di una multa dell'antitrust di un milione di euro per presunta pubblicità ingannevole, che le uova di Pasqua facciano parte di un'operazione commerciale sotto l'apparenza di iniziative di beneficenza per raccogliere fondi a favore di bambini malati.
Le prime ricostruzioni suggeriscono che la sponsorizzazione delle uova di Pasqua possa aver seguito lo stesso schema dell'accordo per il dolce natalizio. Secondo quanto dichiarato da Cerealitalia, Ferragni avrebbe ricevuto compensi sostanziosi. Si parla di 500mila euro nel 2021 e 700mila euro nel 2022 destinando solo 36mila euro all'associazione "I bambini delle Fate" per beneficienza.
Tuttavia, a differenza del pandoro, le uova con il marchio Ferragni avrebbero mantenuto lo stesso prezzo di quelle non sponsorizzate evitando un aumento del costo sul mercato.
La fuga dei follower e la richiesta al Comune di Milano
La reazione della Ferragni al ciclone che l'ha travolta è stata di totale chiusura. La nota influencer non esce di casa da giorni e ha mantenuto un silenzio sui social che dura ormai da cinque giorni. Questo lungo periodo di assenza è stato simile solo a quello vissuto durante la malattia del marito Fedez, anch'egli latitante sui social dalla scorsa domenica, quando difese Chiara dalle critiche di Giorgia Meloni.
La difficile situazione che sta affrontando la cremonese ha causato una significativa perdita di follower, oltre 115mila. Si teme ora per la perdita di collaborazioni con i brand. Safilo Group ha già comunicato l’interruzione dell’accordo di licenza per il design, la produzione e la distribuzione delle collezioni eyewear a marchio Chiara Ferragni.
Le critiche non si fermano neanche in politica. È stata infatti aperta una petizione per la revoca dell'Ambrogino d'oro all'imprenditrice digitale conferitole nel 2020 dal Comune per aver donato una terapia intensiva al San Raffaele di Milano. A fare la richiesta sono Gioventù Nazionale e Fratelli d'Italia Milano.
Non tutto è perduto per la Ferragni
Dopo le scuse legate a quello che lei ha definito "errore di comunicazione", Chiara Ferragni ha avviato le pratiche per donare un milione di euro all'Ospedale Regina Margherita. Nonostante il video delle scuse non sia piaciuto a molti, la tuta da 600 euro indossata da Chiara nella clip è esaurita.
Il video di scuse pubblicato dall'imprenditrice:
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Non tutto sembra perduto, ci sono ancora persone sui social che la difendono. Alcuni utenti hanno infatti pubblicato sui social l'immagine dell'etichetta presente sui pandori coinvolti e non menziona esplicitamente la donazione all'ospedale nel caso di acquisto del prodotto.
La Ferragni ha annunciato il suo ricorso contro la multa milionaria e si cercherà di chiarire se si tratti effettivamente di un semplice errore di comunicazione nella campagna pubblicitaria.