LA TRAGEDIA DI APRILE

La pistolera folle di Treviglio è uscita dal carcere: "Incapace di intendere e volere"

La donna, 71 anni, si accanì contro i vicini di casa: uccise un uomo e ferì gravemente sua moglie. Ora verrà curata in un centro specializzato di psichiatria.

La pistolera folle di Treviglio è uscita dal carcere: "Incapace di intendere e volere"
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La "pistolera folle" di Treviglio è uscita dal carcere. Secondo i giudici che hanno emesso il provvedimento è infatti incapace di intendere e volere.

Il 28 aprile aveva ucciso il vicino di casa e ne aveva gravemente la moglie: ora, in base alle decisioni dei giudici, verrà quindi trasferita in un centro psichiatrico.

La "pistolera folle" di Treviglio è uscita dal carcere

Come raccontato da Prima Treviglio secondo i giudici e la Procura di Bergamo, la donna, 71 anni, è incapace di intendere e volere.

La mattina del 28 aprile dunque quando uccise a colpi di pistola il vicino di casa 61enne Luigi Casati, e ferì gravemente la moglie Monica Leoni, 58 anni, davanti alla palazzina di via Brasside dove tutti risiedevano, la donna non era in sé.

La pistolera folle, incapace d'intendere e volere

A stabilirlo è stata la consulenza psichiatrica richiesta dal pm Guido Schininà.

Il magistrato ha quindi chiesto al Gip la scarcerazione di Silvana Erzemberger e il suo trasferimento al Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Castiglione dello Stiviere in provincia di Mantova.

Le stesse conclusioni che erano state depositate e messe agli atti dalla difesa della donna.

Nella fattispecie, secondo la perizia Silvana Erzemberger soffrirebbe di disturbi psichiatrici che l’hanno spinta quella tragica mattina a impugnare l’arma per uccidere i vicini di casa.

La pistolera folle, cosa accadde il 28 aprile

Dunque la donna verrà seguita in centro specializzato di psichiatria e non affronterà un processo.

Che fosse stata lei l'autrice di quanto accaduto la mattina del 28 aprile non c'erano stati però dubbi dal momento che le fasi finali della tragedia vennero immortalate con lo smartphone da un vicino di casa.

Quella mattina, Luigi Casati, che viveva con la moglie al secondo piano della palazzina, era sceso come sempre per fare una passeggiata con il cane.

Ad attenderlo c’era però la vicina Silvana Erzemberge, residente all’appartamento al piano terra, che gli scaricò addosso cinque colpi a bruciapelo con la sua pistola calibro 38 regolarmente detenuta.

Arma che ha poi diretto verso Monica Leoni, accorsa in aiuto del marito, ferendola gravemente a una gamba. La 71enne, come se niente fosse, rientrò poi in casa.

Il perché di quella tragedia

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, ce l’aveva con i coniugi per presunti dispetti che la coppia avrebbe fatto nei suoi confronti.

Episodi che, secondo quanto appurato, non erano veri. Una situazione andata però avanti per anni, forse sottovalutata da tutti e archiviata come i soliti bisticci tra vicini.

 

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