A Venezia

La pagina social che raccoglie testimonianze di studentesse vittime di molestie sessuali

L'obiettivo è duplice: lanciare una campagna di sensibilizzazione sull'argomento e dare alle ragazze un modo per farsi ascoltare

La pagina social che raccoglie testimonianze di studentesse vittime di molestie sessuali
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Tra i tantissimi aspetti problematici del subire una molestia sessuale c'è sicuramente quello della difficoltà di raccontare quanto accaduto. Ci vuole grande coraggio per tornare con la mente a un momento che forse si vorrebbe solo dimenticare, rimuovere completamente dalla memoria perché ha lasciato un dolore fin troppo grande. Oggi però, grazie alle immense potenzialità comunicative della Rete, è possibile segnalare e far emergere tantissime vicende di molestie o violenze che si verificano quotidianamente, in modo tale da dare un supporto alle vittime (molto spesso giovanissime) e denunciare l'autore di questi riprovevoli gesti.

E' stato questo il caso di una pagina social di Venezia che ha voluto offrire i suoi spazi per permettere alle studentesse universitarie (e non) di segnalare le molestie subite così da concedere loro un ascolto e lanciare una vera e propria campagna di sensibilizzazione sull'argomento.

Pagina social raccoglie testimonianze di vittime di molestie

Uno spazio in cui raccontarsi, in modo anonimo, per segnalare un episodio del quale si sono sentite profondamente ferite. Come raccontato da Prima Venezia, una pagina social ha recentemente iniziato a raccogliere testimonianze di studentesse, soprattutto universitarie, che sono state vittime di molestie sessuali.

La pagina si chiama SpottedUniVe e opera prevalentemente su Instagram. Basta fare un rapido giro sul loro canale per comprendere la gravità della situazione. In pochissimi giorni, infatti, sul loro profilo sono comparse decine e decine di segnalazioni che però potrebbero rappresentare solo la punta di un inquietante iceberg. Questi alcuni dei racconti riportati dalla pagina social:

"Ho subito una violenza ieri ai Tolentini. Stavo salendo le scale da sola, è sbucato un tipo che mi ha afferrato e palpato".

"Ero con le mie amiche e ci ha approcciato un tizio strano e inquietante". "Stavo scendendo le scale del magazzino 6 e un ragazzo mi ha dato una pacca".

"Io e le mie coinquiline stavamo tornando dalla spesa, un ragazzo moro sulla trentina con occhiali da vista ci ha sorprese palpandoci il lato B".

"Un uomo mi ha afferrata per le spalle e mi ha messo le mani sotto la gonna".

Sono messaggi che lasciano davvero l'amaro in bocca e che con forza riaccendono l'attenzione sul tema delle molestie sessuali, lanciando un vero e proprio allarme a Venezia.

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L'utilità di questo "servizio" offerto dalla pagina Instagram è certamente ben comprensibile. Da un lato, grazie ai continui racconti delle vittime di molestie riesce a tenere traccia degli episodi, anche di quelli presunti, per avere un po' una sorta di mappa anche geografica di dove si verificano i fatti.

Dall'altro invece (e questo è il dettaglio più significativo) offre a queste persone un modo per raccontarsi, per parlare di ciò che è loro accaduto, mantenendo l'anonimato e la riservatezza (perché si sa, è anche questo spesso uno scoglio difficile da superare). All'hashtag #spottedperilsociale dunque è partita una vera e propria campagna di sensibilizzazione.

Il numero nazionale per le vittime di violenza e stalking

Ovviamente questo di Venezia rappresenta solo un caso virtuoso che può fare da esempio per altre pagine social simili nelle più importanti città italiane.

L'obiettivo è anche quello di far arrivare questi casi di molestie alle Istituzioni, in modo tale che possano agire con prontezza, fermezza e rigore. In tal senso ricordiamo che la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità ha attivato il numero 1522, gratuito e attivo 24 h su 24, in cui operatrici specializzate ascoltano le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking.

Recentemente, inoltre, sono state aggiornate le informazioni sui Centri anti violenza (CAV) e sulle Case Rifugio (CR) presenti sull’intero territorio nazionale, che erogano servizi finalizzati alla protezione e all’accoglienza delle donne vittime di violenza.

Da oggi, quindi, è online sui siti del Dipartimento per le pari opportunità e del “1522”  la “Mappatura 1522” dei CAV accreditati presso le rispettive Regioni.

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