VIOLENZA DI GENERE

La “lista stupri” del Giulio Cesare di Roma. Nel bagno del liceo i nomi di nove studentesse

Ministro Valditara: "Con le nuove norme la scuola ha tutti gli elementi per procedere". Il PD: "Serve educazione affettiva"

La “lista stupri” del Giulio Cesare di Roma. Nel bagno del liceo i nomi di nove studentesse

Nove nomi e cognomi di studentesse scritti con un pennarello rosso, affiancati da due parole agghiaccianti: “Lista stupri”. È quanto è apparso sulla parete del bagno maschile del liceo classico statale Giulio Cesare di Roma, uno degli istituti più noti della capitale, nel quartiere Trieste. Una scritta di gravità inconcepibile, comparsa appena due giorni dopo la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

La “lista stupri” nel bagno del liceo Giulio Cesare di Roma

Secondo gli studenti, non si è trattato di un caso isolato: nei giorni precedenti ignoti avrebbero strappato i fogli della raccolta firme contro la violenza di genere diffusi nei corridoi dell’istituto. Altri studenti hanno risposto scrivendo sui muri:
Fuori i machismi dalle scuole e Così nascono i mostri del Circeo“.

La denuncia del collettivo studentesco

A denunciare il fatto è stato il collettivo studentesco Zero Alibi, che ha diffuso la foto sui social:

“Il muro può essere cancellato, ma la cultura alla base del messaggio no: va combattuta. Questo gesto dimostra la società patriarcale in cui ancora oggi tuttə noi viviamo”.

Il collettivo ha parlato di atto di violenza simbolica e ha denunciato l’uso della violenza sessuale come arma, minaccia o scherno, che “autorizza a trattare i corpi femminili come oggetti, come bersagli, come componenti di una lista. Ed è intollerabile”.

La reazione della scuola: ‘Il liceo non è ricettacolo d’intolleranza’

La dirigente scolastica Paola Senesi ha diffuso una circolare immediata in cui condanna l’accaduto e chiede una risposta culturale:

“Di fronte agli ottusi graffiti vandalici apparsi nei servizi igienici del nostro liceo, ribadiamo la condanna verso qualunque forma di stereotipo e violenza di genere. Il Giulio Cesare non è aperto alla violenza, non vuol essere ricettacolo d’intolleranza”.

La preside ha invitato docenti e studenti a organizzare attività formative contro la violenza, ricordando l’impegno quotidiano dell’istituto nel trasmettere i valori costituzionali e nel promuovere pari dignità, rispetto reciproco e contrasto a ogni forma di discriminazione.

Il ministro Valditara: “Con le nuove norme si può procedere”

Anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara è intervenuto:

giuseppe valditara decreto bullismo violenza insegnanti e educazione sessuale
Il Ministro a Istruzione e Merito Giuseppe Valditara

“Quanto successo al liceo Giulio Cesare è un fatto grave che va indagato e sanzionato duramente. Con le nuove norme la scuola ha tutti gli elementi per procedere. Verificheremo anche lo stato dei corsi di educazione al rispetto della donna e alle relazioni, previsti dalle nuove Linee guida di educazione civica”.

Valditara ha ribadito che nella scuola italiana non vi è spazio per violenza e discriminazione, richiamando al valore imprescindibile del rispetto.

Il PD: “Non basta cancellare la scritta, serve educazione affettiva”

Dura la posizione del Partito Democratico, con Irene Manzi e Cecilia D’Elia:

“Non è una bravata: è l’ennesima manifestazione di una cultura patriarcale che considera i corpi delle donne oggetti da intimidire e controllare. È un atto di violenza pura”.

Le parlamentari chiedono un percorso strutturale di educazione sessuo-affettiva e al rispetto in tutte le scuole italiane, ritenuto l’unico strumento per prevenire violenza e stereotipi:

“La prevenzione si costruisce ogni giorno, non solo dopo episodi inqualificabili. La dignità delle ragazze non si tocca. Mai”.

Italia Viva: “Non basta punire dopo, bisogna agire prima”

Anche Maria Elena Boschi (IV) ha condannato l’episodio, definendolo il segnale di una cultura degradata che non possiamo ignorare:

“Chi minimizza si rende parte del problema. Parlare di consenso, rispetto e relazioni sane evita che i muri si riempiano di violenza. L’educazione è prevenzione e sicurezza”.

Maria Elena Boschi

Boschi ha accusato il Governo di ostacolare i percorsi educativi utili a prevenire episodi del genere e ha ribadito la necessità di introdurre in modo sistematico l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole.