"Perché questo stupore?"

La giudice Bonaventura nella bufera dopo le assoluzioni per: "vittima complessata" e "palpata breve"

"Il mio ruolo mi conferisce autonomia e indipendenza ed è in ragione di questi princìpi che ho scritto la mia sentenza"

La giudice Bonaventura nella bufera dopo le assoluzioni per: "vittima complessata" e "palpata breve"
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Infuria la polemica intorno alla figura della giudice del Tribunale di Roma - presidente della quinta sezione collegiale, esperta in reati sessuali – Maria Bonaventura. Sue due sentenze (contro cui è stato presentato ricorso) finite nell’occhio del ciclone: il recentissimo proscioglimento di un dirigente museale accusato di molestare una dipendente e l’assoluzione del bidello romano per una “palpata” ai danni di una studentessa qualificata come troppo breve per configurarsi come reato (circa 10 secondi). Intervistata da Corriere la togata non fa un plissé e difende il proprio agire:

Il mio ruolo mi conferisce autonomia e indipendenza ed è in ragione di questi princìpi che ho scritto la mia sentenza”.

E mentre le femministe nostrane sono sul piede di guerra, le sentenze di Bonaventura finiscono anche sul NY Times e, per restare in patria, fanno andare di traverso “Il Caffè” all’editorialista del Corriere, Massimo Gramellini, che – per restare in tema – sostiene di volerselo bere un caffè con Bonaventura, per farsi spiegare le ragioni del suo agire.

Sul banco degli imputati la giudice Bonaventura: due sentenze che fanno discutere

I testimoni non hanno confermato il racconto della presunta vittima, ma la ragazza - secondo la giudice -sarebbe anche stata “complessata” a causa del suo peso. Nella sentenza che riguarda l'assoluzione del dirigente museale accusato di molestie da una dipendente (che nel frattempo è stato licenziato), si legge:

"Alla luce di tutte le considerazioni qui svolte non si può escludere che la parte lesa, probabilmente mossa dai complessi di natura psicologica sul proprio aspetto fisico (segnatamente il peso) abbia rivisitato inconsciamente l’atteggiamento dell’imputato nei suoi confronti fino al punto di ritenersi aggredita fisicamente".

Le presunte molestie - denunciate nel 2021 - sarebbero avvenute nel museo, anche nel magazzino, e in un dopo cena tra colleghi. Proprio i colleghi, secondo quanto riportato da diversi media nei giorni scorsi, avrebbero definito il dirigente un "giocherellone", e avrebbero ridimensionato l'accaduto. Mentre l’imputato avrebbe sostenuto la tesi che fosse la ragazza ad essere attratta da lui.

Questo il caso uno, più recente. Ma andando indietro si trova una seconda assoluzione della giudice che ha fatto molto discutere: parliamo del bidello romano, dell’istituto Cine Tv di Roma Roberto Rossellini, che palpeggiò una studentessa per meno di 10 secondi. Motivo per il quale la togata non ritenne si potesse configurare un reato sessuale. Anche in quel caso seguirono polemiche feroci, con tanto di hastag viralissimo “#10secondi” in aperta polemica con la sentenza.

@theconiugi Sotto i 10 secondi la passi liscia… menomale… MA STIAMO SCHERZANDO?????? #10secondi #leggeitaliana #fakesituation #prank #positivity ♬ suono originale - The Coniugi

La difesa della giudice

Bonaventura si difende:

“Ma tutto questo stupore da dove deriva? Non ho mai ‘esondato’ dalla mia sfera di competenza. A mio avviso i giudici devono esprimersi attraverso le proprie sentenze. Ho comunque in serbo una denuncia al Csm al quale inoltrerò una mia relazione dettagliata”.

La giudice non sembra preoccupata che nell’uno e nell’altro caso i pm abbiano già annunciato o depositato un ricorso contro quelle sentenze, spiegando che questo iter è previsto dalla legge.

Femministe all'attacco

Ad andare all’attacco è anche Bo Guerreschi, presidente della onlus “Bon’t Worry” che si occupa di violenze di genere:

“Le donne non vengono credute e ridotte quasi a imputate. Siamo oltre il diritto, si sta riducendo a coriandoli il Codice Rosso. Poi non lamentiamoci quando le denunce diminuiscono”.

Bo Guereschi

L’attivista chiede che la giudice sia sanzionata:

Chiedo l’intervento del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Spero che a breve invii gli ispettori, questi verdetti lasciano senza parole e mi fanno pensare che lottiamo per qualcosa che la giustizia ci nega”.

Il precedente con Carol Maltesi

Non è la prima volta - in tempi recenti - che una sentenza viene pesantemente discussa dall'opinione pubblica e dagli intellettuali. Ha fatto molto parlare anche l'ergastolo negato all'omicida di Carol Maltesi.

Davide Fontana, bancario food blogger di 44 anni, uccise la 26enne e ne disperse i resti, fatti a pezzi, perché si era reso conto che lei "si stava allontanando da lui, scaricandolo", si legge nel documento. I giudici, dopo una lunga camera di consiglio, non hanno riconosciuto tre delle aggravanti contestate (premeditazione, crudeltà e motivi abietti e futili) mentre hanno riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti alle residue aggravanti.  Giuseppe Fazio, presidente della Corte d’Assise di Busto Arsizio ha rimandato al mittente le accuse di vittimizzazione secondaria e spiegato le articolate ragioni che hanno portato al verdetto.

Carol Maltesi

Il togato ha chiarito:

"Ma anche chi legittimamente critica le motivazioni dovrebbe prima leggerle nella loro concatenazione su concetti giuridici che hanno significato diverso rispetto alla Treccani"

carol maltesi davide fontana
Maltesi Fontana

E ancora:

“Non è che ogni processo per un grave delitto debba finire con un ergastolo. Qui abbiano fissato la pena base nel massimo dell’omicidio semplice, 24 anni. E aggiunto il massimo della pena per lo scempio del cadavere, 7 anni più 3 di continuazione. Fanno 34 anni, ma il tetto massimo di legge è 30. Però faccia fare a me ora una domanda: con quale spirito tra pochi giorni la mia Corte d’Assise affronterà un altro processo per un fatto altrettanto cruento? Il giudice non è qui apposta per valutare le circostanze? Se no, ci dicano che possono fare a meno del giudice. E, al suo posto, metterci un juke-box”.

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