considerata serial killer per 20 anni

Kathleen Folbigg scagionata dalla scienza: non lei, ma un gene rarissimo ha ucciso i suoi 4 figli

Uno dei casi di errori giudiziari più clamorosi della storia, la svolta grazie alle prove raccolte da un team di genetisti

Kathleen Folbigg scagionata dalla scienza: non lei, ma un gene rarissimo ha ucciso i suoi 4 figli
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Kathleen Folbigg è stata rilasciata nelle scorse ore. Se il suo nome non vi dice nulla, potrebbe essere solamente una questione di tempo: il suo caso, infatti, ha tutti gli elementi per configurarsi come uno dei peggiori errori giudiziari a livello mondiale. Dopo 20 anni di carcere e lo stigma di essere considerata la peggior serial killer d'Australia, la donna - accusata di aver ucciso tutti e 4 i suoi figli - è stata scagionata dalla scienza. Per lei si sono attivati anche diversi premi Nobel: è stato, infatti, dimostrato che i piccoli -  tutti morti in un’età compresa tra i 19 giorni e i 19 mesi negli anni '90 - soffrissero di una mutazione genetica tanto rara quanto letale. Che li ha stroncati. A ulteriore conferma è inoltre emerso che Folbigg fosse portatrice sana della medesima mutazione. Adesso la signora, che si è sempre proclamata innocente, potrebbe ricevere un risarcimento record per l'ingiusta detenzione e il calvario giudiziario a cui è stata sottoposta.

Folbigg da giovane

Folbigg: il più grande errore giudiziario della storia?

Il caso del 55enne è stato descritto come uno dei più grandi errori giudiziari in Australia. Folbigg, incarcerata nel 2003 per l'omicidio di tre dei bambini e l'omicidio colposo del suo primo figlio, Caleb, è stata considerata un mostro per anni. I pubblici ministeri, al suo processo, sostenevano che la madre li avesse soffocati tutti.

L'accusa si è basata sulla tesi del famoso pediatra britannico Roy Meadow:

"La morte di un bambino è una tragedia. Due morti sono sospette. Tre costituiscono omicidio”.

Le annotazioni del suo diario personale - in cui (comprensibilmente dopo questi tremendi lutti) la madre si tormentava per la morte dei suoi figli, descrivendo come "il senso di colpa per tutti loro", la perseguitasse, sono stati interpretati dal pubblico ministero come un'ammissione di colpa. Nonostante le autopsie non avessero mai fornito prove fisiche di soffocamento o lesioni ai bambini.

Caleb è morto nel 1989 a soli 19 giorni di vita, due anni più tardi la stessa sorte era toccata al fratellino Patrick. Il bambino aveva otto mesi e soffriva di epilessia. Anni dopo, a soli 10 mesi, è morta Sarah, seguita nel 1999, dalla quarta e ultima figlia, Laura.

Laura e Patrick

La svolta della scienza

La svolta è arrivata nel 2021, quando un team guidato dalla scienziata Carola García de Vinuesa ha dimostrato che la madre e le due bambine avevano una mutazione letale nel gene Calm2. Con ogni probabilità, è stata proprio la presenza di questo gene a causare un'aritmia cardiaca e la morte improvvisa delle piccole nel sonno. La ricercatrice spagnola, ora al Francis Crick Institute di Londra, e i suoi colleghi hanno dimostrato che anche i due figli maschi di Kathleen Folbigg avevano altre malattie di origine genetica. Patrick soffriva di encefalopatia epilettica, mentre Caleb era affetto da problemi respiratori.
Secondo i genetisti il vero responsabile di questa scia di morte sarebbe la rara mutazione sul gene denominato Calm2 scoperto nel Dna della mamma, e in quello delle figlie Laura e Sarah. Queste mutazioni sono associate a patologie che provocano aritmie cardiache e che, nei bambini, possono causare un arresto cardiaco o la morte improvvisa. La malattia genetica causata dal gene Calm2 è chiamata calmodulinopatia ed è molto rara. Fra i consulenti dei magistrati australiani spicca anche il nome di Peter Schwartz, direttore del Centro per le aritmie cardiache di origine genetica dell’Auxologico Irccs di Milano che ha confermato che le mutazioni sul gene CALM2 influiscono sulla trasmissione del segnale elettrico nel cuore: nel 2013 è stato scoperto e pubblicato che mutazioni su questo gene possono provocare morte improvvisa nei bambini, soprattutto in quelli molto piccoli.

La svolta

E così è partita la nuova inchiesta, guidata dal giudice in pensione Tom Bathurst, in cui i pubblici ministeri hanno accettato che la ricerca sulle mutazioni genetiche avesse cambiato la loro comprensione della morte dei bambini. Lunedì, il procuratore generale del New South Wales, Michael Daley, ha dichiarato che vi era un ragionevole dubbio che la signora Folbigg fosse colpevole, firmando così una grazia completa e ordinando l'immediato rilascio della signora Folbigg dal carcere.

Daley

"È stato un calvario durato 20 anni per lei...le auguro pace", ha commentato Daley, aggiungendo che i suoi pensieri erano anche con il padre dei bambini, Craig Folbigg, separato dal 2000 dalla signora.

La grazia incondizionata non annulla le condanne della signora Folbigg, ha affermato Daley. Sarebbe una decisione per la Corte d'appello penale. Ma se ciò dovesse accadere la donna potrebbe citare in giudizio il governo per milioni di dollari di risarcimento.

L'Accademia australiana delle scienze afferma che il caso mostra la necessità di una riforma che renda il sistema legale più "sensibile alla scienza", un appello ripreso dall'avvocato della signora Folbigg.

Risarcimento milionario? Il precedente

Il caso è stato paragonato a quello di Lindy Chamberlain, che nel 1982 fu dichiarata colpevole dell'omicidio della figlia di nove settimane, nonostante la sua affermazione che un dingo avesse preso la piccola nella notte del 17 agosto 1980, durante un campeggio con la famiglia. Il suo corpo non fu mai ritrovato. I suoi genitori dichiararono che era stata portata via dalla loro tenda da un dingo; questa versione non fu ritenuta credibile e, nonostante l'assenza del corpo, del movente e di testimoni, i due genitori vennero processati e condannati per omicidio fino a quando, grazie a un brandello del vestito della bambina ritrovato tre anni dopo vicino a una tana di dingo furono aperte nuove inchieste che portarono all'annullamento della condanna; nel 2012, 32 anni dopo la morte, la versione dei fatti dei Chamberlain fu ufficialmente riconosciuta da un medico legale.

Dopo essere stata rilasciata, Lindy Chamberlain fu risarcita con 1,3 milioni di dollari australiani per ingiusta detenzione e venne emesso un certificato di morte modificato della sua bimba.

Chamberlain, rispetto a Folbigg, venne imprigionata ingiustamente per "soli" tre anni; in proporzione cosa potrebbe toccare alla 55enne appena graziata?

"È impossibile comprendere la ferita che è stata inflitta a Kathleen Folbigg: il dolore per la perdita dei suoi figli, quasi due decenni rinchiusi nelle carceri di massima sicurezza", ha detto il suo avvocato, Rhanee Rego.

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