IL VIDEO SHOCK

L'infermiera di Palermo: come si può pagare 450 euro per NON farsi iniettare un vaccino gratis?

Incredibile a Palermo. Ma in realtà in tutta Italia le forze dell'ordine monitorano situazioni sospette.

Pubblicato:
Aggiornato:

L'infermiera di Palermo: come si può pagare 450 euro per NON farsi iniettare un vaccino gratis?

Sulle convinzioni pro o contro i vaccini, probabilmente (e democraticamente) si può discutere, ma sull'aspetto strettamente economico e di portafoglio, contabili e matematici quasi certamente non aprirebbero alcun dibattito: come si può pagare 450 euro per non farsi iniettare un vaccino gratis?

E' il caso riportato alle cronache in queste ore e accaduto a Palermo dove, appunto, un'infermiera intascava 450 euro per simulare di effettuare le vaccinazioni anti Covid, e far ottenere poi il Green Pass a chi l'aveva contattata.

Vaccino...l'ingegno italiano non si smentisce

Fatta la legge, trovato l'inganno. Anche se nel caso del vaccino anti covid non si tratta di una legge, quanto di misure adottate dal Governo per contrastare la pandemia.

In ogni caso, un vecchio adagio che in Italia si ripresenta periodicamente come un ritornello. Nelle situazioni più disparate dove gli italiani vedono determinate azioni o provvedimenti come un obbligo o un qualcosa difficile da supportare.

Basti pensare ai trucchetti per non mettere le cinture di sicurezza, oppure tanto per stare in tema di vaccino, a quel professionista che si era presentato al centro vaccinale con un "braccio finto", in silicone.

Un episodio che come si ricorderà, aveva fatto il giro del mondo.

Vaccino, una messinscena onerosa

La messinscena decisamente onerosa è stata scoperta dalla Digos della Polizia di Stato di Palermo che ha portato avanti le sue indagini attraverso delle telecamere nascoste.

Ecco allora che è venuto a galla quanto era stato escogitato: finte vaccinazioni anti Covid in cambio di soldi. Poco prima dell’iniezione l’infermiera svuotava il contenuto della siringa, appunto il vaccino, su una garza.

E' accaduto all’Hub vaccinale allestito alla Fiera del Mediterraneo.

Le indagini delle Polizia di Stato: chi è finito nei guai

La donna adesso è in stato di fermo assieme a Filippo Accetta, il leader palermitano del movimento "no vax", e un suo amico. Sono indagati per falso e corruzione. Sarebbero stati loro a pagare per la messinscena del vaccino finito nella garza.

Nella fattispecie, hanno pagato fino a 450 euro per fare finta di essersi vaccinati, ottenere la certificazione e scaricare il green pass. Anche una collega dell'infermiera e un poliziotto avrebbero approfittato di questa situazione.

Tra l'altro l'infermiera risponde anche di peculato: si sarebbe appropriata di un bene dello Stato, i vaccini.

Da Palermo al Piemonte, il giro d'Italia di chi si ingegna

Purtroppo, quello smascherato dalla Digos di Palermo non è un caso isolato.

In Italia, le forze dell'ordine mantengono le antenne dritte e monitorano la situazione (in borghese o con telecamere nascoste) degli hub vaccinali in caso di segnalazioni sospette.

Come avvenuto in Piemonte e raccontato da Prima Cuneo dove un'infermiera eseguiva test rapidi a pagamento e rilasciava certificazioni verdi senza essere in possesso di alcuna licenza ufficiale.

La donna, di Cuneo, ma operativa in una struttura sanitaria di Savona, aveva allestito un suo gazebo privato nel parcheggio di un centro commerciale di Albenga, appunto in provincia di Savona e lì accoglieva chiunque volesse sottoporsi ad un test nasale rapido al prezzo di 13 euro e 50 centesimi.

Un giro di test non autorizzato che vedeva protagonisti anche una donna di Piacenza (che processava i tamponi) e un medico di base di Cremona.

Proprio a fronte di queste situazioni, Regioni, Amministrazioni locali e le forze dell'ordine stanno intensificando in questi giorni i controlli.

Soprattutto in vista degli spostamenti legati al Natale e alla frequentazioni di locali o luoghi di socialità, il timore è che queste situazioni "fuori legge" possano proliferare esponenzialmente su tutto il territorio nazionale.

 

Seguici sui nostri canali