Giudice riammette al lavoro una infermiera No vax sospesa: ecco perché
Per "rilevanza costituzionale dei diritti compromessi". Ma solo un mese fa il Consiglio di Stato aveva sancito la legittimità in un caso uguale.
Infermiera no vax sospesa, giudice la riammette al lavoro. Un caso che farà sicuramente discutere in piene bagarre quarta ondata Covid e terza dose di vaccino. Ma che soprattutto creerà un precedente e che farà giurisprudenza.
E' accaduto a Velletri, alle porte di Roma.
Infermiera no vax sospesa, giudice la riammette al lavoro: il fatto
La vicenda risale a ottobre quando un'infermiera che aveva manifestato chiaramente la propria volontà di aderire alla campagna vaccinazione anti Covid, era stata è stata sospesa dalla sua Asl territoriale di riferimento così come previsto per la categoria per chi rifiutava di vaccinarsi.
Ora però la vicenda che alimenterà ancora il dibattito (e forse purtroppo lo scontro) pro vax-no vax si arricchirà di una nuova puntata che quasi certamente porteranno a un'altra ondata di polemiche.
Il giudice del lavoro proprio di Velletri, infatti, con un decreto cautelare del 22 novembre, ha disposto per la donne, un'infermiera dipendente della Asl Roma 6, la riammissione al lavoro.
No vax riammessa al lavoro: la sentenza
Nel provvedimento il giudice Giulio Cruciani ha infatti disposto che "l'Asl Roma 6 provveda all'immediata ricollocazione della ricorrente presso la Centrale Sats di Marino (sempre in provincia di Roma) e l'erogazione dello stipendio".
La retribuzione mensile viene infatti sospesa fino a quando il personale sanitario che non aderisce alla campagna anti Covid, decide di farsi somministrare il vaccino. In alcune Regioni la riabilitazione retributiva avviene già alla prima dose, in altre alla seconda. In ogni caso è necessaria la certificazione dell'avvenuta vaccinazione. Inizialmente, infatti, "bastando" solo la certificazione della prenotazione, in molti del personale sanitario no vax non si presentavano poi all'appuntamento, facendo di fatto ripartire tutta la procedura burocratica di inviti, lettere e diffide da parte del datore di lavoro.
Cosa ha stabilito ora il giudice: "Sospensione extrema ratio"
Nel documento il giudice fa riferimento alla "rilevanza costituzionale dei diritti compromessi (dignità personale, dignità professionale, ruolo alimentare dello stipendio)" aggiungendo "che la sospensione dal lavoro può costituire solo l'extrema ratio e evento eccezionale in una azienda medio grande". "Il tribunale con questa ordinanza riafferma con chiarezza il diritto al lavoro a fronte di una sospensione che non può fare riferimento al diritto alla salute - afferma l'avvocato David Torriero, difensore della donna - se sono state proprio le decisioni del Governo a stabilire che lo stesso è garantito attraverso il ricorso ai tamponi ogni 48 ore".
La sentenza di Velletri e le disposizioni di ieri del Governo
Come detto, la sentenza del giudice del lavoro di Velletri oltre a riaccendere il dibattito pro vax-no vax rischia di indirizzare verso un vicolo cieco anche le disposizioni che sono state annunciate ieri sera dopo le 18 dal Governo e dal presidente del Consiglio Mario Draghi per arginare la quarta ondata Covid e preservare la ripresa economica del Paese, anche in vista dello shopping natalizio.
Anche perché solo un mese il Consiglio di Stato aveva sancito la legittimità dell'obbligo vaccinale per il personale sanitario in una sentenza che aveva respinto le istanze di alcuni medici, infermieri, farmacisti e parafarmacisti del Friuli Venezia Giulia.
No vax, la stretta dell'Esecutivo
Il Governo ha infatti illustrato la stretta per scongiurare chiusure e nuove restrizioni sociali ed economiche.
La stretta per i no vax si presenterà nella forma del super Green pass: dal 6 dicembre al 15 gennaio, chi non è immunizzato o guarito non potrà più accedere ai luoghi pubblici (bar, ristoranti, cinema, stadi, feste, discoteche, cerimonie pubbliche senza la certificazione dell'avvenuta vaccinazione.
Solo per andare al lavoro, in palestra o pernottare in albergo sarà ancora garantita la possibilità di ottenere il certificato verde tramite tampone, che servirà anche per prendere i mezzi pubblici. Arriverà invece dal 15 dicembre l’obbligo di vaccino anche per gli insegnanti e le forze dell’ordine, mentre sarà confermato per personale sanitario e delle rsa, con estensione alla terza dose. Confermata, infine, la riduzione della validità del green pass per i vaccinati, che scende da 12 a nove mesi.