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Incidenti mortali sul lavoro, la mappa: dove i lavoratori rischiano di più la vita

In nove mesi dall'inizio del 2023 hanno perso la vita 761 lavoratori, con una media di 84 vittime al mese

Incidenti mortali sul lavoro, la mappa: dove i lavoratori rischiano di più la vita
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Dall'ultimo report stilato dall'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre emerge un nuovo quadro sconcertante relativo agli incidenti sul lavoro. Nella nostra Penisola, nei primi nove mesi del 2023, hanno perso la vita 761 lavoratori, con una media di circa 84 vittime al mese. Vediamo però più nel dettaglio le statistiche relative a questa grave problematica nazionale, evidenziando le regioni dove, da inizio anno, si sono verificate più tragedie lavorative.

Incidenti sul lavoro, in Italia è una vera e propria strage

Mancano ancora tre mesi alla fine dell’anno, ma le incidenze di mortalità e i numeri restano drammatici e preludono, come sottolineato dall'Osservatorio Vega Engineering, autore del report, ad una chiusura del 2023 sul solito e sconfortante dato di oltre mille lavoratori deceduti durante il lavoro.

Guardando però al quadro odierno, in nove mesi, da gennaio a settembre, sono 761 le vittime, con una triste media della mortalità di 84 decessi al mese.

  • Sono ancora in crescita, anche se minima, gli infortuni mortali in occasione di lavoro (+3,3% rispetto allo stesso periodo del 2022) passati da 574 a 593.
  • Diminuiscono invece gli infortuni mortali in itinere: sono 168 nel 2023 contro i 216 del 2022.

Per l’Osservatorio Vega destano ancora forte preoccupazione gli indicatori dell’insicurezza dei lavoratori giovanissimi e degli stranieri: con un'incidenza di mortalità per queste due categorie ben sopra la media.

“Mancano tre mesi alla fine dell’anno, ma le incidenze di mortalità e i numeri restano drammatici e preludono ad una chiusura del 2023 sul solito e sconfortante valore di oltre mille infortuni mortali sul lavoro - afferma Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre - Una situazione allarmante e grave che pone sotto i riflettori soprattutto le vittime in occasione di lavoro, cresciute rispetto al 2022 del +3,3%. Nessuna flessione, anzi. E questo indica la stabilità del fenomeno e non, purtroppo, un’inversione di tendenza”.

Quali sono le regioni dove avvengono più infortuni mortali sul lavoro

La mappatura dell’emergenza dell’Osservatorio Vega aiuta a capire dove i lavoratori hanno rischiato maggiormente la propria vita da gennaio a settembre 2023. Il rischio di morte, regione per regione, da gennaio a settembre 2023.

Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale. Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale. Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale. Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale
  • In zona rossa nei primi nove mesi del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 25,7 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Molise, Umbria, Abruzzo, Puglia e Campania.
  • In zona arancione : Calabria, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Piemonte, Marche, Basilicata e Trentino Alto Adige.
  • In zona gialla: Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lombardia, Sardegna, Lazio.
  • In zona bianca: Valle D’Aosta e Toscana.
Regione Graduatoria in base all'indice di incidenza Indice di incidenza sugli occupati n° casi % sul totale Occupati annuali
Molise 48,5 5 0,80% 104.33.00
Umbria 48,3 17 2,90% 356.58.00
Abruzzo 47,6 23 3,90% 496.09.00
Puglia 36,3 46 7,80% 5.36.27
Campania 34,7 57 9,60% 11.46.00
Calabria 30,2 16 2,70% 544.13.00
Friuli Venezia Giulia 28,8 15 2,50% 528.37.00
Sicilia 28,4 38 6,40% 6.37.16
Piemonte 27,4 49 8,30% 14.10.19
Marche 10° 26,6 17 2,90% 643.22.00
Basilicata 11° 26,5 5 0,80% 200.42.00
Trentino Alto Adige 12° 25,7 13 2,20% 511.20.00
Veneto 13° 25,6 55 9,30% 4.31.01
Liguria 14° 22,7 14 2,40% 617.55.00
Emilia Romagna 15° 22,5 45 7,60% 2.05.32
Lombardia 16° 21,5 95 16,00% 11.10.36
Sardegna 17° 21,2 12 2,00% 568.31.00
Lazio 18° 19,4 45 7,60% 7.34.43
Valle d'Aosta 19° 18,1 1 0,20% 57.44.00
Toscana 20° 15,5 25 4,20% 11.28.52

Qui di seguito ecco due mappe a confronto tra gennaio-settembre 2023 e gennaio-settembre 2022.

Per quanto riguarda però i decessi in occasioni di lavoro, è la Lombardia ad aggiudicarsi l'infausta maglia nera: sono 95 infatti le vittime che hanno perso la vita proprio sul posto di lavoro.

Seguono Campania (57), Veneto (55), Piemonte (49), Puglia (46), Lazio ed Emilia Romagna (45), Sicilia (38), Toscana (25), Abruzzo (23), Marche e Umbria (17), Calabria (16), Friuli Venezia Giulia (15), Liguria (14), Trentino Alto Adige (13), Sardegna (12), Basilicata e Molise (5) e Valle d’Aosta (1).

La situazione di giovani, anziani e stranieri

Lo studio dei dati da parte dell’Osservatorio mestrino fa emergere le maggiori fragilità della sicurezza nel Paese attraverso le incidenze di mortalità: giovanissimi, anziani e stranieri.

  • Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, infatti, il rischio di morire sul lavoro è ben superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (21,8 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 13,7).
  • Un dato, quest’ultimo che risulta essere ancor più preoccupante tra i lavoratori più anziani: l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (97,5), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (44,1).
  • Intanto anche gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a settembre, sono 113 su 593 (1 su 5). Con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere praticamente doppio rispetto agli italiani: gli stranieri, infatti, registrano 47,6 morti ogni milione di occupati, contro i 23,2 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (212 su un totale di 593). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a settembre 2023 sono 34, mentre 20 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

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Foto 1 di 2
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In quali mansioni si sono verificati più incidenti mortali

Nei primi nove mesi del 2023 è sempre il settore delle costruzioni a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 92. Ed è seguito dal settore dei trasporti e magazzinaggio (79), dalle attività manifatturiere (64) e dal commercio (46).

Settori economici n° casi % sul totale
Non determinato 200 33,70%
Costruzioni 92 15,50%
Trasporto e magazzinaggio 79 13,30%
Attivita' manifatturiere 64 10,80%
Commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 46 7,80%
Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 29 4,90%
Attivita' dei servizi di alloggio e di ristorazione 20 3,40%
Fornitura di acqua, reti fognarie, attivita' di gestione dei rifiuti e risanamento 14 2,40%
Sanita' e assistenza sociale 9 1,50%
Estrazione di minerali da cave e miniere 7 1,20%
Attivita' professionali, scientifiche e tecniche 6 1,00%
Agricoltura, silvicoltura e pesca 6 1,00%
Servizi di informazione e comunicazione 5 0,80%
Altre attivita' di servizi 4 0,70%
Amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale obbligatoria 2 0,30%
Attivita' finanziarie e assicurative 2 0,30%
Istruzione 2 0,30%
Attivita' artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 2 0,30%
Attivita' immobiliari 2 0,30%
Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 1 0,20%
Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 1 0,20%
Attivita' di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico, produzione di
beni e servizi indifferenziati per uso proprio da parte di famiglie e convivenze
0 0,00%

I dati relativi agli infortuni sul lavoro

Le denunce di infortunio sono in diminuzione del 20% rispetto a fine settembre 2022. Erano, infatti, 536.002 a fine settembre 2022. Nel 2023 sono scese a 430.829. E il decremento risulta essere sempre maggiormente rilevante, come del resto nei mesi precedenti, nel settore della sanità; lo scorso anno a fine settembre le denunce erano 69.874, mentre a fine settembre 2023 sono diventate 21.521. Altra conferma, questa, della “quasi” totale “estinzione” degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche.

Anche dopo i primi nove mesi del 2023, il più elevato numero di denunce arriva dalle attività manifatturiere (54.444). Seguono: costruzioni (24.555), trasporto e magazzinaggio (23.510), commercio (22.665) e sanità (21.521).

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane da gennaio a settembre 2023 sono state 150.363, quelle dei colleghi uomini 280.466. Sempre allarmante il dato relativo alle denunce degli infortuni dei giovanissimi. Fino ai 14 anni si rilevano 32.937 denunce (circa il 7,6% del totale).

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