Inchiesta Covid: Tribunale ministri archivia sette posizioni contro l'ex Governo Conte
Un altro fascicolo della Procura di Bergamo è passato però a Roma: indagati gli ex ministri della Salute Speranza, Grillo e Lorenzin
"In alcun modo l’epidemia può dirsi provocata dai rappresentanti del governo". Con queste parole il Tribunale dei ministri di Roma si è espresso riguardo l'inchiesta Covid aperta dalla Procura di Bergamo contro diciannove indagati, accusati per vari reati tra cui epidemia colposa e omicidio colposo plurimo. Archiviate quindi le posizioni contro l'ex premier Giuseppe Conte e altri sei ex ministri: Speranza, Di Maio, Bonafede, Lamorgese, Gualtieri e Guerini.
Uno dei filoni d'indagine sulla prima ondata Covid in Lombardia, tuttavia, in queste ore è stato trasferito alla Procura di Roma per ragioni di competenza territoriale. I tre ex ministri alla Salute Speranza, Grillo e Lorenzin per i quali è ipotizzato il reato di omissione in atti d'ufficio.
Inchiesta Covid: archiviate sei posizioni contro il Governo Conte
Novità nell'ambito dell'inchiesta Covid. Nella giornata di ieri, mercoledì 8 marzo 2023, a otto giorni dal termine delle indagini della Procura di Bergamo sulla prima fase della pandemia Covid in Lombardia, il Tribunale dei ministri di Roma ha archiviato le posizioni aperte contro sette membri del Governo in carica in quel periodo: l'ex premier Conte, insieme agli allora ministri Speranza, Bonafede, Di Maio, Gualtieri e Guerini non si possono ritenere responsabili poiché, secondo i giudici, "in alcun modo l’epidemia può dirsi provocata dai rappresentanti del governo".
"Deve ribadirsi che - afferma il Tribunale dei ministri - soprattutto in una situazione di incertezza, non era esigibile da parte degli organi di governo l’adozione tout court di provvedimenti in grado di impedire ogni diffusione dei contagi che non tenessero conto della necessità di contemperare interessi diversi e in particolare la tutela della salute e la tenuta del tessuto socio economico della collettività.
Per verificare la colpevolezza - concludono i giudici - si dovrebbe conoscere la genesi del contagio delle singole vittime e stabilire al di là di ogni ragionevole dubbio che misure di contenimento che non siano state adottate dal governo o disposte in ritardo avrebbero evitato il contagio o l’esito leale. Gli strumenti scientifici non sono in grado di accertare tali circostanze e non è possibile escludere responsabilità dei terzi considerato che la diffusione del virus dipende in buona parte da comportamenti virtuosi della collettività".
Per il Tribunale dei ministri di Roma, quindi, per gli ex esponenti del Governo, indagati per vari reati, tra cui epidemia colposa e omicidio colposo plurimo, non si concretizza il rinvio a giudizio. Per i giudici è risultato impossibile anche accertare una responsabilità penale sotto il profilo omissivo poiché non è dimostrabile che l’adozione di ulteriori misure di contenimento "avrebbero evitato il contagio".
L'avvocato Carlo Taormina, che nel 2020 aveva presentato, a titolo gratuito, una denuncia contro l'Esecutivo in carica per conto di centinaia di cittadini di varie parti d'Italia, commenta così il responso del Tribunale:
"Il tribunale dei ministri ha brutalmente archiviato tutto. Io avevo interpellato decine di procure segnalando alla loro attenzione non solo i provvedimenti del ministero della Salute diramati sin dai primi giorni di gennaio del 2020 ma documentando in maniera circostanziata che anche gli assessorati competenti erano stati riservatamente avvertiti di quello che stava succedendo in Cina in quelle settimane. I cittadini su Facebook mi segnalavano i casi di mortalità, da censurare penalmente, e io mi sono attivato nell'interesse della collettività senza ottenere alcuna risposta dalle autorità giudiziarie".
Un altro filone aperto contro Speranza, Lorenzin e Grillo
Nel frattempo però, uno dei tre filoni dell'inchiesta Covid è stato trasferito dalla Procura di Bergamo a quella di Roma in ragione di competenza territoriale.
In questo caso ad essere indagati sono gli ex ministri della Salute Roberto Speranza, Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin per i quali si ipotizza il reato di omissione in atti d’ufficio, indicati come "responsabili dell’omessa istituzione e rinnovo del Comitato nazionale per la pandemia".
Roberto Speranza
Giulia Grillo
Beatrice Lorenzin
Insieme a loro anche altri otto profili sotto inchiesta, la cui posizione sarebbe stata trasmessa da Bergamo a Roma lo scorso novembre. Nel dettaglio:
- Per Giuseppe Ruocco, Ranieri Guerra, Maria Grazia Pompa, Francesco Paolo Maraglino si ipotizza il reato di omissione in atti d’ufficio perché non avrebbero aggiornato il piano pandemico e omesso di definire i piani nel dettaglio.
- Per Ranieri Guerra, Claudio D’Amario, Francesco Paolo Maraglino, Loredana Vellucci e Mauro Dionisio si indaga per "falsità ideologica" in relazione ai "dati falsi comunicati all’Oms e alla Commissione europea attraverso appositi questionari".
Il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, invece, si ipotizza il reato di "truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche".