Vuole incendiare l'auto di un uomo che gli deve dei soldi, ma sbaglia e dà fuoco a quella di un carabiniere
E' successo a Pavia: il piromane ha patteggiato una pena a un anno e 11 mesi.
Un uomo gli doveva dei soldi e lui, dopo aver insistito senza fortuna, ha deciso di fargliela pagare, incendiandogli la macchina. Ma ha commesso un errore imperdonabile: ha sbagliato auto. E ha dato fuoco a quella di un maresciallo dei Carabinieri. Una vicenda incredibile avvenuta a Pavia.
Vuole incendiare l'auto del suo debitore, ma sbaglia macchina
L'incredibile vicenda, raccontata da Prima Pavia, è quella di un uomo che ha dato fuoco all'auto sbagliata: voleva "punire" il suo debitore e invece ha bruciato la vettura di un carabiniere.
I fatti risalgono al 18 febbraio 2022, in corso Garibaldi a Pavia, ma la vicenda si è chiusa nei giorni nostri a seguito del patteggiamento della pena da parte del piromane.
IL LUOGO DELL'INCENDIO:
A seguito dell'incendio di due auto, i militari dell'Arma avevano dato il via alle indagini, ritrovando immediatamente un barattolo di vetro con all'interno una sostanza infiammabile. Qui avevano trovato un'impronta digitale corrispondente a un quarantottenne incensurato del Pavese.
L'uomo è stato poi individuato anche grazie ai tabulati telefonici delle celle della zona e alle immagini delle videocamere comunali e private dell'area in questione.
Il movente e l'imperdonabile errore
Ma perché il 48enne ha dato fuoco alle due auto? Il movente è da ricercare nel credito che l'uomo aveva nei confronti di un'altra persona cui aveva ceduto un esercizio commerciale. Dopo i primi pagamenti, però, il debitore aveva interrotto i versamenti. Un comportamento che aveva creato parecchi problemi al pavese, che per farla pagare all'altro ha deciso di agire così.
Ha commesso però un imperdonabile errore: l'auto a cui ha dato fuoco non era quella del debitore, ma di un maresciallo dei Carabinieri. E a fuoco è andata anche la vettura che si trovava accanto, di proprietà di un farmacista pavese.
In tribunale il piromane ha ammesso gli addebiti patteggiando una pena di un anno e 11 mesi.