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In Italia il crimine cambia volto: calano i reati per strada, cresce il rischio online

Diminuiscono scippi, rapine e furti tradizionali, ma crescono le truffe digitali. Il nuovo rapporto ISTAT fotografa un Paese dove le grandi città e i cittadini stranieri restano i più esposti ai reati

In Italia il crimine cambia volto: calano i reati per strada, cresce il rischio online
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Nel periodo tra il 2015/16 e il 2022/23, l’Italia ha registrato un generale calo dei reati tradizionali, secondo l’ultimo rapporto ISTAT sui “Reati contro la persona e contro la proprietà”.

Meno famiglie sono state colpite da furti in casa, scippi, borseggi e rapine. Ma se le strade sembrano più sicure, il pericolo si è spostato online: aumentano esponenzialmente i furti di denaro tramite strumenti bancari digitali, con un preoccupante +74%. Le abitudini cambiano, e con esse anche le opportunità per i criminali.

La sicurezza, oggi, fa rima anche – e soprattutto – con la consapevolezza digitale.

Meno rapine e borseggi, ma il rischio non è sparito

Negli ultimi sette anni, le famiglie vittime di furti nella propria abitazione sono scese dall’1,8% allo 0,6%, mentre i furti di auto e camion sono calati da 1,5 a 0,7 ogni 100 nuclei familiari. Anche i borseggi sono passati dall’1,6% all’1%, e le rapine dallo 0,5% allo 0,2%. Gli scippi restano invece stabili (0,7%).

Curiosamente, una novità segnalata nel report riguarda i monopattini elettrici: il 3,6% delle famiglie che ne possiedono uno ha subito un furto. I furti di biciclette restano una piaga: il 2,1% dei casi si traduce in un furto consumato, contro lo 0,4% di tentativi falliti.

Come entrano i ladri? Porte forzate e finestre lasciate aperte

Nel 28,6% dei furti in casa, i ladri entrano forzando la porta d’ingresso, mentre nel 30,7% sfruttano punti deboli come finestre, garage o addirittura porte lasciate incustodite. In un terzo dei casi i tentativi non vanno a segno, ma il pericolo resta concreto.

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Furti in casa

Le aggressioni e le minacce, seppur meno frequenti, registrano un aumento nelle denunce: dal 19,9% al 40,6%. Complessivamente, sono circa 693mila le persone (1,3%) che hanno subito reati contro l’incolumità personale.

Il cybercrimine non conosce crisi: +74% di furti digitali

Se il crimine fisico arretra, quello digitale avanza. Il furto di denaro attraverso strumenti bancari online è il reato in maggiore crescita: +74% rispetto al 2015/16, spinto anche da un aumento del 25% dell’utenza digitale.

A colpire è anche la diffusione del phishing, che però registra una leggera flessione: il 6,9% degli utenti online ne è stato vittima, contro il 7,7% del passato. Le truffe legate agli acquisti online calano del 27%, ma restano diffuse.

In Italia il crimine cambia volto: calano i reati per strada, cresce il rischio online
Cybercrime

Oltre 1,7 milioni di italiani (3,3% degli utenti online) hanno dichiarato di essere stati truffati sul web. In particolare, la clonazione delle carte di credito ha colpito l’1,1% degli utenti, con la maggioranza che se ne accorge solo leggendo l’estratto conto (44,7%) o dopo essere stati avvisati dalla banca (23,3%).

Chi è più colpito? Stranieri e residenti nelle grandi città

I dati mostrano una geografia del crimine ancora fortemente sbilanciata verso le grandi città. Nei centri urbani metropolitani, i reati contro la persona e la proprietà sono più che doppi rispetto alla media nazionale: il 5,3% degli individui è stato colpito da reati predatori (contro il 2,3% nazionale), con borseggi e rapine che triplicano rispetto alle zone rurali.

In Italia il crimine cambia volto: calano i reati per strada, cresce il rischio online
Maggiori rischi in città

Le persone straniere risultano più esposte ai reati tradizionali, come furti e aggressioni, ma meno colpite dalle truffe online (2,7% contro il 3,3% degli italiani). Le famiglie italiane hanno subito circa 1,4 milioni di reati contro i propri beni, soprattutto furti di veicoli (4,5%) e furti in abitazione (1,8%).

Anche i raggiri di persona – come le truffe tramite finti funzionari o venditori porta a porta – sono in calo: dall’1,1% attuale rispetto al 2,7% di sette anni fa.

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