Da Prima Monza

Imprenditore fa bere una tisana avvelenata alla compagna per farla abortire, lei perde il figlio

Una vicenda da film finita in Tribunale: lui è stato condannato a sei anni

Imprenditore fa bere una tisana avvelenata alla compagna per farla abortire, lei perde il figlio
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Lei voleva quel figlio, ma lui aveva deciso di non tenerlo. E così ha organizzato un piano diabolico, degno di un film. Ha sciolto un farmaco in una tisana che le ha servito, provocandole così un aborto. Dopo sei anni è stato condannato.

Non vuole il figlio, avvelena la compagna

Protagonista dell'incredibile vicenda un facoltoso imprenditore 55enne, che come racconta Prima Monza è stato condannato a sei anni di reclusione per l'interruzione di gravidanza non consensuale della sua ex compagna, di dieci anni più giovane.

Lui, vedovo e con figli grandi, si era rifatto una vita con la nuova compagna, ma - come ricostruito in fase processuale - quella gravidanza evidentemente rappresentava un ostacolo ai suoi progetti.

La tisana avvelenata

E’ stata la stessa donna, durante l’istruttoria, a raccontare la vicenda, risalente al 2018.

“Vivevamo separati e una sera andai da lui. Quando entrai in casa trovai due tisane già pronte. Era un’abitudine che avevamo, ma di solito la preparavo sempre io al momento. Quando la bevvi, notai che era tiepida, come se fosse stata preparata già da un po' di tempo”.

Dopo la tisana, lui le avrebbe offerto un bicchiere di acqua di cocco, altra bevanda che la coppia consumava di frequente.

“A un certo punto notai che c’era del residuo sul fondo, come un sedimento, che invece nel suo bicchiere non c’era".

Le ricerche su Internet

La stessa notte la donna finì all’ospedale San Gerardo di Monza. A casa, dove viveva sola, era stata svegliata da dolori, crampi, abbondanti perdite di sangue: chiari sintomi di un aborto.

Dalle indagini sono emerse ricerche su internet dell’imputato, con parole tipo “calcolo assegno mantenimento figlio naturale”, “mi ha incastrato, quanto devo pagare”, o “come favorire aborto spontaneo”, e quel “si può trovare cytotec (un medicinale usato per la prevenzione delle ulcere e come farmaco abortivo ndr) nel sangue?”.

La condanna

I giudici hanno accolto la richiesta formulata dal pm Flaminio Forieri, e hanno riconosciuto alla vittima, una donna di 10 anni più giovane dell’imputato, assistita dall’avvocato Luigi Peronetti, il diritto al risarcimento del danno da stabilre in sede civile, e una provvisionale pari a 20mila euro.

Le motivazioni della sentenza saranno rese pubbliche tra 90 giorni.

 

 

 

 

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