Il vortice nero del bullismo: dopo più di un anno dopo la scomparsa di Leonardo la verità ancora non c'è
Nelle chat del suo telefonino sarebbero state infatti trovate le prove dell'istigazione al suicidio del 15enne

Nella vicenda della morte del giovane Leonardo Calcina potrebbe esserci una svolta.
Nelle chat del suo telefonino sarebbero state infatti trovate le prove dell'istigazione al suicidio del 15enne.
E ora gli inquirenti vogliono andare a fondo di questa tragedia e mettere a posto tutti i tasselli che hanno hanno portato Leonardo a compiere l'estremo gesto.
Gli indizi nelle chat, svolta nella morte di Leonardo
La vicenda come forse molti ricorderanno risale agli ultimi mesi dello scorso anno, all'ottobre 2024, quando il 15enne fu ritrovato morto suicida nelle campagne di Senigallia nelle Marche la notte di domenica 13 ottobre 2024.
Una tragedia doppiamente eclatante perché i genitori di Leonardo fin da subito avevano puntato il dito contro i compagni di scuola del figlio.
Bullismo era stata l'accusa più drammatica e addirittura avevano fatto nomi e cognomi dei ragazzi che avrebbero vessato in vario modo il 15enne.
Addirittura avevano raccontato di come il ragazzo avesse confidato il suo disagio a un insegnante.
La presa di posizione del preside della sua scuola a smentire questi scenari (ma anche la fidanzatina del giovane aveva negato) e lo stallo del quadro investigativo avevano però portato le indagini a una sorta di binario morto.
Ora però le scoperte degli inquirenti nelle chat del giovane e delle sue conoscenze potrebbe essere decisiva.
Una tragica morte e il bullismo, le scoperte degli investigatori
La possibile svolta arriverebbe da una perizia commissionata dalla famiglia dal giovane attraverso la consulenza e il lavoro portato avanti dai legali.
Nella fattispecie dalla perizia informatica depositata dall'analista forense Luca Russo, sembrerebbe emergere "un'escalation di sensazioni negative e situazioni alle quali Leonardo era costretto dal primo ottobre in poi", la spiegazione dell'avvocato Pia Parricci.
Ma non solo. Nell'illustrare le novità che starebbero venendo a galla in queste ore l'avvocato della famiglia Calcina ha aggiunto:
"Sono state analizzate in particolare le chat con i genitori e un amico da queste emergono i nomi di due ragazzi e due ragazze indiziati come coloro che prendevano costantemente in giro Leonardo".
Le accuse al preside della scuola, l'appello dei genitori
Ecco allora che dai genitori del giovane è arrivata una sorta di accusa-appello al preside della scuola.
Severe, ma in larga parte giustificate le parole della mamma di Leonardo, Viktoryia Romanenko (sotto invece uno dei messaggi d'amore e affetto nei confronti del figlio):
"Io mi rivolgo al preside e agli insegnanti, perché mi chiedo dove sono stati gli adulti in questa situazione e perché non hanno fatto nulla per proteggere mio figlio, un bambino, che aveva solo 15 anni. Uno schifo quello che succedeva. Chi rimane in silenzio per me è complice di ciò che successo a mio figlio".
Chat shock, le prese in giro sul telefono anche durante le lezioni
Addirittura dalle chat pare che i compagni minacciassero Leonardo di picchiarlo.
Tanto che il 15enne aveva lamentato e confidato un senso di angoscia che era arrivato a opprimerlo.
Addirittura aveva chiesto al padre di potersi arruolare nell'esercito appena possibile, pur di "lasciare quella scuola".
C'è infatti altro particolare inquietante: minacce e vessazioni avvenivano anche durante l'orario delle lezioni in classe.
Ecco perché dai legali è stata prospettata l'ipotesi di avanzare la richiesta di istigazione al suicidio.
Cosa era accaduto la notte del 13 ottobre 2024
Ma cosa era successo la notte del 13 ottobre 2024?
Secondo la versione fornita dai genitori di Leonardo Calcina, il figlio, prima del suicidio avrebbe tentato una mediazione con "i bulli" che sarebbero stati tre ragazzi e una ragazza, ma senza arrivare a una soluzione.
Così quella tragica domenica il 15enne aveva fatto finto di andare a letto presto, aveva aperto la cassaforte dove il padre custodiva la sua pistola da vigile urbano e si era allontanato nelle campagne di Montignano, otto chilometri da Senigallia.
Intorno alle 22, aveva già esploso contro di sé un colpo. L’autopsia aveva poi chiarito gli ultimi dettagli che mancavano per confermare il suicidio mentre le motivazioni sono rimaste ancora un capitolo aperto.
La lunga sequenza di vessazioni
Da quanto era emerso i compagni di classe prendevano in giro Leonardo per il suo cognome che finisce con la A.
E poi lo ricoprivano di "insulti e parolacce irripetibili".
L'avvocato dei genitori della vittima, Pia Perricci, ha parlato di colpi ai genitali e pizzicotti.
La Procura di Ancona già in quei drammatici giorni aveva aperto un fascicolo d’indagine per istigazione al suicidio.
Anche perché una mamma allora aveva confermato: "I bulli ironizzavano sul fatto che fosse una femminuccia".