Il Procuratore generale della Cassazione chiede di annullare il 41bis per Cospito
In attesa dell'udienza del 24 febbraio, le condizioni del 55enne pescarese peggiorano e le azioni dei movimenti anarchici in sua solidarietà non si fermano
Dopo le forti tensioni delle scorse settimane, gli anarchici sono tornati a farsi sentire sulla questione Alfredo Cospito con cortei organizzati a Milano e Torino. Nel capoluogo lombardo le contestazioni sono sfociate in scontri aperti con le forze di polizia al punto tale che sei agenti sono rimasti feriti e undici persone sono state denunciate. Nessuna escalation violenta, invece, nel centro urbano torinese dove il corteo è sfilato nelle piazze in modo pacifico nonostante il pattugliamento dei poliziotti.
I motivi delle proteste sono risaputi: manifestare aperta solidarietà nei confronti di Alfredo Cospito, esponente del movimento anarchico che si trova detenuto al 41-bis nell'istituto penitenziario di Opera di Milano e che, per contestare contro il carcere duro sta portando avanti da giorni uno sciopero della fame. Mentre il suo quadro clinico peggiora giorno dopo giorno (da Opera è stato trasferito al reparto di medicina penitenziaria dell'ospedale San Paolo di Milano), il suo caso, tuttavia, potrebbe essere vicino ad una svolta: nelle ultime ore, infatti, si è espresso in questo modo il Procuratore generale della Cassazione, Pietro Gaeta:
"La Cassazione annulli con rinvio per un nuovo esame l'ordinanza del tribunale di sorveglianza di Roma che ha confermato il 41 bis per Alfredo Cospito".
Il Procuratore della Cassazione su Cospito: "Annullare il 41-bis"
Annullamento del provvedimento e rinvio ad esame. E' stata questa la posizione che ha espresso Pietro Gaeta, Procuratore generale della Cassazione, nei confronti del caso di Alfredo Cospito in una requisitoria depositata martedì scorso, in vista della camera di consiglio del prossimo 24 febbraio 2023.
Le parole del Procuratore Gaeta, che fanno ben sperare la difesa, potrebbero rappresentare una vera e propria svolta nella vicenda del 55enne pescarese che, sottoposto al 41-bis, sta portando avanti la sua personale battaglia contro il carcere duro attraverso uno sciopero della fame che ha peggiorato notevolmente le sue condizioni di salute. Per questo motivo, dopo un primo trasferimento da Sassari all'istituto penitenziario di Opera a Milano, adesso Cospito si trova nel reparto di medicina penitenziaria dell'ospedale San Paolo di Milano.
Nella sua requisitoria, il Procuratore generale di Cassazione ha dichiarato che il 41-bis non può giustificare la "rarefazione e la compressione di altre libertà inframurarie" se non con l'impedimento di "contatti e collegamenti" che risultino "concretamente" e "specificamente" finalizzati ad evitare "ulteriori reati o attività dell'associazione esterna".
Secondo il Procuratore Gaeta è necessario che emerga una "base fattuale" sulla base di "elementi immanenti e definiti", cosa che "non è dato riscontrare" nell'ordinanza del tribunale di sorveglianza su Cospito. Dalle motivazioni dell'ordinanza del tribunale di sorveglianza di Roma emerge una "carenza di fattualità in ordine ai momenti di collegamento" con gli anarchici.
Quindi, stando alle parole del Procuratore generale della Cassazione, non basta essere stato leader di alcuni gruppi anarchici o essere considerato un punto di riferimento per mantenere Cospito al 41-bis.
"La verifica su tale punto essenziale - continua il Pg - non traspare nelle motivazioni del provvedimenti" ma è "necessaria" e non può essere "desumibile interamente ed unicamente né dal ruolo apicale" né dall'essere egli divenuto 'punto di riferimento' dell'anarchismo in ragione dei suoi scritti e delle condanne riportate".
Ora, per la sentenza decisiva, bisognerà attendere il 24 febbraio quando la Corte di Cassazione dovrà pronunciarsi sul ricorso, presentato dalla difesa dell'anarchico, contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma di confermargli il regime del carcere duro.
Proseguono i cortei di solidarietà per Cospito: tensioni a Milano
Come affermato in precedenza, Alfredo Cospito, giunto al 116 giorno di sciopero della fame, si trova in una delle due stanze per i detenuti al 41-bis nel reparto di medicina penitenziaria dell'ospedale San Paolo di Milano. Le sue condizioni di salute preoccupano: pesa 71 chili ed è a rischio di edema cerebrale e aritmie cardiache potenzialmente fatali, ha riferito il medico di parte all'avvocato Flavio Rossi Albertini. Al suo arrivo nel reparto di medicina penitenziaria del San Paolo ha rifiutato la seggiola a rotelle, è entrato sulle sue gambe e ha ringraziato chiedendo loro "scusa per il disturbo".
In attesa della sentenza finale della Corte di Cassazione sul caso Cospito, nella Penisola stanno andando avanti i cortei di solidarietà nei suoi confronti. Gli anarchici, infatti, negli scorsi giorni si sono fatti sentire a Milano e Torino. Per le vie del centro torinese, nonostante lo schieramento delle forze di Polizia, le proteste non hanno fortunatamente portato a momenti di tensione e scontri di alcun tipo.
A Milano, invece, la situazione è stata ben diversa. Nel capoluogo lombardo, infatti, sabato 11 febbraio 2023, gli anarchici sono arrivati al confronto diretto con la Polizia, circostanza che ha generato gravi conseguenze. Sei agenti, infatti, sono rimasti feriti con ustioni provocate dall'esplosione di un paio di bombe carta e con una serie di danneggiamenti che hanno portato a undici denunce nei confronti di esponenti di area anarchica milanese, ma anche di Sondrio, Torino e Trento, per violenza e resistenza a Pubblico ufficiale, porto abusivo di armi improprie.
"Sei poliziotti feriti, di cui uno seriamente alla gamba, lanci di bombe carta, schegge, botte, danni gravi a locali e automobili, undici persone fermate sono il bilancio di violenze che di fatto sono 'terrorismo di piazza' - denuncia Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato - Chiediamo da anni che si delinei una fattispecie che lo preveda e lo punisca e ci fornisca strumenti adeguati per intercettare ed impedire la prossima guerriglia".
Una preoccupazione condivisa anche dai funzionari di Polizia:
"Se manifestare il proprio dissenso è sempre stato e sempre sarà un diritto insopprimibile, lanciare sassi e bombe carta contro la polizia non può essere accettabile - spiega Enzo Letizia, segretario dell'Associazione nazionale funzionari di polizia - c'è una pericolosa saldatura tra il mondo anarchico ed un'ampia fetta della galassia antagonista, per questo speriamo che le forze parlamentari si interroghino sulla necessità di rendere più efficaci gli strumenti a nostra disposizione per la prevenzione ed il contrasto dell'estremismo violento su piazza: pensiamo, ad esempio, alla possibilità di inasprire il trattamento sanzionatorio per il travisamento o per la violazione del cosiddetto foglio di via che potrebbe disincentivare la partecipazione di estremisti di altre province".
Le proteste a Roma e all'estero
I cortei di Milano e Torino non hanno rappresentato le uniche manifestazioni di protesta degli anarchici contro la situazione Cospito. Qualche settimana fa, infatti, violenti scontri si erano verificati anche a Roma con 41 esponenti che sono stati identificati e denunciati e una molotov lanciata contro un distretto di polizia.
Oltre ai disordini nella Capitale, era accaduto che Il Tirreno di Livorno fosse finito nel mirino di intimidazioni di stampo anarchico, col direttore Luciano Tancredi che aveva ricevuto una lettera minatoria, firmata con una A maiuscola e con all'interno un proiettile.
La vicenda Cospito, poi, aveva ricevuto grande solidarietà anche dai movimenti anarchici all'estero. Dopo l'attacco effettuato il 2 dicembre ad Atene contro l'auto di Susanna Schlein, primo consigliere dell’ambasciata italiana in Grecia, lo scorso venerdì 27 gennaio 2023 anche alle sedi diplomatiche italiane di Berlino e Barcellona è toccata la stessa sorte. Nella capitale tedesca è stata incendiata l'automobile con targa diplomatica del primo consigliere dell’ambasciata, Luigi Estero. Nella città catalana, invece, venerdì sera ignoti hanno infranto la vetrata del palazzo dove ha sede il consolato italiano imbrattando una parete dell’ingresso dell’edificio con le scritte "Libertat Cospito“, “Amnistia totale” e “Stato italiano omicida”.