BRACCIO DI FERRO

Il gup vuole ammorbidire le accuse per i responsabili della strage del Mottarone, ma la Procura dice no (e bisogna rifare tutto)

"Un'inutile perdita di tempo che logora ancora di più i parenti delle vittime. A noi interessa il rinvio a giudizio: se si riformano i capi di imputazione, si inizierebbe tutto da capo".

Il gup vuole ammorbidire le accuse per i responsabili della strage del Mottarone, ma la Procura dice no (e bisogna rifare tutto)
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Non c'è pace per le vittime della funivia del Mottarone. Un destino crudele li ha strappati nel maggio del 2021 ai loro cari, che ora rischiano di dover attendere ancora perché Giustizia sia fatta. Il rischio, più che concreto è, infatti, che il processo per la strage, a un passo dal via, venga rinviato e addirittura che tutto il procedimento preparatorio sia da rifare.

In sostanza, accontentando le difese, il Giudice per le udienze preliminare che doveva rinviare a giudizio i responsabili della tragedia, ha chiesto di rendere meno pesanti i capi di imputazione, ma la Procura ha tenuto il punto: il pm ha risposto picche.

Il problema è che a questo punto bisogna ricominciare daccapo e il procedimento che poteva cominciare in autunno non si sa quando potrà avere inizio.

Strage del Mottarone, braccio di ferro fra Gup e Procura

A tre anni dalla tragedia verificatasi sopra Stresa, nel piemontese Verbano-Cusio-Ossola, si allungano insomma i tempi per arrivare a un processo a causa di un braccio di ferro tra giudice e Procura, in punta di diritto, che allungherà ulteriormente i tempi per avere Giustizia per la tragedia del Mottarone.

A luglio Rosa Maria Fornelli, giudice per l'udienza preliminare, anziché decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per i sei indagati, aveva chiesto di modificare le accuse escludendo i riferimenti alla sicurezza sul lavoro e l'aggravante sulla violazione delle norme infortunistiche nell'incidente del maggio 2021.

La procuratrice di Verbania Olimpia Bossi ieri ha respinto tale proposta è il 10 ottobre si dovrà decidere tra due strade: o la giudice fa marcia indietro o restituisce gli atti alla Procura, allungando i tempi dell'inchiesta (perché gli inquirenti a quel punto dovranno formulare una nuova richiesta di rinvio a giudizio).

Tutto ruota attorno al nuovo ruolo previsto dalla legge Cartabia per il gup, che può riqualificare i reati se ritiene verosimile che a processo le imputazioni scelte dai PM non reggano.

"Un'inutile perdita di tempo che logora ancora di più i parenti delle vittime. A noi interessa il rinvio a giudizio: se si riformano i capi di imputazione, si inizierebbe tutto da capo".

Così Amerigo Cetraro, difensore dei parenti di Serena Cosentino, una delle vittime.

IL VIDEO DELLA TRAGEDIA:

 

Il gup vuole ammorbidire le accuse, la pm dice no

La tragedia del Mottarone è tornata in aula giovedì 12 settembre 2024, a porte chiuse, dopo che a metà luglio la gup di Verbania Rosa Maria Fornelli aveva chiesto alla procura di riformulare i capi di imputazione nei confronti di otto persone, tra cui due società, escludendo i reati relativi alla sicurezza sul lavoro e le relative aggravanti e alleggerendo, di fatto, la posizione di alcuni.

Durante l’udienza preliminare, la procuratrice capo facente funzioni Olimpia Bossi, con la pm sostituta Laura Carrera, doveva dunque decidere se accogliere tale richiesta, oppure no. E la procura di Verbania non ha accolto le richiesta di riformulare i capi. Bossi e Carrera hanno comunicato di aver respinto le richieste della gup, che in tal senso si era rifatta alle facoltà che le ha recentemente concesso la riforma della giustizia dell’ex ministro Cartabia.

La decisione dei pm è stata sostanzialmente motivata come una scelta di coerenza, in linea con il proprio impianto accusatorio. A questo punto si aprono due scenari. La gup Fornelli potrebbe ritirare la sua ordinanza di luglio – quattordici pagine fitte di notazioni e di riferimenti alla dottrina e alla giurisprudenza – in cui chiedeva la modifica delle imputazioni e procedere con le decisioni sui rinvii a giudizio o di accesso a eventuali riti alternativi. Oppure potrebbe restituire gli atti alla procura per una nuova chiusura delle indagini e si ripartirebbe con un nuovo giudice.

Sembra questa la strada che verrà presa.

L’udienza è stata comunque rinviata al 10 ottobre. Nell’incidente del 23 maggio del 2021, va ricordato, morirono in 14 e nei guai sono finiti il titolare delle Ferrovie del Mottarone, la società che gestiva l’impianto, Luigi Nerini; per il direttore di esercizio, Enrico Perocchio; per il caposervizio, il borgomanerese Gabriele Tadini; per i vertici di Leitner, tra cui il vicepresidente Martin Leitner; il responsabile del customer service Peter Rabanser; le due società stesse, Leitner e Ferrovie del Mottarone. Era stata chiesta, invece, l’assoluzione per il presidente della multinazionale del gruppo di Vipiteno, Anton Seeber.

Secondo l’ipotesi della procura, le cause della tragedia andrebbero addebitate a una catena di omessi controlli, primo fra tutti quello mensile sulla fune via via deterioratasi, a cui si aggiungerebbe la consuetudine di inserire i forchettoni (lo ha confessato agli inquirenti Tadini), escamotage per evitare i blocchi al servizio che ha però impedito l’entrata in funzione dei freni di emergenza.

Per quanto riguarda i risarcimenti, agli oltre 90 familiari delle vittime, poi usciti dal processo, da parte di Reale Mutua, l’assicurazione di Ferrovie del Mottarone, e da parte di Leitner si sono aggirati tra i 25 e i 30 milioni. Rimangono ancora una trentina di parti civili che si aggiungono alla Regione Piemonte e al Comune di Stresa.

I nomi delle vittime della strage del Mottarone

  • Biran Amit, nato in Israele il 2 febbraio 1991 e residente a Pavia
  • Peleg Tal (coniugata Biran), nata in Israele il 13 agosto 1994 e residente a Pavia
  • Biran Tom, nato a Pavia il 16 marzo 2019 e residente a Pavia
  • Cohen Konisky Barbara, nata in Israele l’ 11 febbraio del 1950
  • Cohen Itshak, nato in Israele il 17 novembre 1939
  • Shahaisavandi Mohammadreza, nato in Iran il 25 agosto 1998, residente a Diamante (Cosenza)
  • Cosentino Serena, nata a Belvedere Marittimo (Cosenza) il 4 maggio del 1994 e residente a Diamante (Cosenza)
  • Malnati Silvia, nata a Varese il 7 luglio del 1994, residente a Varese
  • Merlo Alessandro, nato a Varese il 13 aprile del 1992, residente a Varese
  • Zorloni Vittorio nato a Seregno, Milano, l’8 settembre del 1966, residente a Vedano Olona (Varese)
  • Persanini Elisabetta, nata nel 1983, residente a Vedano Olona (Varese)
  • Zorloni Mattia, 5 anni, figlio di Vittorio Zorloni e Elisabetta Persanini, residente a Vedano Olona (Varese)
  • Gasparro Angelo Vito, nato a Bari il 24 aprile 1976, residente a Castel San Giovanni (Piacenza)
  • Pistolato Roberta, nata a Bari il 23 maggio del 1981, residente a Castel San Giovanni (Piacenza)

daniele.pirola@netweek.it

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