Il cane non è idoneo alla caccia e lo uccidono a fucilate: "Bene condanna, ma avanti con proposta di legge su pene più severe"
I fatti risalgono al 2020 ad Arcidosso, in provincia di Grosseto. A costituirsi parte civile nel processo è stata la LNDC Animal Protection

Due cacciatori sono stati condannati a 8 e 6 mesi di reclusione per aver ucciso il cane Virgola con la sola motivazione che il cane non sarebbe stato idoneo alla caccia. La sentenza di condanna nei confronti del proprietario e del suo complice è stata emessa dal Tribunale di Grosseto.
L'uccisione del cane nel 2020 a Grosseto
I fatti risalgono al 27 gennaio 2020, ad Arcidosso (in provincia di Grosseto, Toscana), quando il proprietario del segugio maremmano di nome Virgola decise di disfarsi del cane perché ritenuto non idoneo alla caccia al cinghiale. Per portare a termine l’atroce piano, l’uomo propose al suo amico di abbattere l’animale.

Quest’ultimo accettò senza esitazione e sparò un colpo di fucile alla testa del cane, gettandone poi il corpo in un dirupo. Per cercare di sviare le indagini, il proprietario denunciò falsamente la scomparsa dell’animale due giorni dopo, il 29 gennaio 2020.
La sentenza del Tribunale di Grosseto
Ad oltre 5 anni dall'accaduto, il Tribunale di Grosseto ha emesso una sentenza di condanna nei confronti del proprietario e del suo complice per l’uccisione del cane Virgola. Gli imputati, entrambi cacciatori di una squadra di caccia al cinghiale, sono stati condannati rispettivamente a 8 e 6 mesi di reclusione.
A costituirsi parte civile nel processo è stata la LNDC Animal Protection (Lega Nazionale per la Difesa del Cane), un'associazione animalista italiana impegnata nella tutela della vita e del benessere degli animali di ogni specie, in particolare di cani e gatti randagi. La giustizia ottenuta ha confermato "ancora una volta l’importanza di portare casi come questo in Tribunale per ottenere una condanna esemplare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di tutelare gli animali", si legge in un comunicato rilasciato dall'associazione.
LNDC Animal Protection: "Pene ancora troppo blande"
"Abbiamo seguito dall’inizio questo processo e siamo contenti che i responsabili della morte di Virgola siano stati condannati ma le pene previste per i reati a danno di animali sono ancora troppo blande, serve accelerare l’approvazione della proposta di legge a firma dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali ferma in Senato", ha commentato Piera Rosati, Presidente di LNDC Animal Protection.
"Questa condanna rappresenta un segnale importante, ma la pena inflitta è ancora troppo lieve rispetto alla gravità del crimine commesso - ha aggiunto -. Sparare a un cane e buttarlo via come fosse un rifiuto è un atto di una crudeltà inaudita. Continueremo a batterci affinché la legge preveda pene più severe per chi si macchia di simili atrocità. Siamo abituati a pensare che i cacciatori che compiono questi gesti siano per lo più anziani, ma la triste realtà è che queste due persone hanno meno di 50 anni. Il fatto che siano relativamente giovani rende la cosa ancora più avvilente e sconcertante, non hanno nemmeno la scusante di una mentalità retrograda dovuta all’età".

"La vicenda di Virgola non è purtroppo un caso isolato. Molti cani impiegati nella caccia vengono ancora considerati strumenti di lavoro e, se ritenuti inadeguati, vengono eliminati senza scrupoli", si spiega ancora nella nota.
"Serve accelerare la riforma della normativa sul maltrattamento e l’uccisione di animali, che siede in Parlamento da troppo tempo ormai, affinché i colpevoli paghino davvero per le loro azioni", ha concluso Rosati.
Cosa dice la legge sul maltrattamento e l'uccisione di animali
Dal punto di vista del diritto penale, la norma di riferimento è la legge n. 189 del 2004, definita "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate".
Vengono qui introdotte nuove fattispecie di reato, e vengono aggiunti e riformati alcuni articoli del codice penale, i più importanti dei quali sono l'art. 544-bis, che punisce chi senza necessità cagiona la morte di un animale (questo è il caso di Virgola) con la reclusione da quattro mesi a due anni, ed il 544-ter, che sanziona chi maltratta, sevizia, e compie violenze sugli animali con la reclusione da tre a diciotto mesi.
L'articolo 544-bis del Codice Penale recita: "Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni".
In tema di uccisione o maltrattamento di animali, la crudeltà si identifica con l'inflizione all'animale di gravi sofferenze per mera brutalità, mentre la necessità si riferisce ad ogni situazione che induca all'uccisione dell'animale per evitare un pericolo imminente o per impedire l'aggravamento di un danno a sé o ad altri o ai propri beni, quando tale danno l'agente ritenga non altrimenti evitabile.