Il 55enne morto dopo un viaggio in Congo era positivo alla malaria. Gli esperti: "Non escludere altri patogeni"
Arrivati i primi risultati degli accertamenti medici condotti dall'Istituto Spallanzani di Roma. Ciccozzi: "Ipotizzare che ci sia un altro agente patogeno coinvolto"
Mercoledì 18 dicembre sono arrivati i primi risultati degli accertamenti medici condotti dall'Istituto Spallanzani di Roma. Andrea Poloni, 55 anni, residente a Trevignano, provincia di Treviso, recentemente deceduto dopo un viaggio nella Repubblica Democratica del Congo era positivo alla malaria.
Il trevigiano deceduto dopo un viaggio in Congo era positivo alla malaria
Poloni era rientrato dal Congo con sintomi che hanno fatto sospettare una febbre emorragica. Le prime analisi hanno evidenziato una positività alla malaria, a renderlo noto è stata la dottoressa Francesca Russo, responsabile della Direzione Prevenzione della Regione del Veneto.
In collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’INMI Spallanzani sta svolgendo ulteriori indagini diagnostiche per verificare la presenza di eventuali infezioni concomitanti che potrebbero rappresentare un rischio per la salute pubblica.
Le preoccupazione, infatti, sono in relazione ad una possibile connessione con la misteriosa malattia che in Congo, nelle ultime settimane, ha provocato diversi decessi.
Come riporta Prima Treviso, la Direzione Prevenzione della Regione Veneto sottolinea che:
È obbligatorio segnalare, anche solo in caso di sospetto, la presenza di malattie infettive potenzialmente pericolose per la collettività, rispettando i tempi previsti dalla normativa nazionale e internazionale. L’informazione ai cittadini deve provenire direttamente dalle istituzioni, per garantire trasparenza e accuratezza ed evitare la diffusione di notizie incomplete o distorte tramite altri canali.
Il parere degli esperti
Qualche perplessità espressa da Matteo Bassetti:
“La prima cosa da dire è che i tempi per la diagnosi di questa malattia X stanno diventano lunghi, poi si rompono le provette, insomma forse andava organizzata meglio la task force dell’Oms nella zona del focolaio, magari usando un elicottero. È l’Oms che ha detto che siamo di fronte ad una malattia X o nuova in Congo e oggi invece – dice il direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova – ci dice che nell’80% dei campioni positivi prelevati c’è la malaria. Quindi di fronte a un grande battage ora si scopre questa malattia veicolata dalle zanzare nel continente che ci ha insegnato la lotta alla malaria. Mi fa un po’ sorridere. In Africa sono i più bravi nella diagnosi e cura della malaria. Non mi risulta però che i sintomi tipici della malaria siano respiratori, mentre per i casi del focolaio si parlava di mal di gola e tosse. Rimango molto perplesso”.
“In Congo la malaria è endemica, non mi stupisce quindi quanto annunciato dall’Oms. Dobbiamo però – ritiene l’epidemiologo Massimo Ciccozzi – anche ipotizzare che ci sia un altro agente patogeno coinvolto, un virus o un batterio? Se prendiamo in considerazione i sintomi riscontrati nel focolaio e il fatto che i contagi sono nella fascia pediatrica, penso ad un virus respiratorio come il virus respiratorio sinciziale o un mycoplasma pneumoniae. In più ricordiamoci che sono zone dove c’è malnutrizione, povertà e poca possibilità di curarsi. Il messaggio ora è di non preoccuparsi, le autorità locali hanno agito bene chiamando l’Oms. Siamo di fronte ad un esempio di azione coordinata per la salute globale”.