FUORI CONTROLLO

Identificata l'Orsa che ha ucciso il Runner in Trentino, in Toscana donna azzannata da un lupo, a Como 34enne si salva dai cinghiali salendo su un albero

Una convivenza sempre più difficile, ma il punto è che manca un Piano nazionale per le specie selvatiche

Identificata l'Orsa che ha ucciso il Runner in Trentino, in Toscana donna azzannata da un lupo, a Como 34enne si salva dai cinghiali salendo su un albero
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Una natura che sembra sempre più fuori controllo. L’uccisione del runner 18enne in Trentino da parte di un’orsa è senza dubbio l’episodio più clamoroso, ma c’è anche il problema dei lupi, una convivenza difficile dalle alture Piemonte alla pianura padana, al Veneto, fino alla Toscana dove una donna è stata azzannata per difendere il proprio cagnolino. E che dire dei cinghiali che infestano i boschi dalle Alpi agli Appennini (fra Liguria e Piemonte è in costruzione una recinzione di migliaia di chilometri per contrastare la diffusione di peste suina), provocano incidenti e arrivano fino ai centri abitati (Roma resta lo scenario più clamoroso): nel Comasco un 34enne s’è dovuto arrampicare su un albero per sfuggire a due ungulati particolarmente aggressivi.

Identificata l'orsa che ha aggredito e ucciso il Runner Andrea Papi

Ha un nome l'orso che nei boschi della Val di Sole in Trentino ha ucciso il 26enne Andrea Papi: si tratta di Jj4 (nella foto di copertina immortalata con tre suoi cuccioli nel 2014), femmina di 17 anni già protagonista nel 2020 di un'aggressione ai danni di due cacciatori, padre e figlio, sempre nella zona del monte Peller.

La conferma è arrivata dalla Procura di Trento a cui sono stati inviati i risultati delle analisi genetiche: la corrispondenza è del 99,99%. Già tre anni fa la provincia di Trento ne aveva chiesto l'abbattimento, ma il ricorso di diverse associazioni animaliste portò sia il Tar che il Consiglio di Stato a respingere le richieste.

Jj4 è uno dei tre orsi trentini muniti di radiocollare, la beffa però è che non funziona… quindi non è possibile sapere esattamente dove sia (ma il fatto che lo indossi potrebbe anche facilitare le ricerche).

Intanto in Val di Sole tutto è pronto per le operazioni di cattura: massimo riserbo sulle modalità, ma nelle passate occasioni si è sempre utilizzata la trappola tubo.

In Toscana una 50enne aggredita e azzannata da un lupo

In Toscana una donna di 50 anni è stata morsa da un lupo in una zona isolata di Porcari (Lucca), nel tentativo di difendere il cane che stava portando a passeggio.

A comunicarlo sui social è stato lo stesso sindaco di Porcari, Leonardo Fornaciari. La vicenda è stata confermata anche dall’Asl che ha precisato di aver presentato le cure del caso alla donna sottoponendola al siero antirabbia.

“La situazione è fuori controllo, la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti che hanno costretto alla chiusura delle attività e all’abbandono della montagna.

Ormai non solo attaccano le greggi e gli allevamenti ma possono costituire, in determinate situazioni, un potenziale pericolo per le persone e gli animali di compagnia”.

Così la deputata di Fratelli d’Italia Chiara La Porta, e i consiglieri regionali Vittorio Fantozzi, vicepresidente della Commissione Sviluppo economico e rurale, Alessandro Capecchi, vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio, e Gabriele Veneri, che hanno già presentato un’interrogazione alla Giunta regionale.

Nel Comasco, 34enne si salva su un albero dai cinghiali

Nella notte tra lunedì 10 e martedì 11 aprile 2023 in provincia di Como, a Monte Olimpino, un uomo è stato attaccato da due cinghiali e ha trovato rifugio su una pianta a 3 metri d'altezza.

L'uomo è stato ritrovato in preda allo spavento su una pianta a 3 metri d'altezza in località trincee del parco. Il 34enne non ha riportato ferite ed è stato portato in salvo.

Una convivenza sempre più difficile

Un problema di convivenza, insomma. Ma anche di pianificazione a monte. Discutibile o meno la decisione dei genitori del ragazzo sbranato dall’orso di denunciare chi vent’anni fa approvò le politiche di ripopolamento, resta il fatto che oggi in Trentino ci sono circa 100 orsi e si discute di abbatterne la metà, di lupi in Italia ne circolano più di 3mila, impossibile infine stimare quanti siano i cinghiali allo stato brado (saranno più di 2 milioni). Troppo spesso nel nostro Paese, senza prevederne le conseguenze, le cose si fanno alla carlona e sfuggono di mano: il punto è che manca in Italia un Piano nazionale per le specie selvatiche, che ne normi la gestione.

Lo ha ricordato proprio oggi Coldiretti con una dura nota. Secondo gli agricoltori è necessario proteggere i cittadini, ma anche salvare le migliaia di pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e asinelli uccisi lungo tutta la Penisola dove ad esempio la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti che hanno costretto alla chiusura delle attività e all’abbandono della montagna.

I numeri sembrano confermare che il lupo ormai, non è più in pericolo e – sottolinea la Coldiretti – impegnano le Istituzioni a definire un Piano nazionale che guardi a quello che hanno fatto altri Paesi Ue come Francia e Svizzera per la difesa degli agricoltori e degli animali allevati.

Ma negli ultimi anni si è registrato un incremento anche della presenza dell’orso con circa 100 esemplari in Trentino con un aumento anche dell’areale occupato con singoli giovani maschi che sono stati segnalati fino in Piemonte, nelle zone di confine tra Tirolo e Baviera e in Friuli Venezia Giulia, secondo l’ultimo rapporto elaborato dal settore grandi carnivori del Servizio faunistico della Provincia autonoma di Trento.

Senza dimenticare che l’Italia è invasa da milioni di cinghiali nelle città e nelle campagne dove è necessario intervenire urgentemente per il loro contenimento per difendere la sicurezza delle persone e le produzioni agricole. I branchi si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute.

Il rischio vero oggi è – conclude la Coldiretti – la scomparsa della presenza dell’uomo dalle montagne e dalle aree interne per l’abbandono di migliaia di famiglie ma anche di tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane di mucche, capre e pecore. Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio. Senza i pascoli le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città”.

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