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I ricatti sessuali online ai minori sono aumentati a dismisura dalla pandemia in poi

La Polizia postale è stata inondata da segnalazioni di minorenni abituati a scambiarsi immagini intime in chat, sottovalutandone spesso i rischi.

I ricatti sessuali online ai minori sono aumentati a dismisura dalla pandemia in poi
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Dal primo approccio in chat all'incubo vero e proprio. In mezzo il fatto di aver inviato immagini intime sottovalutandone i rischi. Sono incrementati a dismisura i casi di ricatti sessuali online tra gli adolescenti: ragazzi e ragazze tra i 15 e i 17 anni che cadono vittima di quella che oggi viene definita "sextortion", un'estorsione a sfondo sessuale che ha come luogo di origine i social network. E' la Polizia postale a denunciare una situazione che, da dopo la pandemia, si è fatta particolarmente spinosa.

Sextortion, aumentano i ricatti sessuali online tra gli adolescenti

L'ultimo aggiornamento a riguardo arriva dal Piemonte. Come raccontato da Prima Torino, sono aumentati a dismisura i casi di sextortion tra gli adolescenti. A darne una panoramica generale è la Polizia postale regionale che, a riguardo, ha segnalato che le denunce di ricatti sessuali online tra i giovanissimi sono raddoppiate tra il 2020 e il 2021 e a fine agosto erano già 64. Un fenomeno gravissimo, che ora colpisce anche ragazzi e ragazze non ancora maggiorenni, esploso soprattutto dopo la fase più complessa della pandemia da Covid-19, ossia quella dei lockdown, dove la vita sociale era "migrata" per forza di cose su Internet.

A Torino, ad esempio, come riferisce la vicequestore Assunta Esposito, la Polizia postale sta attualmente vagliando una denuncia con vittima una minorenne oltre ad altre sette segnalazioni. Dati che testimoniano come, in Piemonte, dalle iniziali 40 denunce del 2020, si è passati in un solo anno a 79. Numeri che, se non sono ancora completamente allarmanti, sono sintomo di un atteggiamento online a volte troppo disinvolto.

Come i giovani cadono nel tranello della sextortion

In questi casi, purtroppo, risulta più facile dare le colpe ai minori che cadono nel tranello, eppure, fin da ora, è necessario riuscire a rintracciare gli autori delle estorsioni sessuali. Il loro modus operandi è ormai collaudato: il primo approccio è sui social network, in particolare su Instagram.

Da una conversazione all'apparenza normale, fatta per conoscersi e per instaurare fiducia reciproca, si arriva poi alla richiesta di immagini intime che se inviate portano alla pretesa di soldi. Ricatti veri e propri, a sfondo sessuale, dietro ai quali ci sono spesso organizzazioni straniere.

E' il paradosso di una generazione nata e cresciuta online, ma che purtroppo non è consapevole dei rischi: abbassare la guardia non è mai una buona scelta, soprattutto con chi non si conosce di persona, ma qualora si dovesse essere vittima di ricatti sessuali online, bisogna saper trovare la forza per denunciare. E' a quel punto che gli agenti della Polizia postale possono intervenire per scandagliare le chat, analizzare foto e video e infiltrarsi sotto copertura nei social.

I consigli della Polizia postale contro la sextortion

La Polizia postale, a riguardo, ha di recente pubblicato una serie di consigli per i giovani da seguire per evitare di finire preda della sextortion:

  • Mai cedere al ricatto pagando le somme richieste. Non smetteranno di chiedere denaro se si paga, ma anzi capiranno che hai disponibilità economica e si faranno più insistenti;
  • Non bisogna vergognarsi per aver condiviso immagini intime con sconosciuti. A quella età si è curiosi e inesperti e spesso le persone che fanno queste cose sono criminali organizzati che conoscono le fragilità dei ragazzi;
  • Non cancellare i messaggi scambiati con gli estorsori, non chiudere i profili social su cui ai viene contattati, ma fare gli screen shot delle conversazioni e delle minacce e del profilo dell’estorsore;
  • Fare una segnalazione sul nostro portale www.commissariatodips.it per chiedere aiuto, da soli è più difficile risolvere questo tipo di problemi;
  • Parlarne con i genitori o con un adulto di fiducia, che sapranno come essere di aiuto per gestire la situazione;
  • Chi ha più di 14 anni può sporgere una denuncia, anche in modo autonomo, in qualsiasi ufficio di Polizia.

I moniti degli agenti, tuttavia, ci sono anche per i genitori:

  • Non bisogna giudicare irresponsabile il loro comportamento, ma valutare che la vergogna e il senso di panico che possono provare li mettono a rischio di compiere atti impulsivi;
  • Ascoltare quanto i figli racconta, acquisire con calma tutte le informazioni e rassicurarli che non sono i soli ad essere incappati in questo tipo di situazioni;
  • Procurarsi gli screen shot delle conversazioni con gli estorsori e recarsi quanto prima in un ufficio di Polizia per sporgere una denuncia: la tempestività in questi casi è fondamentale per risolvere al meglio le indagini.
  • Non cancellare immagini, video e non chiudere i profili social prima di aver fornito queste informazioni alla Polizia;
  • Fare una segnalazione su www.commissariatodips.it e chiedere informazioni e supporto, se occorre.
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