Nel Foggiano

Hospice dell'orrore: morti 16 anziani in pochi mesi. Sotto la lente un infermiere

L'ipotesi della Procura è che possa aver somministrato dosi eccessive di un farmaco, contenente Midazolam, provocando prima la sedazione e poi il decesso dei pazienti

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Sedici morti sospette, avvenute in pochissimi mesi, per le quali ora è finito sotto la lente delle Forze dell'Ordine un infermiere che è stato accusato di omicidio volontario. E' successo a Foggia, più precisamente all'hospice di Torremaggiore dove tra novembre e febbraio hanno perso la vita 16 anziani. L'ipotesi avanzata dalla Procura e su cui sono partite le indagini è che l'infermiere possa aver somministrato dosi eccessive di un farmaco, contenente il Midazolam, provocando prima la sedazione e poi il decesso. L'uomo, attraverso le parole del suo legale, si è però detto estraneo ai fatti, affermando di aver eseguito le prescrizioni che gli venivano fornite dai medici, rispettando il foglio unico di terapia.

Hospice dell'orrore: morti 16 anziani in pochi mesi

Tra il 14 novembre 2022 e il 16 febbraio 2023, l'hospice di Torremaggiore (Foggia) è diventata una clinica dell'orrore. Tra quelle due date, infatti, hanno perso la vita ben 16 pazienti anziani, nove donne e sette uomini, per le quali ora la Procura di Foggia ha chiesto la riesumazione per capire se si è trattato solo di una ferale coincidenza o se c'è dell'altro.

L'obiettivo è quello di fare chiarezza sulla causa del loro decesso, accaduto, stando a quanto intendono capire le forze dell'Ordine, in circostanze sospette. Le sedici vittime erano tutti malati terminali che si trovavano nella struttura residenziale della Asl di Foggia dedicata alle cure di fine vita dei pazienti oncologici. L'indagine, come riferito dal Corriere della Sera, è partita dopo una segnalazione della stessa Asl che si è insospettita per i troppi morti nell’hospice di Torremaggiore avvenuti in meno di quattro mesi.

La notizia dell'inchiesta ha colto di sorpresa i familiari delle vittime:

"Sapere che un proprio parente, dopo aver lottato tanto contro una malattia e dopo essersi sottoposto a interventi e terapie, si ritrovi poi a dover morire, probabilmente, non si sa, per colpa di qualcuno, è chiaro che costituisce un peso notevole per i familiari".

Non si esclude quindi che altri familiari di pazienti morti nella struttura decidano di rivolgersi alla Procura.

Un infermiere finito sotto la lente

Sul caso dell'hospice di Torremaggiore, al momento, è finito sotto la lente della Procura di Foggia un infermiere di 55 anni. L'uomo è attualmente accusato di omicidio volontario.

Nelle indagini del procuratore Ludovico Vaccaro e della pm Antonella Giampetruzzi è stata avanzata l'ipotesi che l’infermiere possa aver volontariamente aumentato le dosi di un farmaco, contenente il Midazolam, provocando così prima la sedazione e poi il decesso dei sedici pazienti.

Il Midazolam è una benzodiazepina che può essere somministrata solo in ospedale, da personale medico, per via orale, intramuscolare e in vena. Il principio attivo agisce sul sistema nervoso centrale e induce sonnolenza, rilassamento muscolare e perdita della memoria a breve termine. Dosi massicce provocano il decesso in poco tempo.

La Asl di Foggia, che in una nota si è detta fiduciosa dell'operato della magistratura, ha intanto trasferito e assegnato il dipendente a un altro servizio in un altro Comune della provincia, in attesa delle conclusioni degli inquirenti.

Le autopsie sulle salme

Le operazioni di riesumazione sono iniziate lunedì scorso sui cinque primi corpi, altri cinque cadaveri saranno diseppelliti e analizzati il 2 maggio e gli ultimi sei il 5 maggio. Le autopsie saranno svolte nell’ospedale di San Severo mentre gli esami tossicologici si svolgeranno presso il reparto di medicina legale dell’Università di Pavia.

Tutti gli accertamenti sono stati affidati ad una equipe di consulenti della Procura composta da uno specialista in medicina legale, uno in medicina interna e un medico specialista in tossicologia forense. L’indagine mira a verificare se nei tessuti dei sedici deceduti vi siano tracce di Midazolam e capire soprattutto la quantità dello stesso, anche perché alcuni decessi risalgono a diversi mesi fa e gli accertamenti potrebbero presentare diverse difficoltà.

Nel verbale di conferimento, come afferma il Corriere, si legge che i consulenti dovranno, accertare "esaminata la documentazione medico-sanitaria in atti, tenuto conto delle informazioni e degli elemento acquisiti per mezzo di esame autoptico e tossicologico, previo disseppellimento degli stessi, e in ogni altra indagine che si rendesse necessaria, presa visione degli atti contenuti nel fascicolo del pm, - le ragioni medico-scientifiche, l’epoca, le cause e i mezzi che hanno provocato la morte".

L'avvocato dell'infermiere: "Il mio assistito estraneo ai fatti"

Intanto, l'infermiere 55enne finito sotto indagine, si è espresso attraverso le parole del suo avvocato Luigi Marinelli:

"Il mio assistito si dichiara completamente estraneo ai fatti contestati. Ha ribadito, solo e soltanto, di aver eseguito le prescrizioni che gli venivano fornite dal medico - afferma il legale - Lui dice che questo farmaco normalmente prescritto nel foglio unico di terapia che viene compilato dal medico. Lui dice di aver rispettato il protocollo, aver rispettato il foglio unico di terapia e quindi di non aver mai fatto qualcosa che non doveva fare.

E' un infermiere con 25 anni di esperienza e ha sempre svolto il suo lavoro con la massima professionalità e dedizione. Nel provvedimento di conferimento con cui la procura ha disposto le autopsie si parla solo di omicidio, quindi, presumiamo che la procura abbia elementi per sostenere questa tesi ma che al momento a noi non sono noti".

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