KILLER STRADALI

Hanno ucciso al volante, ma rischiano una pena di pochi anni di carcere

Cinzia Dal Pino ha travolto e ammazzato il rapinatore che le aveva rubato la borsetta. Wolfgang Rieke ha schiacciato il campione di ciclismo Rebellin e poi è scappato cancellando le tracce. Angelika Hutter ha falciato un'intera famigliola in vacanza sulle Dolomiti

Hanno ucciso al volante, ma rischiano una pena di pochi anni di carcere
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Nell'ultimo episodio di Viareggio (provincia di Lucca, Toscana) si arriva all'iperbole: qui l'imprenditrice 65enne Cinzia Dal Pino è accusata di aver deliberatamente investito e ucciso un ladro, vendicandosi per riprendersi la borsetta. E infatti si parla di omicidio volontario, un reato con un minimo teorico di base di 21 anni di carcere.

Ma le cronache recenti ci consegnano altri due casi emblematici in cui un mezzo a motore è stato causa di morte, anche se ci spostiamo su un altro versante, quello dell'omicidio stradale.

Parliamo del camionista tedesco 62enne Wolfgang Rieke che ha investito e ucciso in un parcheggio a Vicenza il campione di ciclismo Massimo Rebellin per poi scappare e della trentenne connazionale bavarese Angelika Hutter che ha sterminato una famigliola a passeggio sul marciapiede nel Cadore bellunese.

Nel primo caso l'autista rischia 5 anni di carcere, nel secondo la giovane girovaga ne rischia 4 anni e 8 mesi.

Proporzioni abissali, rispetto a Viareggio, ma è vero che gioca a favore dell'assassino di Rebellin l'elemento della non volontarietà, malgrado sia scappato, abbia lasciato agonizzante la vittima e abbia fatto di tutto per cancellare le tracce; per la Hutter è invece conclamata una semi-infermità mentale che sbilancia del tutto i pesi, anche alla luce di un'intenzionalità nell'aver falciato la famigliola che sarebbe difficile da provare a prescindere.

Sfaccettature del codice penale a parte, resta la sensazione di una pena non commisurata. Ma rivediamo meglio nel dettaglio i tre casi.

La morte del campione di ciclismo Rebellin a Vicenza

Il parcheggio della tragedia

A quasi due anni dalla tragica scomparsa di Davide Rebellin, l’ex campione di ciclismo investito a Montebello Vicentino il 30 novembre 2022, il processo contro Wolfgang Rieke, il camionista tedesco di 62 anni alla guida del mezzo coinvolto, sta giungendo alle sue fasi finali.

La Procura di Vicenza ha richiesto cinque anni di carcere per Rieke, accusato di omicidio stradale e omissione di soccorso.

Wolfgang Rieke

La difesa aveva cercato di negoziare una pena ridotta tramite patteggiamento, presentando una proposta di 3 anni e 11 mesi di reclusione. Tuttavia, il giudice per le indagini preliminari aveva rifiutato l'accordo, considerandolo inadeguato rispetto alla gravità dei reati contestati.

Nonostante la richiesta della Procura sia di cinque anni, molti si chiedono se questa pena sia davvero proporzionata alla gravità dei fatti. Rieke non solo ha travolto e ucciso un uomo, ma dopo l'incidente è fuggito senza prestare soccorso e ha cercato di cancellare le prove lavando il camion.

Il prossimo 14 ottobre, il Tribunale deciderà se accogliere o meno la condanna a cinque anni avanzata dalla Procura, portando alla conclusione del processo.

La famigliola in vacanza in montagna falciata sul marciapiede

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L'Audi nera della 32enne tedesca dopo lo schianto

La Procura di Belluno ha chiesto una pena di 4 anni e 8 mesi per Angelika Hutter, la 32enne automobilista tedesca che falciò una famigliola veneziana la scorsa estate a Santo Stefano di Cadore (provincia di Belluno, Veneto) uccidendone tre membri (Mattia Antoniello, di soli 2 anni, che si trovava nel passeggino, il papà Marco Antoniello di 48 anni e la nonna Maria Grazia Zuin di 65 anni).

Angelika Hutter

Il calcolo, ha spiegato il pubblico ministero Simone Marcon davanti al gup Elisabetta Scalozzi, è comprensivo di tutti gli sconti dovuti al rito (patteggiamento) e alla condizione di seminfermità, riconosciuta alla Hutter.

La tragedia avvenne il 6 luglio 2023 a Santo Stefano di Cadore. Da allora, la Hutter non ha mai collaborato, non parla, rifiuta le cure, anzi risulta un soggetto addirittura potenzialmente pericoloso per sè e per gli altri. Secondo una perizia ha anche un vizio parziale di mente.

Uscita dal carcere della Giudecca lunedì 25 marzo 2024, è stata portata in una struttura sanitaria per la cura della malattia psichiatrica riscontrata durante la perizia.

Il giudice ha fissato la nuova udienza l'8 ottobre, anche per acquisire la relazione dei servizi psichiatrici e verificare lo stato di pericolosità sociale della donna, che sulle spalle ha pure un altro processo per aggressione e lesioni ai danni dei sanitari.

APPROFONDISCI: Se la Hutter è capace di intendere e l'ha fatto apposta, perché l'omicidio stradale e non l'omicidio volontario?

Il ladro ucciso col suv che gli passa sopra quattro volte

Del tutto diversa la situazione di Cinzia Dal Pino, titolare di uno stabilimento balneare a Viareggio ora agli arresti domiciliari, con applicazione del braccialetto elettronico, per aver investito ed ucciso il 47enne senza fissa dimora Said Malkoun che le aveva rubato la borsa.

Lo ha inseguito e lo ha investito con il suo suv bianco schiacciandolo contro la vetrina di un negozio, passando sopra il suo corpo per ben quattro volte. Poi ha ripreso la sua borsa e invece di chiamare la polizia è tornata al ristorante dove aveva appena cenato a restituire un ombrello che le avevano prestato.

IL VIDEO DELL'INVESTIMENTO:

 

Secondo il suo legale, Dal Pino sarebbe "fortemente dispiaciuta": non voleva uccidere, ma solo fermare il ladro e riprendere la borsa.

Ma gli inquirenti hanno visto consapevolezza di quanto commesso e immortalato da una telecamera di sorveglianza.

A questo punto, se dovesse essere accertato il dolo intenzionale, per omicidio volontario l'imprenditrice rischierebbe una pena minima di 21 anni.

Cinzia Dal Pino

Posto che si riesca ad accertarlo, la 65enne ha anche parlato di una rapina sotto la minaccia di un coltello, ma la legittima difesa non è ipotizzabile, perché prevede una reazione immediata.

La donna potrebbe invocare il riconoscimento di una circostanza attenuante come quella della provocazione (art.62 n. 2 del Codice Penale, ndr)", che prevede una riduzione di pena fino a un terzo se si agisce in stato d'ira determinato da un fatto ingiusto altrui.

In questo caso lo sconto di un terzo della pena potrebbe sommarsi a un altro sconto di pari entità, qualora il processo si celebrasse con rito abbreviato (posto che venga ammesso l'omicidio volontario, quindi, partendo dal minimo della pena, si potrebbe arrivare a meno di dieci anni di carcere).

daniele.pirola@netweek.it

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