Gli rubano 4mila euro dal conto e PostePay gli nega il rimborso: lui fa causa e vince
Negata l'iniziale richiesta di risarcimento, perché per la società delle Poste le transazioni erano legittime, si è affidato ai suoi legali ottenendo giustizia.
Dopo aver eseguito un rapido estratto conto si era accorto che, nel giro di sole 48 ore, dalla sua PostePay Evolution erano state effettuate illecite operazioni di acquisto online in favore di sconosciuti per un totale di ben 4mila euro. Subito la giovane vittima della truffa si è rivolta prima ai carabinieri per denunciare l'accaduto, poi alla società delle Poste per richiedere un rimborso. Quest'ultima però ha negato il risarcimento poiché, secondo gli approfondimenti svolti, ha considerato legittime le transazioni eseguite. Il ragazzo, tuttavia, per riavere indietro i soldi prelevati illecitamente, non si è dato per vinto ed è ricorso a vie legali: il giudice di pace ha quindi condannato PostePay a rimborsargli tutta la somma sparita dal suo conto corrente.
Viene truffato e PostePay gli nega il rimborso: vince la causa in tribunale
Alla fine è riuscito ad ottenere giustizia, ma per farsi rimborsare ha dovuto scalare una vera e propria montagna, rischiando addirittura la beffa. Un giovane palermitano ha portato in tribunale PostePay dopo essere stato truffato ed aver visto sparire dal suo conto corrente la modica cifra di 4mila euro, spesi in favore di sconosciuti in operazioni online di cui non sapeva nulla. A seguito della frode subita il ragazzo aveva prima denunciato l'accaduto ai carabinieri, per poi richiedere alla società delle Poste di essere risarcito per intero della somma che gli era stata sottratta. Quest'ultima, tuttavia, gli ha negato il rimborso poiché considerava legittime tutte le transazioni eseguite.
A quel punto il giovane ha deciso di agire per vie legali chiedendo l'aiuto degli avvocati. La vicenda è quindi giunta in tribunale e il giudice di pace si è espresso a suo favore: PostePay è stata condannata al rimborso totale dei 4mila euro rubati al ragazzo palermitano. Il magistrato ha ribadito l'obbligo che gli istituti di credito hanno per rendere sicuri i sistemi operativi, al fine di evitare che terzi possano accedere alle credenziali dei clienti ed effettuare operazioni fraudolente.
I legali del ragazzo avevano infatti sostenuto che il loro cliente non avesse mai avuto alcun rapporto con i beneficiari dei bonifici e che non aveva mai approvato le operazioni incriminate. Su queste basi erano arrivate ad affermare che il sistema PostePay non fosse sicuro. Secondo gli avvocati il caso testimonia che chiunque ha la possibilità di accedere al profilo personale di un correntista, effettuare pagamenti e privarlo dei risparmi.
"Sono lieto del verdetto - ha dichiarato Alessandro Palmigiano, managing partner dello studio legale - perché le norme a tutela del correntista stabiliscono precisi obblighi a carico delle banche e delle Poste che sono tenuti ad assicurare che le credenziali di sicurezza non siano accessibili ad altri e a verificare l'identità dell'utente che effettua le operazioni adottando il miglior sistema tecnologico esistente. Se non lo fanno devono restituire le somme sottratte illecitamente al cliente".
LEGGI ANCHE: