Giallo di Villa Pamphilj: diffusi i tatuaggi della donna per favorire identificazione. Si indaga per duplice omicidio
Le due vittime – neonata di circa sei mesi, per cui si ipotizza lo strangolamento e la presunta madre – avrebbero vissuto per un periodo all’interno del parco, dormendo in un giaciglio di fortuna

Il mistero di Villa Pamphilj è ancora lontano dall’essere risolto. Gli investigatori proseguono le indagini, tassello dopo tassello, per ricostruire gli ultimi giorni delle due vittime e identificare con certezza chi ha causato la loro morte. Un caso che sembra suggerire il volto più duro della marginalità urbana, quello che spesso passa inosservato finché non esplode in tragedia. Più che un femminicidio, infatti, secondo chi indaga potrebbe trattarsi di un dramma del degrado umano, sociale e cittadino.

Sabato 7 giugno 2025, in uno dei parchi più estesi e amati di Roma, è andato in scena l'orrore. Nel corso del pomeriggio, due ritrovamenti ravvicinati hanno fatto emergere una vicenda dai contorni ancora oscuri: prima il corpo senza vita di una neonata, poi quello di una donna. Per favorire l'identificazione della ragazza sono state diffuse le immagini dei suoi tatuaggi.
Il macabro ritrovamento
Tutto è cominciato quando un passante ha scoperto per caso, all’interno del parco, il corpo di una bambina di età stimata tra i sei e i dodici mesi. Era disteso a terra, apparentemente senza segni evidenti di violenza. A soli 200 metri di distanza, dietro un cespuglio di oleandri, è stato rinvenuto il cadavere di una donna, in stato di decomposizione più avanzato. Da subito, gli investigatori hanno compreso di trovarsi davanti a un caso complesso, dai tratti inusuali e potenzialmente drammatici.
Prime ipotesi: non un semplice femminicidio
Tra le ipotesi più accreditate al vaglio degli inquirenti non c’è un classico femminicidio, ma piuttosto un duplice omicidio avvenuto in un contesto di marginalità estrema. La pista principale riguarda infatti l’ambiente dei senza fissa dimora. Le due vittime – secondo quanto emerso finora – avrebbero vissuto per un periodo all’interno della villa, dormendo in un giaciglio di fortuna.
La Procura, nella giornata di lunedì 9 giugno 2025, ha tenuto un vertice per fare il punto sulle indagini. Presenti il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e il pubblico ministero Antonio Verdi, titolare dell’inchiesta. Le forze dell’ordine sono concentrate ora su tre obiettivi principali: identificare con certezza le vittime, accertare le cause della morte e risalire all’eventuale autore (o autori) del crimine.
I tatuaggi della donna: un appello per l’identificazione
Uno degli elementi su cui si punta per risalire all’identità della donna è la presenza di tre tatuaggi ben visibili sul suo corpo. La Questura di Roma ha diffuso le immagini nella speranza che qualcuno possa riconoscerli.

Si tratta di un surf trasportato da uno scheletro, Ali di uccello stilizzate con un fregio rosso, Foglie intrecciate con una stella pendente al centro.

In base alla descrizione fornita dalla polizia, la donna era tra i 20 e i 30 anni, alta 164 cm, con capelli chiari e un peso di circa 58 kg.
Esami autoptici: misteri ancora da chiarire
I primi risultati delle autopsie, svolte presso l’Istituto di Medicina Legale dell’Università Cattolica, non hanno fornito indicazioni chiare sulle cause dei decessi. Il corpo della donna non presentava lesioni evidenti né segni di violenza esterna, ma era in stato di decomposizione avanzata, segno che la morte risalirebbe ad alcuni giorni prima rispetto a quella della bambina. Per la donna è stata eseguita anche una TAC e sono stati avviati gli esami tossicologici, il cui esito si conoscerà tra circa 60 giorni. Resta possibile l’ipotesi di un’overdose.
Per quanto riguarda la bambina, l’ipotesi dello strangolamento non è stata ancora esclusa. Saranno necessari ulteriori accertamenti istologici per avere conferme. Anche in questo caso sono stati effettuati prelievi per l’analisi del DNA, che serviranno a stabilire con certezza il legame tra le due vittime, ipotizzate come madre e figlia.
Le indagini: un puzzle ancora aperto
Le autorità stanno esaminando tutte le testimonianze e le immagini di videosorveglianza nelle aree circostanti. Un elemento importante riguarda un uomo che sarebbe stato visto aggirarsi nel parco poco prima del ritrovamento, con in braccio qualcosa che potrebbe essere stato il corpo della bambina. Tuttavia, nell’area non sono stati rilevati segni evidenti di trascinamento o spostamento dei corpi, lasciando intendere che le vittime siano state posizionate nel parco in tempi diversi e forse da persone diverse.

Sicurezza nel parco sotto accusa
La tragedia ha riacceso il dibattito sulla sicurezza a Villa Pamphilj. Una dipendente di un bistrot situato nel parco, intervistata dall’AGI, ha raccontato:
“Molti cancelli sono rotti, altri facilmente scavalcabili. Non è difficile entrare di notte. C’è una vita notturna che non potete immaginare: urla, persone che si aggirano anche alle 21. Abbiamo dovuto chiamare la polizia più volte”.
Giustino Trincia, direttore di Caritas Roma, ha commentato così:
“Questa morte è una sconfitta per tutti. A Roma ci sono troppe povertà estreme, invisibili o ignorate. Troppa gente vive per strada, in condizioni di assoluta precarietà. Non vogliamo entrare nel merito giudiziario, ma dobbiamo denunciare l’indifferenza. Salvare le vite deve essere la priorità assoluta”.