Latitante per quattro mesi

Fuggito dal carcere, ha vissuto nei boschi di Como come Rambo: arrestato in Montenegro

Ad incastrare Massimo Riella una gaffe dell'amante-complice: nella telefonata ad un balordo ha rivelato dove si trovava il 48enne.

Fuggito dal carcere, ha vissuto nei boschi di Como come Rambo: arrestato in Montenegro
Pubblicato:

Era riuscito in quello che tante volte succede solo nei film: evadere da un carcere. Massimo Riella, 48enne di Brenzio in provincia di Como, l'aveva fatta in barba alla polizia penitenziaria durante un permesso ottenuto per far visita alla tomba della madre. In quell'occasione era sfuggito ai controlli degli agenti, scappando senza farsi più riprendere. Da quel giorno, il 12 marzo 2022, per quattro lunghissimi mesi, nessuno era riuscito più a rintracciarlo: dopo essere sopravvissuto nei boschi Comaschi, ora spetterà ai magistrati capire come sia giunto in Montenegro, Paese dove lo scorso sabato 16 luglio 2022 è stato arrestato. Ad incastrarlo un errore fatale dell'amante-complice: quest'ultima avrebbe rivelato il luogo dove si nascondeva in una telefonata fatta ad un balordo che voleva aiutarli.

Dopo quattro mesi di fuga, Massimo Riella arrestato in Montenegro

La notizia è arrivata nel corso di quest'ultimo weekend: Massimo Riella, ex imprenditore 48enne, dopo essere evaso quattro mesi fa dal carcere di Como, è stato arrestato in Montenegro in un appartamento della capitale Podgorica. La cattura è avvenuta sabato 16 luglio 2022 dopo l'intercettazione da parte della polizia di una telefonata effettuata lo scorso martedì, 12 luglio 2022, dall'amante-complice, la quale, per errore, ha rivelato ad un balordo che voleva aiutarli dove si trovasse il latitante 48enne.

In questa telefonata la donna avrebbe richiesto dei documenti falsi, lasciando intendere nel linguaggio in codice la nazione della consegna, per poter far sì che Massimo Riella cambiasse identità. La conversazione, tuttavia, ascoltata dalla polizia penitenziaria, ha portato alla luce dettagli fondamentali per la cattura. Arrestato in Montegnegro, ora verrà estradato in Italia: grazie all'aiuto dell'Interpol e delle autorità montenegrine, è risulta che il 48enne si trovasse da tempo all'estero.

Scappato dal carcere di Como e finito in Montenegro

Ma come diavolo ha fatto il latitante 48enne a finire in Montenegro? Questo dettaglio resta ancora un mistero. Di certo ne sapremo di più quando Massimo Riella comparirà davanti ai magistrati per spiegare il modo in cui, dopo l'evasione dal carcere di Como, sia riuscito a raggiungere lo Stato montenegrino.

Fatto sta che la sua cattura pone fine ad una fuga rocambolesca durata 4 mesi: imprenditore edile che rubava il parquet ai concorrenti e incarcerato a dicembre per la rapina a due anziani, Massimo Riella era riuscito a scappare lo scorso 12 marzo 2022 approfittando di un permesso ottenuto per far visita alla tomba della madre, morta da poco, nella sua città natale di Brenzio (Como).

Ottenuto il via libera dopo lunghe e complesse "trattative", cinque agenti lo avevano scortato fino al cimitero. E' stato proprio in quel frangente che Massimo Riella ha messo in atto il suo piano: una volta aperte le porte del furgone, lui, senza manette, aveva tirato calci e iniziato a correre. Nessuno degli agenti era riuscito a fermarlo, persino i cani specializzati nel braccare le prede non avevano potuto nulla.

Nascostosi nei boschi del Lario, era riuscito a sopravvivere cacciando e con l'aiuto dei residenti della zona, a quel punto la fuga all'estero, come non si sa.

La vita da latitante

Dopo l'iniziale vita nei boschi, luoghi che conosceva molto bene, Riella era riuscito a scappare dalla Penisola raggiungendo il Montenegro: qui avrebbe cercato di nascondersi in località sperdute, campando come capitava. Prima del blitz dei carabinieri nell'appartamento della capitale Podgorica, il latitante 48enne aveva fatto affidamento ad un uomo che aveva accettato di nasconderlo, sembra collegato a giri di amicizie nate nei periodi di detenzione.

Le procedure dei documenti contraffatti erano partite grazie a un anticipo di soldi che l’ex fuggiasco potrebbe aver ricevuto mentre si nascondeva sui bricchi lombardi, da parte dei familiari o dei compaesani, magari quelli che l’avevano rifornito di cibo, coperte, vestiti e biancheria intima. L’amante-complice, invece, potrebbe essere sia una figura nuova sia un’antica conoscenza di un uomo noto per le molteplici, sovrapposte e sovente caotiche relazioni sentimentali.

Seguici sui nostri canali