Il tabaccaio di Pavone uccise il ladro "per farsi giustizia, non ci fu legittima difesa"
Le motivazioni della condanna di Franco Iachi Bonvin
La sua storia ha fatto molto discutere e c'è da scommettere che ora che sono uscite le motivazioni per la condanna in primo grado di Franco Iachi Bonvin se ne parlerà ancora.
Secondo il giudice, che ha condannato il tabaccaio di Pavone Canavese a cinque anni per omicidio volontario con rito abbreviato, infatti:
“Iachi Bonvin accettò il rischio di colpire a morte i ladri, cosa che infatti avvenne. Non fu legittima difesa, agì per farsi giustizia da solo”.
Franco Iachi Bonvin: "Agì per farsi giustizia"
A maggio Iachi Bonvin fu condannato a cinque anni con rito abbreviato. Ora sono state rese note le motivazioni della sentenza emessa dalla giudice del Tribunale di Ivrea Valeria Rey. Che ha di fatto ritenuto "non necessaria" l'azione del tabaccaio di Pavone Canavese.
"Iachi Bonvin ha sparato dal balcone del suo soggiorno a dei ladri presenti in cortile, la sua reazione non era necessaria e non era diretta a salvaguardare la propria o altrui incolumità. Nessuno infatti aveva minacciato né lui né i suoi familiari".
"La sua reazione, inoltre, non era utile, perché le forze dell'ordine erano state informate dell'intrusione (era scattato l'antifurto) e se si l'imputato si fosse limitato a non fare nulla, nessuno avrebbe recato nocumento a lui, alla sua famiglia e alle sue proprietà".
Cosa era successo
Quella notte, era il 7 giugno 20219, Bonvin sorprese tre ladri che stavano rubando nel suo negozio sotto casa. Erano circa le 2 e mezza di notte, quando uscì con la pistola (regolarmente detenuta) sul balcone e sparò verso i delinquenti, che stavano caricando su un furgone una macchinetta cambiamonete con circa tremila euro all'interno.
Il giudice ha ritenuto determinante la traiettoria dello sparo: Iachi Bonvin, infatti, esplose il colpo dall'alto verso il basso e non come sostenuto dalla difesa dopo essersi trovato faccia a faccia con i ladri.
Due dei ladri fuggirono, mentre a terra rimase il 24enne moldavo Ion Stavila, morto per emorragia poco dopo.
L'imputato - è la conclusione della sentenza - “agì per frustrazione, per farsi giustizia da sé”, sfiduciato anche dai precedenti furti subiti nel suo negozio.
In sede di processo alla compagna della vittima fu riconosciuto un destinato di 20.000 euro, mentre a Bonvin furono riconosciute le attenuanti del caso, che insieme alla riduzione di pena per il rito abbreviato, hanno portato la condanna da 21 a 5 anni di carcere (la Procura ne aveva chiesti 12).