Follia alla partita di calcio tra ragazzini: dirigente malato di Sla in carrozzina picchiato a calci e pugni da un papà
Vittima della scandalosa aggressione Stefano Turchi, ex calciatore professionista oggi dirigente del Brusaporto (Bergamo)
Di episodi assurdi di violenza alle partite di calcio giovanile ne abbiamo purtroppo raccontati tanti (e tantissimi sono quelli che non assurgono agli "onori" della cronaca). Ma questa volta siamo davvero oltre. Nella partita del campionato Under 17 tra Sarnico e Brusaporto, Stefano Turchi, ex calciatore professionista oggi dirigente del Brusaporto, è stato aggredito da un papà. A rendere ancora più odioso l'accaduto, il fatto che Turchi è in carrozzina, malato di Sla.
Dirigente malato di Sla in carrozzina picchiato a calci e pugni da un papà
La vicenda mette veramente i brividi. Turchi, secondo quanto ricostruito anche con una denuncia ai Carabinieri, era bordocampo, nell'area dove assiste di solito alle partite visto il suo stato di salute. La partita era tesa, tra due squadre appaiate in vetta alla classifica del campionato. Alla fine del primo tempo un giocatore del Sarnico si è sentito male e ha chiesto all’allenatore di essere sostituito. Il padre del ragazzo, secondo quanto raccontata da Turchi, ha preso l’auto ed è entrato nell’area riservata alle società per far salire il figlio. Ma il ragazzo si è ripreso e ha deciso di restare in panchina con i compagni.
Il papà, però, è rimasto con l’auto nell’area riservata, dietro a una porta. Sia lui che Turchi sono rimasti aggrappati alla rete di recinzione, ma a un certo punto il papà avrebbe cominciato a scaldarsi e a lanciare qualche insulto verso il campo. A quel punto Turchi avrebbe tentato di calmare il genitore arrabbiato, ricevendo però una risposta fisica. Non in condizione di difendersi, finito a terra, sarebbe stato aggredito con calci e pugni dal papà incollerito. Che si sarebbe sfogato anche contro l’auto di Turchi. Il tutto di fronte a numerosi testimoni.
Stefano Turchi: il calcio e la Sla
Stefanio Turchi, pistoiese classe 1969, è un ex giocatore di calcio professionista. Gli anni migliori sono stati quelli all'inizio dei Novanta, quando fu tra i protagonisti della promozione in serie A dell'Ancona (dove oggi è ancora ricordato con affetto, tanto che quando ha annunciato di essere malato di Sla, in città è partita una grande mobilitazione per raccogliere fondi per la ricerca), e successivamente con la maglia della Vis Pesaro.
Dal 2007 è affetto da Sclerosi laterale amiotrofica, una malattia neurodegenerativa che ha colpito diversi giocatori italiani - il caso più noto è quello di Stefano Borgonovo - anche se lui stesso ha sempre negato una correlazione tra le cose ("Questa malattia è casuale, io sono stato sfortunato"). Riesce a stare in piedi solo per pochi minuti, aggrappandosi a un sostegno.
La posizione delle due società
Entrambe le società sportive coinvolte nella vicenda hanno emesso un comunicato sull'accaduto, dichiarandosi parte lesa.
Qui il comunicato del Sarnico:
Qui invece le parole del Brusaporto:
Calcio giovanile e violenza: una lunga scia di precedenti
Di recente i casi simili sono stati numerosi, quantomeno quelli diventati di dominio pubblico (perché purtroppo di episodi del genere ne capitano ogni fine settimana). Aveva fatto scalpore la rissa tra giocatori di Arzanese e Tritium, nella Bergamasca, con tanto di invasione di campo dei genitori. Qualcuno aveva anche girato un video, che era diventato virale sui social network.
Nel Bresciano, invece, un arbitro donna era stata costretta a interrompere la sfida tra Darfo e Carpenedolo per una maxi rissa che aveva coinvolto più giocatori.
Anche in questa occasione si era verificata un'invasione di campo e la direttrice di gara era riuscita a rifugiarsi negli spogliatoi. Ma è quello che è successo dopo a lasciare sgomenti, anche se molto probabilmente si è trattato di uno sbaglio non voluto. L'arbitra, infatti, quando si è ripresa dallo shock, è uscita ma ha scoperto di essere rimasta sola, chiusa dentro lo stadio dove si era disputata la partita.
L'arbitro di colore che sospende la partita per insulti razzisti
Nessuna invasione di campo, ma un episodio comunque assai spiacevole, quello accaduto in provincia di Treviso, dove l'arbitro di colore Mamady Cissé ha sospeso a pochi minuti dal termine la gara tra Bessica e Fossalunga, valida per il campionato di Seconda Categoria.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso in questa occasione sono stati gli insulti razzisti piovuti dalla tribuna quando l'arbitro ha fischiato un calcio di rigore per la squadra ospite, che aveva così pareggiato all'87'. Cissè, insultato a lungo dagli spalti, ha deciso così di porre fine alla partita, andandosene negli spogliatoi