Falsa laurea per diventare comandante dei vigili, dovrà restituire un milione di euro
A novembre 2020 aveva rassegnato le dimissioni per questioni, a detta sua, di natura personale. Poi l'indagine e la sentenza della Corte dei Conti.
Ventitré lunghi anni al servizio della Polizia locale, esercitando una carica per la quale non aveva mai conseguito la laurea, presentandone addirittura una falsa. E' finito nell'occhio del ciclone l'ex comandante dei vigili di Desenzano (Brescia) che a novembre 2020 aveva rassegnato le dimissioni per questioni, a detta sua, di natura personale. Poi l'indagine e la sentenza della Corte dei Conti: ora dovrà restituire quasi un milione di euro al Comune, somma di retribuzione percepita nei 23 anni di servizio.
Falsa laurea per diventare comandante dei vigili
Le sue dimissioni, a novembre 2020, avevano lasciato basiti tutti i residenti del Comune di Desenzano (Brescia), soprattutto poiché la cosa era stata motivata da questioni di natura personale, senza aggiungere altro. Ora però, come raccontato da Prima Brescia, la vicenda dell'ex capo dei vigili ha assunto nuovi connotati: Carlalberto Presicci, comandante della Polizia locale per 23 anni, aveva esercitato la carica senza aver mai conseguito la laurea, presentandone addirittura una falsa.
Per lui era scattato un procedimento disciplinare dopo che la procura aveva segnalato al Comune che la laurea in giurisprudenza dell’agente, teoricamente conseguita nel 1992 con il punteggio di 110, non esisteva e l’Università di Parma aveva confermato la falsità del certificato, autenticato dal Comune di Gussago (dove Presicci risiede) quando l'agente lo aveva presentato all'Anagrafe.
Dall'Amministrazione di Gussago, peraltro, sottolineano come il Comune non è tenuto a verificare l’autenticità dei documenti che i cittadini
presentano al fine di autenticarne la copia. Pertanto l’ufficiale di anagrafe certifica esclusivamente che la copia presentata è identica all’originale detenuto dal cittadino, con contestuale esibizione dell’originale.
Naturalmente nessuna responsabilità è stata attribuita al Comune di Gussago in relazione alla vicenda come si evince sia dalla sentenza in questione che dall’assenza di qualsivoglia altro procedimento.
Dovrà restituire al Comune un milione di euro
Per l'ex comandante della Polizia locale ora sono veri guai. Carlalberto Presicci è chiamato a restituire al comune di Desenzano la somma di 918mila euro, totale delle retribuzioni percepite in 23 anni di servizio.
"Il Procuratore regionale ha promosso azione di responsabilità nei confronti del sig. Carlalberto Presicci per un danno arrecato al Comune 2 di Desenzano del Garda, a titolo di dolo, per effetto delle retribuzioni fraudolentemente percepite in forza di rapporto di lavoro costituito a seguito di falsa certificazione del possesso di diploma di laurea richiesto dal relativo bando di concorso pubblico".
Il concorso e poi l'assunzione
Nel 1996 Presicci aveva partecipato al concorso indetto dal Comune, come da prassi aveva presentato copia del certificato di laurea in Giurisprudenza, fece seguito poi l'assunzione il 3 marzo 1997. É stata la Procura ad informare il Comune del fatto che fosse in corso una procedura nei confronti del Comandante per falso materiale e falsificazione del certificato di laurea. A riprova di ciò l'Università di Padova che, ai primi di novembre, ha confermato al Comune la non veridicità del titolo di laurea, il 12 novembre Pesticci si è dimesso.
Dopo la confessione da parte di Presicci di aver falsificato il titolo di laurea, il procedimento penale a suo carico è stato chiuso con un patteggiamento. L'ex Comandante dovrà restituire al Comune di Desenzano la somma di 918.467, 79 euro corrispondenti ai 24 anni di servizio:
"A questo riguardo, si afferma, la falsa dichiarazione del titolo di laurea ha avuto incidenza causale non solo sulla costituzione del rapporto di lavoro, ma su tutti i progressi curriculari successivi, costituendo l’antecedente causale di tutte le retribuzioni man mano erogate per effetto della prosecuzione del rapporto di lavoro, talché sono state ritenute prive di pregio le dichiarazioni rese del convenuto in sede di audizione circa la non necessità del titolo di laurea in relazione alla progressione verticale riservata al personale interno per il posto di Funzionario di Polizia Locale (in tale occasione il sig. Presicci dichiarò ancora una volta il possesso del diploma di laurea) - si legge nel testo della sentenza - a seguito della quale il convenuto è stato inquadrato con decorrenza 1.4.2003 in categoria professionale D3 con profilo di Funzionario di Polizia Locale; c. dal danno, per le considerazioni sopra svolte, non può essere detratta la voce retributiva afferente alla progressione in questione; d. il danno è imputabile esclusivamente al convenuto, non risultando apporti causali di soggetti terzi, che peraltro sarebbero irrilevanti in relazione alla natura dolosa della condotta e alla responsabilità restitutoria incombente sul convenuto."