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Esplosione al deposito Eni di Calenzano: chi sono i cinque morti

Proclamato il lutto regionale per l'11 dicembre 2024, ira dei sindacati. La Procura di Prato ha avviato un’indagine per chiarire le cause della tragedia

Esplosione al deposito Eni di Calenzano: chi sono i cinque morti
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Le ricerche dei dispersi nell’esplosione verificatasi il 9 dicembre 2024 al deposito ENI di Calenzano, in provincia di Firenze, sono riprese stamane, martedì 10 dicembre 2024, nonostante le difficoltà dovute alla pioggia battente. Sul luogo del disastro si trovano i vigili del fuoco, affiancati da tre consulenti nominati dalla Procura di Prato, che ha avviato un’indagine per chiarire le cause della tragedia.

Il bilancio di questo incidente sul lavoro è pesantissimo: 5 morti e 26 feriti.  I cadaveri sarebbero stati ritrovati nell'area della pensilina di carico.

Calenzano: un boato e un bilancio drammatico

L’esplosione, avvertita fino a Pistoia, ha sconvolto l’intera area, trasformando l’impianto di carico carburanti in uno scenario di devastazione. Al momento, il bilancio è tragico: quattro morti, 26 feriti – alcuni in condizioni critiche – e un disperso.

 

Le vittime

Vincenzo MartinelliGerardo Pepe, Fabio CirelliDavide BarontiCarmello Corso. Sono loro le vittime dell'enorme e devastante tragedia sul lavoro che ha colpito Calenzano.  Tutti e cinque si trovavano nel deposito in quanto autotrasportatori.

Secondo le prime ricostruzioni, l’esplosione si sarebbe verificata durante le operazioni di carico di carburante su un’autocisterna. La perdita di liquido infiammabile avrebbe innescato una deflagrazione a catena, coinvolgendo altri mezzi parcheggiati nell’area. L’intero sito è stato posto sotto sequestro per consentire le verifiche e identificare eventuali responsabilità.

Il sito Eni è un via vai di storie e di vite, che spesso non si incrociano. Ognuno ha una mansione ben definita. Chi con le pratiche burocratiche, chi guida il camion, chi ha altre competenze.  

Vincenzo Martinelli, 53 anni, originario di Napoli faceva l'autotrasportatore. Viveva a Prato. Divorziato, padre di due figlie, una di 17 anni e l’altra di 19 anni.

"Voglio ricordarti così: ai fatto parte per un breve ma intenso periodo della mia vita condividendo casa, serate in casa a chiederci cosa mangiare e partite interminabili a carte, al "botteghino" a bere birra e guardare le partite di calcio - scrive un amico su Facebooke - Ora potrai riabbracciare il tuo caro papà e vegliare da lassù le tue "bambine. Fai un bel viaggio, sempre col sorriso stampato. Ciao Vicié".

Vincenzo Martinelli

Carmelo Corso, originario di Catania, aveva 57 anni e viveva a Calenzano. Autista della Rat, Raggruppamento Autotrasportatori Toscani. "Un grandissimo lavoratore e un uomo molto esperto", dicono i suoi colleghi.

Davide Baronti, 49 anni, vive da sempre a Livorno. Padre di due bambini, sposato. Il suo telefono squillava a vuoto quando un amico ha provato a telefonargli.

Gerardo Pepe, 46 anni, residente in Val d’Agri (Potenza), autista alla Sergen. Il suo ingresso all'interno dei cancelli della raffineria avviene alle 7.58. Anche lui, come le altre vittime, non sa che da lì non potrà più uscire.

Fabio Cirielli, 46 anni, risulta ancora disperso.

L'inchiesta

Sul posto dell'esplosione si sente un forte odore acre dovuto alla combustione di idrocarburi, tanto che alle persone presenti vengono distribuite mascherine per potersi riparare le vie respiratorie.

Il procuratore capo di Prato Luca Tescaroli si è recato sul luogo del disastro. La procura di Prato è competenze per Calenzano anche se il comune ricade nella provincia di Firenze. Dopo l'accaduto appare abbastanza scontata l'apertura di un'inchiesta per capire esattamente cosa abbia provocato la tragedia.

La risposta delle istituzioni

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha proclamato per l’11 dicembre una giornata di lutto regionale in memoria delle vittime.

"Le bandiere saranno esposte a mezz’asta e invitiamo tutti gli enti locali ad aderire alla giornata di cordoglio", ha dichiarato.

Eugenio Giani

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha contattato Giani per esprimere solidarietà alle famiglie colpite e lodare il lavoro instancabile dei soccorritori.

Il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, ha definito la situazione "indescrivibile", sottolineando che l’azienda, classificata a rischio di incidente rilevante, aveva predisposto un piano di emergenza. Tuttavia, le dinamiche esatte dell’incidente rimangono ancora da chiarire.

Come riporta Prima Firenze, nella medesima giornata dell'11 dicembre, Cgil Firenze, Cisl Firenze Prato e Uil di Firenze proclamano uno sciopero generale provinciale di 4 ore, a fine turno,con manifestazione dalle 14.30 alle 16.30 in una area a Calenzano da definire.

L'impatto sui cittadini

L’esplosione ha generato paura e confusione tra i residenti della zona. Oltre 300 chiamate sono arrivate alla protezione civile di Firenze nelle ore successive all’incidente.

"Molti cittadini erano terrorizzati e cercavano informazioni", ha riferito l’assessora Laura Sparavigna, che ha assicurato il pieno supporto della città alle aree colpite.

Rassicurazioni sull’ambiente

L’alto pennacchio di fumo nero sollevatosi dal deposito aveva fatto temere un rischio ambientale. Tuttavia, le analisi condotte dall’Arpat hanno escluso contaminazioni dell’aria e delle acque. L’allarme è stato ufficialmente revocato nel pomeriggio di ieri, e Publiacqua ha confermato la sicurezza dell’acqua potabile.

 

Un impianto sotto controllo, ma ad alto rischio

L’impianto di Calenzano rientra nella lista dei siti a rischio industriale rilevante, sottoposti a stringenti controlli previsti dalla direttiva europea Seveso. Tuttavia, quanto accaduto solleva interrogativi sulle misure di prevenzione e gestione del rischio.

Mentre le indagini proseguono, il dolore e il cordoglio per le vittime prevalgono. Il pensiero di tutta la comunità è rivolto alle famiglie dei feriti, delle vittime e dei dispersi, nella speranza di poter fare piena luce su una tragedia che ha segnato profondamente il territorio.

Le reazioni politiche

La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, segue 'con apprensione', secondo quanto fa sapere Palazzo Chigi, le conseguenze dell'incendio che si e' sviluppato nello stabilimento Eni a Calenzano, delle quali è costantemente informata dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e dal ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, che si tiene in continuo e stretto contatto con il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabio Ciciliano. La Presidente Meloni "esprime il più sentito cordoglio per le vittime, la vicinanza ai feriti e alle famiglie colpite e il ringraziamento a quanti si stanno prodigando nei soccorsi".

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“Vogliamo stare davvero vicini alle persone e al territorio colpiti da questa esplosione”. Lo ha detto Elly Schlein, segretaria Pd, parlando dell’esplosione che ha causato morti e feriti.

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