Esce di prigione, ma la convivenza con la compagna è impossibile: "Fatemi tornare in cella"
Dopo 5 mesi di detenzione in casa, ha supplicato i carabinieri di tornare dietro le sbarre perché non la sopportava.
Dopo un lungo periodo in carcere, il giudice gli aveva finalmente convalidato la detenzione a casa. Eppure, dopo cinque mesi di convivenza con la compagna, la situazione per lui è diventata impossibile e per questo motivo ha supplicato: "Fatemi tornare in cella".
(Copertina: immagine di repertorio)
Convivenza impossibile con la compagna: chiede di tornare in carcere
Una vicenda paradossale del tipo "meglio il carcere che stare con lei". Come raccontato da Prima Monza, un 41enne salvadoregno, dopo la convalida della detenzione a casa, ha chiesto di tornare in cella perché la convivenza con la compagna era diventata impossibile. Felice di essere uscito di prigione per finire di scontare la pena ai domiciliari, dopo 5 mesi è arrivato a supplicare di tornare dietro le sbarre.
Ma andiamo con ordine. Il 41enne salvadoregno era stato arrestato dai carabinieri della stazione di Seregno (Monza) per svariati precedenti per reati contro il patrimonio e la persona in esecuzione di un provvedimento di sospensione del beneficio della detenzione domiciliare. L’uomo era stato condannato in via definitiva per rapina, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali commessi a Milano nel 2013, pena alla quale si erano sommate altre pene concorrenti per un totale di 6 anni di reclusione che aveva cominciato a scontare a marzo chiedendo la concessione del beneficio di poterla espiare a Seregno, nella casa della donna con la quale conviveva insieme alla figlia di sei anni e un’altra figlia di maggiore età della donna.
La richiesta di tornare in carcere
Ma dopo cinque mesi la convivenza con la donna, una 45enne anch’ella salvadoregna, era divenuta impossibile. La forte conflittualità della coppia era acuita dal sempre più frequente stato di ubriachezza dell’uomo al quale seguivano spesso atteggiamenti aggressivi, fortunatamente senza violenze fisiche.
Durante l’ultimo acceso litigio, quando i carabinieri per l’ennesima volta sono entrati nell’appartamento, hanno trovato l’uomo in stato di alterazione psico-fisica dovuta a un evidente abuso di sostanze alcoliche. In quella circostanza, davanti ai militari l’uomo aveva anche preso un coltello da cucina minacciando di compiere atti autolesionisti. Riportato alla calma aveva poi espresso ai carabinieri il desiderio di tornare in cella perché non sopportava più la compagna.
Alla luce dei vari comportamenti dell’uomo caratterizzati da un perdurante stato di ubriachezza alla quale spesso sono conseguiti agitazione e aggressività, i carabinieri hanno proposto al Tribunale di sorveglianza di Milano la sospensione della detenzione domiciliare, decretata ed eseguita martedì pomeriggio.