Shock al processo, il marito a sorpresa ammette: "Ho ucciso io mia moglie"
Enrico Orazi ha sorpreso tutti quanti (anche il suo avvocato) confessando l'omicidio della moglie Rosina Carsetti
Per la morte di Rosina Carsetti, il Tribunale aveva trovato un colpevole in primo grado, il nipote Enea Simonetti, condannato all'ergastolo. Ma in Appello è arrivata la confessione shock del marito della donna, Enrico Orazi, che potrebbe ribaltare tutto:
"Mi trattava come un bancomat, l'ho uccisa io".
Omicidio Rosina Carsetti, colpo di scena in Tribunale
Come racconta E' Tv Marche Netweek, Enrico Orazi si è assunto la responsabilità dell'omicidio di Rosina Carsetti, uccisa la sera della Vigilia di Natale del 2020.
Il colpo di scena che ha sorpreso tutti quanti è arrivato nel corso della penultima udienza in Corte d'Assise d'Appello a Macerata. Orazi ha preso la parola e ha raccontato di essere lui il colpevole dell'omicidio della 78enne. L'avrebbe uccisa al termine dell'ennesima lite.
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Il nipote condannato
Per il delitto finirono sotto accusa in un primo momento la figlia della donna, Arianna Orazi, il marito Enrico e il nipote Enea Simonetti, 24 anni. In primo grado solo quest'ultimo fu condannato all'ergastolo, mentre gli altri coinvolti furono assolti anche dall'accusa di maltrattamenti. Furono invece condannati per aver simulato una rapina in casa dopo la morte della donna.
La confessione che spiazza tutti (anche l'avvocato)
Mercoledì 29 maggio 2024, invece, spunta una nuova versione, che ha sorpreso tutti quanti, compreso l'avvocato di Orazi, Barbara Vecchioli.
"Quel giorno ho sorpreso mia moglie a fumare e l'ho sgridata - ha detto l'82enne in una dichiarazione spontanea - Da lì è iniziata una lite e io non ci ho visto più, l'ho presa per il collo ed è svenuta".
A quel punto sarebbe arrivata la figlia, che avrebbe avuto l'idea della rapina finita male.
Dichiarazioni che non convincono
A motivare il delitto, una situazione esasperata, che ha raccontato Orazi:
"Mi trattava come un bancomat, l'ho sorpresa più volte a rubare i soldi tanto che dormivo con il portafogli sotto il cuscino. Mi ha minacciato più volte con un coltello".
Le dichiarazioni del pensionato, però, non sembrano convincere il procuratore generale di Ancona Roberto Rossi, che le ha ritenute tardive rispetto alla ricostruzione dei fatti effettuata durante il processo.
"Le dichiarazioni costituiranno oggetto di un'attenta valutazione da parte della Corte alla luce degli elementi oggettivi emersi nel processo", ha detto l'avvocato Vecchioli.
Le dichiarazioni hanno sorpreso anche il giovane condannato in primo grado e il suo avvocato, che ora puntano a una revisione della sentenza. Il pronunciamento è previsto per il 10 luglio 2024.