Emergenza

Ennesima aggressione in ospedale, 30enne picchia medici e infermieri a Rivoli

Continuano nel frattempo le proteste contro gli episodi di violenza ai danni degli operatori sanitari, la Cisl di Padova ha organizzato una mobilizzazione

Ennesima aggressione in ospedale, 30enne picchia medici e infermieri a Rivoli
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Nella notte tra il 7 e l’8 ottobre, un nuovo episodio di violenza ha coinvolto gli operatori sanitari. Questa volta è successo all’Ospedale degli Infermi di Rivoli, in provincia di Torino. Un 30enne, già agli arresti domiciliari per furto aggravato, è stato trasportato al pronto soccorso in seguito a uno stato di alterazione psicofisica e si è accanito contro il personale. Contro le troppe aggressioni negli ospedali, i sindacati stanno protestando. Per denunciare una volta di più il fenomeno, la Cisl ha organizzato una mobilizzazione davanti a diverse strutture a Padova.

Rivoli: picchia medici e infermieri all'ospedale

Ma veniamo all'ultimo caso di violenze ai danni del personale sanitario. In stato di alterazione, un 30enne ai domiciliari è giunto in ospedale a Rivoli con un'ambulanza del 118. Inizialmente, ha seguito le procedure di soccorso, ma improvvisamente ha dato in escandescenze aggredendo medici, infermieri e perfino una guardia giurata.

Non pago della furia, è fuggito nel cortile dell'ospedale, dove ha continuato a seminare distruzione. Dopo aver picchiato molte figure professionali, si è messo a danneggiare a calci l’auto di un operatore sanitario. La situazione ha richiesto l'intervento immediato dei Carabinieri di Rivoli, che hanno dovuto immobilizzare l’uomo identificandolo subito come una conoscenza delle forze dell'ordine.

33enne incarcerato a Torino

Nonostante fosse agli arresti domiciliari, l’uomo si era messo in una condizione di evidente pericolo per sé e per gli altri. A seguito degli atti di violenza e delle lesioni inflitte a pubblico ufficiale e personale sanitario, è stato arrestato e trasferito al carcere "Lorusso e Cutugno" di Torino.

L’incidente di Rivoli rappresenta purtroppo solo uno dei tanti episodi di violenza contro gli operatori sanitari che stanno aumentando in modo preoccupante in tutta Italia. Gli ultimi dati evidenziano una crescita del 38% negli ultimi cinque anni, con episodi di aggressioni che colpiscono soprattutto i Pronti Soccorso, i reparti di Psichiatria e i servizi per le tossicodipendenze (SERT).

A fronte di questo allarmante aumento, il governo ha recentemente approvato un decreto legge con misure urgenti per contrastare questi atti di violenza. Tra le novità, l’arresto in flagranza di reato, anche differita, per chi aggredisce un operatore sanitario. Lo ha dichiarato il ministro della Sanità, Orazio Schillaci, sottolineando la necessità di tutelare il personale medico.

La manifestazione di CISL

Proprio per dare visibilità a questo drammatico fenomeno, giovedì 9 ottobre 2024, la CISL FP Padova Rovigo ha organizzato una manifestazione con volantinaggi in diversi ospedali delle province. L’obiettivo dell’iniziativa era sensibilizzare la popolazione sull’importanza di proteggere il personale sanitario e denunciare gli atti di violenza subiti.

Un'immagine del presidio

Durante la mobilitazione, la CISL ha consegnato ai cittadini una lettera aperta alle aziende sanitarie, sottolineando la necessità di un’azione congiunta per fermare questa piaga.

“È fondamentale che non solo le istituzioni, ma anche i cittadini facciano la loro parte - ha scritto la CISL - Denunciate, sensibilizzate e rispettate chi ogni giorno si prende cura di voi”.

Un'altra fotografia scattata durante la manifestazione

Numeri preoccupanti in tutto il paese

Il problema delle aggressioni è diffuso in tutto il paese, con numeri preoccupanti. Nell’Azienda ULSS 6 Euganea, ad esempio, tra il 2018 e il 2022 si sono registrati 539 episodi di violenza, di cui 340 verbali e 199 fisici. Questi dati, forniti da Quotidiano Sanità, riflettono una tendenza in crescita che richiede soluzioni rapide e concrete.

Il messaggio della CISL e degli operatori sanitari è chiaro: la violenza contro chi lavora negli ospedali non può essere tollerata. La richiesta è quella di creare un ambiente di lavoro più sicuro, con misure di prevenzione efficaci e risorse umane sufficienti a gestire le situazioni di emergenza.

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