Emilio Fede si perde i funerali di Berlusconi per colpa dell'autista: "E' sparito, va arrestato!"
L'ex giornalista volto del Tg4 ha raccontato sui social il motivo per cui non ha potuto partecipare alle esequie funebri di Berlusconi
In uno sfogo sul suo profilo Instagram ufficiale, Emilio Fede ha raccontato tutta la sua amarezza per non essere arrivato in tempo ai funerali di Silvio Berlusconi in Duomo a Milano.
"E' colpa del mio autista! E' sparito, va arrestato!".
Emilio Fede si perde i funerali di Berlusconi per colpa dell'autista
A bordo dell'auto di un amico giornalista, Emilio Fede, ex giornalista volto storico del Tg4, ha raccontato in un video, pubblicato sul suo profilo Instagram, il motivo per il quale non è riuscito a raggiungere in tempo il Duomo di Milano per assistere ai funerali di Silvio Berlusconi.
"Avevo il mio autista, quel farabutto e mascalzone che è sparito, non si è fatto trovare. Ha fatto in modo che la mia macchina restasse bloccata, buttando via le chiavi. Oggi è il momento del dolore ma anche della rabbia".
Sono queste le parole con cui Emilio Fede ha spiegato tutto il suo dolore e la sua amarezza per non aver potuto partecipare alle esequie funebri del suo amico Berlusconi. Una vera e propria disavventura per l'ex giornalista del Tg4, il quale si è sfogato apertamente contro il suo autista, il quale lo avrebbe lasciato letteralmente a piedi, non rendendosi più rintracciabile e addirittura bloccando la sua auto buttando via le chiavi. Nel filmato lo si vede a bordo della vettura di un amico giornalista che lo sta accompagnando alla Villa San Martino di Arcore, luogo dove il feretro di Berlusconi è stato riportato a seguito del funerale in Duomo.
"Ciao Presidente Berlusconi, sono anche contento di non arrivare in tempo: per lungo tempo guardare una bara sapendo che dentro ci sei tu e avendo la forza dentro che mi occorre di allungare la mano e dire 'Silvio, vengo con te! Non mi mollare' - ha aggiunto Emilio Fede - Io ormai ho 92 anni (il compleanno sarà il prossimo 24 giugno), voglio raggiungerti al più presto".
Lo scorso lunedì, 12 giugno 2023, Emilio Fede aveva appreso la notizia della morte di Berlusconi mentre si trovava in diretta sul suo account Instagram, profilo nel quale, nonostante l'età avanzata, è molto attivo con video.
"Oh Madonna. Porca miseria - ha dichiarato scioccato Emilio Fede - Scompare un uomo straordinario, dal punto di vista umano soprattutto. Dico umano perché abbiamo vissuto tanti momenti insieme, tanti. Lui mi ha assunto anni fa, con molto affetto. Un affetto che è sempre stato ricambiato. Mi rimane quel pizzicorio dentro che mi fa pensare 'c'è il miracolo', lui lo merita. Tutto quello che ha fatto. Sono sconvolto. Eravamo come fratelli".
Una volta raggiunta Arcore, ha dato il suo ultimo saluto all'amico Berlusconi.
"Non posso pensare che non ci sia più. Un anno fa ho perso mia moglie e adesso lui, che è stato la mia vita. Non questo Natale ma l'altro, mi ha chiamato ma gli ho detto che non potevo venire perché ero appena caduto, ero in carrozzina e mi sembrava brutto. Sono stato con lui trent'anni".
Il coinvolgimento nel caso Ruby
Nel corso della sua carriera giornalistica, Emilio Fede era passato a Fininvest a partire dal 1989 prima come direttore di Videonews, poi di Studio Aperto. Dal 1992 viene nominato alla direzione del Tg4.
Nel gennaio 2011, invece, è indagato dalla Procura della Repubblica per induzione e favoreggiamento della prostituzione, insieme con Silvio Berlusconi, Lele Mora e Nicole Minetti, sul "caso Ruby". Il 19 luglio 2013 assieme agli altri due imputati Fede è condannato dal Tribunale di Milano nell'ambito del processo "Ruby" bis a 7 anni di reclusione e all'interdizione a vita dai pubblici uffici, per induzione alla prostituzione, favoreggiamento della prostituzione e favoreggiamento della prostituzione minorile, più all'interdizione da uffici di mezzi di informazione considerati come pubblici uffici.
Il 13 novembre 2014 la corte d'appello ha ridotto la pena a 4 anni e 10 mesi, con le accuse riqualificate nel solo favoreggiamento della prostituzione di una maggiorenne, mentre viene assolto dalle accuse di induzione alla prostituzione e favoreggiamento della prostituzione minorile, in quanto viene riconosciuto che, come Berlusconi, non era a conoscenza della minore età di Ruby. Il 22 settembre 2015 la Corte suprema di cassazione accoglie il suo ricorso e annulla la sentenza del "Ruby bis" a carico di Fede e Minetti, rinviando a un nuovo processo d'appello. Il 7 maggio 2018 la corte d'appello ha ridotto le pene, condannando Fede a 4 anni e 7 mesi per favoreggiamento della prostituzione di Ruby. La sentenza d'appello è nuovamente stata impugnata, ma la Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi delle difese e le pene sono state confermate in via definitiva l'11 aprile 2019.
A causa dell'età avanzata (88 anni) e delle condizioni di salute, Fede sconterà la pena in detenzione domiciliare, in quanto, recependo la giurisprudenza di Cassazione, il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha stabilito l'11 ottobre 2019 che "in carcere sarebbe sottoposto ad un'enorme sofferenza".